mercoledì 17 novembre 2010


«Pinot dipinse negli ultimi dieci anni della sua vita. E per lui fu come entrare in una nuova vita. Ho simpatia, affetto e, oggi, ammirazione per quest’uomo incazzosissimo e generosissimo. Ricordo che le ultime opere di mio padre – a cominciare da “L’anticamera della morte” – furono un presagio della sua fine. Negli ultimi quadri dominava il nero e l’idea che la materia si decomponesse. Pinot Gallizio morì in salita: né troppo famoso, né troppo sconosciuto. Come su quelle rampe faticose che i ciclisti percorrono verso un traguardo, così lui cercò più che il successo una personale forma di libertà».

Antonio Gnoli, “Il pittore di Debord” [intervista a Giorgio Gallizio], La Repubblica, 28 dicembre 2002.

 

Fondatori dell'Internazionale situazionista a Cosio d'Arroscia (aprile 1957). Da sinistra a destra: Giuseppe Pinot Gallizio, Piero Simondo, Elena Verrone, Michele Bernstein, Guy Debord, Asger Jorn e Walter Olmo.

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