lunedì 1 novembre 2010

Un anno fa moriva in bicicletta Eva Bodhalova. A distanza di un anno esatto parte da via dei Fori Imperiali la Critical Mass. Da allora non si è fatto nulla per la salvaguardia dei ciclisti urbani di Roma. "Adesso menomale che hanno fatto la legge che obbliga i ciclisti a mettere le bretelle catarifrangenti di notte", dicevano l'altra sera un paio di non ciclisti, discorrendo su temi legati alla sicurezza stradale, prima di attaccare la solita solfa che in bici a Roma è pericoloso, eccetera eccetera, e che uno che conosceva una volta ha ammazzato uno in bici di notte senza fari, su una statale. Queste tematiche, quando vengono trattate in forma rapsodica, passando da un argomento all'altro, sono paradossalmente inattaccabili.
Parlando di limiti di velocità, si è tutti d'accordo che se vai su una statale a 150 Km/h mezzo sbronzo, te la stai cercando. Ma sul fatto di andare su una strada urbana di Roma a 70-90 Km/h, sobrio, con un po' di fretta addosso, beh su questo i pareri non sono ancora concordi. Si tende un po' a sorvolare.
Anche venerdì sera, e scommetto anche oggi, le auto sfrecciano ben oltre i limiti di velocità su via dei Fori Imperiali e sulle tante "autostrade" della Capitale. Nessuno controlla. Intanto alla CM, i ciclisti parlano tra loro e accendono candele in memoria di Eva.
La bici che ricordava Eva su via dei Fori Imperiali
Una gallery di foto dell'altra sera si trova sul sito della Repubblica.
Eva

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