mercoledì 5 gennaio 2011

«A ciascuno il suo problema: per quel che mi riguarda, è il cerchione posteriore rotto della bicicletta che mi preoccupa. Per due giorni visito tutti i negozi della città, e non sono pochi, alla ricerca di un cerchione nuovo. Alla fine, sono costretto a comprare una Forever intera, una mountain bike cinese, a 70 dollari! In questo momento le due bici sono nella nostra camerata, trasformata per l'occasione in un'officina meccanica. Conoscendo la cattiva qualità del materiale cinese, mi rassicuro pensando a Ralph Obree [il nome corretto è Graeme Obree, n.d.r.], ciclista amatoriale, che ha costruito la sua bicicletta con le proprie mani, piazzando il cuscinetto a sfere della sua lavatrice nella pedaliera, prima di battere il record mondiale dell'ora».

Claude Marthaler, Il canto delle ruote, Ediciclo, Portogruaro, 2008, p. 61.


Graeme Obree in sella alla sua bici autocostruita, denominata "Old Faithful".

Il 16 luglio del 1993 lo scozzese volante decise di attaccare il record dell'ora detenuto da Francesco Moser (51.151 Km). Sede designata il velodromo Vikingskipet di Hamar, Norvegia. Il tenativo fallì di circa 1 chilometro. Dato che aveva prenotato il velodromo per 24 ore, Obree decide di ritentare all'indomani. Senza aver quasi dormito e aver bevuto litri d'acqua facendo stretching. Obree fissò il nuovo record dell'ora a 51.596 chilometri, superando il primato di Francesco Moser di 445 metri.

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