mercoledì 7 luglio 2010
La settimana scorsa mi è capitato di dover tornare a casa dopo essere stato colpito dal famigerato colpo della strega, una forte contrattura alla schiena con effetti dirompenti sulla mobilità umana (come l'automobile, quindi). Una prova di ciclismo urbano. Non potevo non tornare in bici, anche perché il mezzo non si abbandona mai. L'aria era un forno. La Flaminia era terreno da gran premi con intasamenti repentini e gente che andava sulla corsia d'emergenza per fare prima [ritiro della patente]. Insomma, come al solito, il solito brano di pecore con una discreta quantità di stronzi. Pedalare con un mal di schiena lancinante è possibile. Non è auspicabile. Ma mi preme di dare qualche rapido consiglio a chi dovesse trovarsi nella stessa condizione. Mi è toccato pure portare lo zainetto. In pianura sono andato piano. la difficoltà era soprattutto quella di voltarsi, anche di poco per controllare le strade laterali. In salita sono sceso senza esitazione, anche perché ero in single-speed. Anche camminando la schiena faceva male, bastava una buchetta, un sasso. Un vero cesso, io. Anche la poca discesa l'ho fatta cautamente, cercando di evitare i movimenti bruschi. Poi quattro giorni a letto, rintronato dal caldo soffocante: una vera botta. Poi lunedì di nuovo in sella, con qualche accortezza, soprattutto in salita. Ho evitato di pedalare in piedi sui pedali, preferendo un rapporto molto leggero e curando la rotondità della pedalata, senza strattoni. Per ora non ci lamentiamo.
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2 commenti:
a volte ricevo lo stesso regalo. però in bici non sono mai riuscito ad andarci. occhio però è pericoloso.
mad max
Non solo è pericoloso, è terribile. Ma la strega ha agito al lavoro. Dovevo pur tornare a casa. E la bici me la porto appresso, perché mi è costata pochi soldi ma tanta fatica.
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