Il governatore della Bank of England, Mervyn King, da qualche tempo si dedica allo studio delle società animali. Ha recentemente consultato Lord Robert May, celebre zoologo docente a Oxford; adesso, per spiegare la crisi economica, ricorre ad ardite analogie. Banchi di pesce, comportamento delle api attorno a un fiore, predatori e prede servono a spiegare il tracollo finanziario e, implicitamente, anche i futuri e forse più imprevedibili tracolli. Fin quando si gioca nella stanza dei bottoni, privi di contatti con la produzione reale, appassionati alla carta straccia della finanza creativa, è probabile che tutto ciò accada sempre più spesso. Le società occidentali saranno sempre più vulnerabili, e anche pilotabili. Ma qual è, secondo voi, la chiave di volta, il distillato di saggezza che Mr. King ha estratto dalle altolocate frequentazioni zoologiche con Lord May?
Andrew Haldane, direttore della Bank of England, contagiato - più o meno spontaneamente dai parallelismi di Mr. King, ha dichiarato nel corso di un convegno svoltosi ad Amsterdam la settimana scorsa: «Nello spiegare il collasso della popolazione ittica e della finanza la mancanza di diversità sembra il denominatore comune».
La stessa sensazione è percepita il ciclista urbano quando, come molto spesso accade, qualcosa s'inceppa nel rugginoso e irrazionale sistema stradale di una grande città. Una buca, un semaforo rotto, un'auto in seconda fila e tutti si ferma, tutti suonano in coro il loro clacson: e lui passa lo stesso, sereno, imperturbabile con il suo andamento incessante, sospinto dal 46 x 11 o magari 13, come in un mare tranquillo e silenzioso. Basta pensare un attimo a scenari peggiori, in cui manchi la benzina per immaginare lo stop totale, quando un problema secondario per trascuratezza o impreparazione, causa ripercussioni ben più gravi.
Nessun commento:
Posta un commento