Da una riunione dei Vigili urbani di Roma è emerso che 3 su 4 vogliono la pistola (Corriere della Sera, Cronaca di Roma, 8 luglio 2008). Il 10% dei vigili ha dichiarato l'intenzione di non volere l'arma e il 5% ha annunciato l'obiezione di coscienza. La nostra solidarietà va a loro. La maggioranza vuole essere equiparata agli appartenenti alle altre forze dell'ordine, con l'indennità per la custodia dell'arma in busta paga. Questo ultimo aspetto ci sembra l'unico concreto. Si evoca, ancora una volta, la sicurezza, questo spauracchio che serve a camuffare tutto in una poltiglia indistinta. I vigili si lamentano pure, perché è previsto che usino l'arma solo in casi di legittima difesa e non in difesa di altri cittadini, dice l'articolo. È lecito chiedere quante volte sono stati in pericolo di vita per un aggressione i vigili urbani? Non saranno più pericolosi per la loro incolumità i mezzi a motore delle strade romane, i vari drogati e alcolizzati, le gare d'auto e di moto? Non esistono forse i corsi di difesa personale, i manganelli, le radio per chiamare aiuto? No, tutto concorre al mito del West: ormai in tutta Italia i vigili urbani vengono dotati di arma, come se le loro mansioni fossero cambiate.
Non sarà che ognuno dovrebbe fare il suo lavoro, i vigili gestire il traffico e le altre forze dell'ordine fare altre cose? Peraltro, ho notato che alcuni vigili già portano le armi, per esempio i motociclisti. Dovremo forse dare una pistola anche ai vigili del fuoco, da usare se un gatto sull'albero non vuole scendere?
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