Ritorno sull'impacchettamento della bici, per raccontare (a scopo esemplificativo, nulla di interessante) la mia recente trasferta a Verbania. Parto dal lavoro per Roma Termini alle 13 del giorno 26 giugno con un caldo infernale. Esco dalla stessa stazione il 29 alle 15.30 in un clima desertico e concludo la trasferta abbordando da Piazzale Clodio la "panoramica", complice la lettura in treno di una rivista di alpinismo...Parto con una bici da corsa, dotata di portapacchi (trovato per strada); sopra il cromato reperto è legato uno zainetto contenente una camicia, una maglietta e un paio di pantaloni, 2 camere d'aria, pompa, multitool, faretti a led anteriore e posteriore, coltellino svizzero, asciugamano, spazzolino, un minidisc, la borraccia, due libri e un sacchetto di müsli. Inoltre porto con me il bike-transfer-multipacking®, ovvero tre sacchetti dell'immondizia 80 × 120 cm, aperti e uniti da nastro adesivo, 6 pezzi di corda e un piccolo rotolo di nastro adesivo, più un paio di pezzi di cartone per proteggere le corone e la forcella: il tutto serve a impacchettare la bici davanti al vagone del treno e a evitarsi seccature: grazie al bike-transfer-multipacking® la bici diviene a tutti gli effetti un collo, da riporre negli appositi vani bagagli di cui sono dotate le carrozze. Prima di impacchettare bisogna smontare il manubrio e le ruote, che vanno fissati al telaio con le corde. In particolare, le ruote vanno appoggiate sui pedali e fissate a questi e alla canna orizzontale; per le foto e altri dettagli, potete leggere su questo blog il post del 14 marzo 2008, Impacchettare la bici. Potete anche studiare la normativa di Trenitalia sull'argomento (l'ho stampata e portata appresso, non si sa mai).
È andato tutto bene. L'unica scocciatura è stata il trasporto del collo da un treno all'altro a Milano Centrale, ma alla fine il problema si è risolto, caricando tutto su un carrello per bagagli. Ci tengo a dire, però, che il comitato scientifico del partito taoista trozkista sta già studiando un sistema di trasporto del btm®, indipendentemente da carrelli o altro, un sistema leggero che si può usare quando non si vuole o non si può rimontare la bici. La discesa dal treno è avvenuta alle 23 del 26 giugno, dopo un ritardo di mezz'ora del treno per Milano e due ore di attesa sotto le belle e roventi volte di Milano Centrale; partito dalla stazione, percorrevo in tutta calma circa 10 Km di strada, a parte i tratti di tenebra assoluta con piccole buche, colpa anche del faretto quasi scarico. Alla fine, dall'uscita da casa all'arrivo, computavo in circa 80 Km di bici il mio percorso, privo di qualsiasi problema meccanico, fisico e psicologico, anzi di gioia pura sulle rive del Lago Maggiore. passate le tenebre della statale, il viaggio a Verbania è stato illuminato a giorno da due fatti positivi che vale la pena di raccontare. (To be continued.)
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