Una fiction non molto improbabile, dedicata a colui che ieri, vicino a Ponte Milvio, mi ha tagliato la strada con lo scooterone tenendo il cellulare in una mano e il manubrio con l’altra. Sperando anche che abbia ascoltato le mie benedizioni. E che gli si sia fuso il motore.
Il barile arriva a 180 dollari. Scarta, piega, taglia la strada, sorpassa auto che stanno sorpassando, quest’uomo crede di possedere un’abilità di guida straordinaria. Ma il guerriero Piergiorgio Maria, lo avrete intuito, è soltanto uno stronzo. Lo scureggione è comodo, il traffico è impossibile. Quando Piergiorgio Maria deve spostarsi per la Capitale nel tentativo di vendere pollai ammuffiti come “rustici” o seminterrati triangolari dove i cani pisciano sulle finestre, il mezzo preferito è lo scureggione.
Il petrolio è a 200 dollari. Pesante, largo, costoso e inquinante, lo scureggione è il mezzo che ci vuole per spostarti negli appuntamenti della tua vita dinamica. Piergiorgio Maria si fa quattro conti. Di tagliare le sedute di lampada abbronzante non se ne parla; l’aperitivo a 10 euro è un modo di socializzare; al cinema già ci va poco; la benzina per lo scooter è sacra; i week-end con Federica si possono ridimensionare. È deciso: si taglia la palestra. «Casomai andrò a correre», finge di promettere a sé stesso mentre scongela al volo un “quattro stronzate nel piatto”.
Il barile di petrolio oggi ha toccato i 250 dollari e Piergiorgio Maria fa fatica a vendere il suo scooterone; nessuno lo vuole, i prezzi dell’usato si sono drasticamente ridotti. Finisce per svenderlo. Per la prima volta in vita sua, Piergiorgio Maria mette piede su un autobus dell’Atac. Qualche inconveniente inziale e poi via, con l’acquisto di una tessera intera rete.
Al mare ci andrà, forse, ma niente acqua-scooter. Sono stati vietati per legge: ma questo è un altro sogno.
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