lunedì 8 febbraio 2010

Le piste ciclabili di Roma

Alleluja. Finalmente un giornale della Capitale, La Repubblica, ha dedicato una pagina (ieri, domenica 7 febbraio, in Cronaca di Roma, p. I e III) al deprecabile stato generale delle piste ciclabili. Di solito relegati nella posta dei lettori, questi problemi raramente approdano a un esame strutturale del problema. A firmare l'articolo è Cecilia Gentile, giornalista, ma anche cicloviaggiatrice e attenta ai problemi dell'ambiente. Gentile ha fatto una cosa che raramente i suoi colleghi fanno: è andata a vedere di persona. Percorrendo a pedali circa 40 Km di ciclabile, ha potuto verificare lo stato in cui versano.
Negli ultimi due anni, da questo blog abbiamo insistito più volte, con dovizia di particolari e fotografie, sui problemi che affliggono le ciclabili romane. Il ponte interrotto sulla Ponte Milvio-Castel Giubileo, lo schifo (preservativi e carta igienica nei punti in cui quella stessa ciclabile s'interrompe), il grottesco sistema di deviazione a Capoprati, urine e bottiglie rotte a Ponte Milvio, le crepe chilometriche che attraversano la pista, per limitarmi solo ai casi riscontrati nei miei tragitti urbani.
Cecilia riassume così il suo percorso: "Istantanee di abbandono, sporcizia, pericolo, impunità, maleducazione e totale assenza di controlli".
Adesso ho capito perché stamattina, pedalando sulla ciclabile, ho avvistato dopo parecchio tempo due motociclisti della polizia municipale. Ma in bici non possono andare? E dire che ci sarebbero un sacco di giovani pizzardoni smaniosi di muoversi come i poliziotti americani: in bici si scoprono un sacco di irregolarità, che sui mezzi a motore neanche si vedono.
Comunque sia, non sono due vigili in moto non risolvono i problemi, che sono sempre gli stessi, a prescindere dalle giunte che si sono succedute negli ultimi anni. L'assessore De Lillo ha promesso un piano di manutenzione straordinaria di 500 mila euro. Non so cosa si riuscirà a fare con questi soldi, ma ci vorrebbe un po' più di slancio. A costo zero, poi.
Possibilità per i ciclisti di percorrere i marciapiedi (magari osservando il limite di velocità di 10 Km/h); strade a senso unico per le auto ma a doppio senso per le bici; zone a 30 Km/h e anche a 10 Km/h che agevolino gli spostamenti di pedoni, bici, passeggini, monopattini e anche il commercio locale.
Butto lì un'altra idea di cui faccio dono al Comune di Roma: autobus riservati ai ciclisti per superare dislivelli particolarmente pronunciati. Così, anche, si finirà di ripetere che a Roma ci sono i sette colli e per questo è difficile andare in bicicletta!

2 commenti:

Giulia Anita Bari ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con te. Vengo da Mestre (VE) e, quando ci torno, mi sembra una meraviglia. Piste ciclabili ovunque, semafori per le biciclette...altro che sette colli, il problema a Roma sono 2 milioni di macchine (che viaggiano con una sola perona a bordo!!!) e la mancanza totale di uno spazio vitale per le biciclette!Che vergogna!

Giulia Anita Bari ha detto...

A proposito di ambiente vorrei segnalarvi http://www.d-o-c.it, una bellissima CAMPAGNA NON CONVENZIONALE che riguarda il rapporto tra Roma, i cittadini e l’ambiente. Sono stati utilizzati tutti materiali eco-sostenibili come foglie di legno appese ai lampioni e stencil disegnati non con terribili bombolette spray ma con materiale biologico (come l’argilla e l’acqua).

http://www.d-o-c.it 

http://www.flickr.com/photos/giovannicarapella/4431706649/in/set-72157623493637555/

La campagna è stata promossa da Giovanni Carapella, urbanista e architetto nelle liste del Pd per le prossime regionali del Lazio.

Ciao a tutti!