lunedì 1 febbraio 2010

Documento inedito: l'antica arte dei telai

Nell'aprile del 1908 un gruppo di pazienti del manicomio di Santa Maria della Pietà organizzò all’interno della struttura sanitaria una officina per la costruzione e la riparazione di velocipedi. L’iniziativa riscosse l’approvazione di eminenti studiosi italiani e stranieri. Cesare Lombroso (1835-1909), in punto di morte, ebbe parole di lode, seppur persuaso dell'irrimediabile condizione di quei pazzi.
Nel 1910, appena sbarcato nel porto di Genova dal piroscafo “Argentina”, Don Aureliano Tuberosa Rotafixa si recò a Roma per incontrare, con le dovute precauzioni del caso, la fervente accolita di pazienti che, entrata in possesso dell’attrezzatura necessaria, fremeva per conoscere i segreti della saldatura a ottone. Normalmente, all'epoca, Don Aureliano saldava i telai disponendo fili di ottone attorno ai tubi, per poi collocarli all'interno della fucina. Qui, con straordinaria intuizione, prefigurava già i misteri della saldobrasatura.
A un secolo esatto di distanza, abbiamo recuperato la pellicola e, incredibilmente, anche l’audio di quell’incontro. Ve lo proponiamo, chiedendo scusa per la non eccelsa qualità delle immagini. Si tratta però di un documento di inestimabile valore documentario. Lo trovate qui.

10 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
ha detto...

Caro Paolo,
grazie per la tua lettera. L'iniziativa che state avviando mi pare importante, soprattutto in una zona d'Italia in cui la bici è ancora un fatto culturale. Forse si fa ancora a tempo a salvarla. Ho dato un'occhiata al vostro Facebook: trovo che per quello che state facendo sia molto utile. Magari dite all'amico che ha mandato una foto in moto di cambiarla con una in bici...
Sulla collaborazione avrei dei problemi, soprattutto di tempo e di concentrazione. Scrivendo a titolo personale su un blog si è molto rapidi e molto autonomi. Ma operazioni di copia/incolla, rimando a link, sono non solo benvenute ma gradite (inutile dirti che è gradita anche la citazione della fonte).
Scrivete quando vi pare sul vostro impegno nella Causa e se capitate da queste parti fatevi sentire: farò altrettanto. Ciao a tutti e grazie.

ha detto...

P.S.: Scusa, Paolo, m'è venuto un dubbio. Ma la ciclofficina di Modena esiste?

Unknown ha detto...

don luca: ma a un certo punto la pellicola si interrompe, pur continuando il sonoro!

paolo rotafixa, pronipote di don aureliano tuberosa, che la mia donna (madonna) lo abbia il gloria et excelsis dea

ha detto...

Si tratta di materiale delicatissimo: basta un soffio di vento e la pellicola vola via. Adesso provvedo al restauro e gliene faccio avere una copia, caro Don Paolo. Don Aureliano si merita questo e altro.

Anonimo ha detto...

Grazie Luca intanto.

Quel p'o' che son riuscito te l'ho scritto in mail privata che se vuoi (ed è un mio consiglio) puoi pubblicare integralmente (omettendo se ho lasciato qualcosa dopo i cordiali saluti) dove meglio ritieni opportuno sul tuo giornale blogg-istico che a me è piaciuto e piace.

So che stai collegato e pertanto ti invito a restarci sino a lunedì. Dopo, ci sarai dentro anche tu. Te lo garantisco. Ti piacerà.

Anonimo ha detto...

PS (Luca tu non c'entri in questo grazie).

Grazie Rad, sei proprio uno ZERO!!!!

ha detto...

"Dopo, ci sarai dentro anche tu".
Io aspetto serenamente, fiducioso, solo con una leggerissima inquietudine.

Anonimo ha detto...

@Luca: Cava l'inquietudine. Qui siamo popolari (non snob spocchiosi). Chi sa fare fa. Chi non sa fare fa un'altra cosa (sempre per la bici).

Noi siamo dei cazzoni. E vogliamo rimanerlo.

ha detto...

Ho eliminato il commento n. 1 su richiesta del mittente.