L'altro giorno si parlava dal ferramenta del nuovo parcheggio sotterraneo di via Oslavia, a Roma. Un modello che del resto è stato applicato anche in altre città italiane. Dopo una vertenza durata diversi anni, che ha visto diversi comitati di cittadini opporsi al progetto, i lavori sono ripresi a ritmo incalzante. Decine di betoniere svuotate sotto terra, quantità di cemento impressionanti per questo parcheggio sotterraneo a tre piani, che probabilmente equivale a una grossa palazzina. La produzione del cemento è una delle attività industriali che rilasciano più biossido di carbonio nell'atmosfera.
Tra una chiave e uno stop, tra un fil di ferro e una rondella, esce fuori che il prezzo di ciascun garage, dato in uso per 99 anni, è pari a 160 mila euro. Ora, può essere che non sia esattamente così, ma la cifra è verosimile per il quartiere Prati. Fuori città con una cifra del genere ti ci compri la casa. C'è gente che farà un mutuo per comprare il garage, in modo da parcheggiare l'auto al coperto.
Si sa che il petrolio finirà tra 30 anni, facciamo 40. È incredibile il surrealismo di una situazione del genere. Magari ci sarà spazio per un'auto a idrogeno o elettrica, ma il sospetto è che finirà tutto in un gran collasso che lascerà rottami rugginosi in giro e molto malcontento. Vediamo quindi lo scenario fra 40 anni. Il parcheggio sotterraneo di via Oslavia, brillante idea per far vomitare tonnellate di cemento da qualche parte, è vuoto. Sondaggio: decidi fin d'ora che uso vuoi fare del parcheggio di via Oslavia.
1) Discoteca.
2) Rifugio antiatomico.
3) Case per giovani coppie, che resistono meglio di quelle anziane all'umidità.
4) Monumento alla stronzaggine umana, tipica meta di gite scolastiche.
5) Catacomba.
6) Cantine da dare in uso per 99 anni.
Votate, votate, votate.
2 commenti:
Non so se "il petrolio finirà tra quarant'anni", sono però convinto che questa civiltà dei consumi sfrenati finirà molto prima.
Le avvisaglie già si vedono.
Il "picco" è passato.
Ho letto da poco il libro di Leggett, che in italiano s'intitola "Fine corsa", pubblicato qualche anno fa, ti rendi conto che se non sono 40 saranno 50 o 60, ma come dici tu il picco è passato, anche se per convenienza economica le compagnie petrolifere e le aziende automobilistiche fanno finta di niente.
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