giovedì 10 aprile 2008
Martino Gamper, artista del riciclo
Compulsando il magazine del Corriere della sera, 10 aprile 2008, apprendo dell'esistenza di tale Martino Gamper, evidentemente un fratello. Chiamato al cellulare risponde: «Qui a Londra sta diluviando e sto tornando a casa in bicicletta, sentiamoci tra mezz'ora». Glossa dell'articolista, Fabrizio Sclavi: "Chissà se nel tragitto ha scovato qualche sedia abbandonata sul marciapiede o tra i rifiuti". L'artista meranese, 35 anni, raccoglie vecchi mobili, perché ognuno ha la sua storia. Ha smontato e rimontato in altro modo alcuni mobili di Gio Ponti. Mi viene in mente la geniale operazione di Simon Starling della sedia d'alluminio trasformata in bicicletta e della bicicletta trasformata in sedia. Detto questo, non è tanto la qualità delle realizzazioni di Gamper e di altri che mi colpisce, quanto piuttosto la ricorrenza - nella storia dell'arte novecentesca - dell'artista che raccoglie scarti e li riutilizza, vuoi per il costo zero dei materiali, vuoi per la loro qualità vissuta, che supera in qualche modo la materia di cui sono fatti.
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