Forse quelli del Pd avevano apparecchiato per un ballottaggio chic, invece è stato uno choc. Chi perde va a casa, nelle democrazie. Rutelli e Pecoraro Scanio dovrebbero farlo con la modestia di un rappresentante del popolo. In queste elezioni a Roma c’è stato tutto meno che il buonsenso popolare. Per Rutelli andava bene un posto da europarlamentare.
Quali menti raffinate governano oggi il Pd? Guicciardini, Spinoza, Vico? Il concetto di decozione, di ammuffimento non tocca questi fini analisti della politica italiana, al pari delle mummie egiziane. Infatti hanno perso. La geniale idea di ricandidare Rutelli dopo due mandati, invece di Zingaretti, era dettata da fine prudenza politica. Potevano candidare Forlani. Per dare una patina giovanile erano sufficienti l’economista Madia, in odore di Nobel, il self made man Colaninno Jr., la precaria dei call center, ancora più precaria in Parlamento. Per il posto di sindaco, no. Rutelli ieri si è arrabbiato: ha preso 55 mila voti in meno di Zingaretti, che ha conquistato la provincia di Roma. Intanto il sottobosco capitolino deve fare fagotto.
Oltre a essere nero, Alemanno è un po’ verde. Anni fa contribuì a salvare il parco del Pineto, alla Balduina, dalla speculazione edilizia. Scommettiamo che da nero-verde, diventa nero-grigio cemento?
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