Una volta a Houston, Texas, durante un viaggio in autobus, mi imbattei di due colossali neri in mountain bike, pantaloncini da ciclista, caschetto, radio, manette, pistola, due esimi membri dell’HPD, Houston Police Department, che si riposavano all’ombra di un grattacielo, annusando un profumo che uno aveva comprato e salutando un paio di ragazze. La temperatura era oltre i 40 ° C, ma quei due non stavano ammazzando il tempo, controllavano il territorio pedalando. Quindi mi chiedo: possibile che i Comuni, e adesso mi concentrerò su Roma, non possano assumere quattro-otto bravi ragazzi cicloamatori disposti a presidiare le strade, le piazze, il centro storico? Perché la polizia municipale non può dare lavoro a otto giovani pedalatori, impiegati nel controllo del traffico, anche per sottolineare il punto di vista di chi gira in bici e si vede sfrecciare a dieci centimetri le auto e le moto a 80 Km/h? Per esempio, le auto in seconda fila bloccano il traffico, a volte si prendono una multa, ma per i ciclisti costituiscono un serio pericolo. Evidentemente, l’idea di un pattugliamento in bici per le strade di Roma sembra ancora troppo peregrina, nonostante i Km di piste ciclabili. Non si inquinerebbe, si potrebbero pattugliare parchi e ville romane, accrescendo la sicurezza dei cittadini. Le autorità di pubblica sicurezza assumerebbero un aspetto e un comportamento che a troppe persone sembra bizzarro o eccentrico. Magari i vigili urbani potrebbero periodicamente cimentarsi in gare cicloamatoriali; si innescherebbero abitudini nuove: il ciclista che fa le multe nella giungla.
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