Sull’ultimo Vanity Fair, 13 settembre 2007, p. 14, Enrico Mentana parla a ruota libera di immigrati, premettendo che crede alla legalità e paga le tasse: decide in realtà di occuparsi soltanto degli stranieri che si dedicano alle attività più precarie e anche illegali, come se nessuno di loro in Italia lavorasse in fabbrica, nei cantieri, nelle cucine e negli ospedali. Poi annota: «I lavavetri ci tampinano, ma i vu cumprà sui marciapiedi non hanno un grado ben maggiore di illegalità? [...] Più simpatico però, a parità di illegalità, il posteggiatore abusivo che ti fa parcheggiare in tripla fila, e poi ci pensa lui. Ci sono illegalità intollerabili, perché non ne traiamo un vantaggio, e illegalità funzionali, perché ci guadagniamo anche noi, in tempo, o fatica o soldi». Per i ciclisti, le seconde e terze file sono un vero incubo: mettici pure l’apertura di una portiera...È la strapotere dell’auto sul pedone e il ciclista.
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