venerdì 8 luglio 2011

Carovana ciclistica Milano-Roma / 12


Dov'eravamo rimasti? A Pienza, il giorno dopo i referendum.
Sul percorso ci sono segnali inequivocabili di una partecipazione popolare.

Nel tragitto incontriamo un signore, a Sarteano, che conosce una vecchia gloria del ciclismo: Ferdinando Terruzzi (1924), il re delle Seigiorni, che abita a un paio di chilometri da dove ci siamo fermati. Chi vuole andarlo a trovare? Siamo in quattro (da sinistra Gino Cervi, Marco Pastonesi, il blogger e Angelo Melone).
Il gruppone prosegue per la sua strada; la visita a Terruzzi comporterà un discreto inseguimento, ma ne vale la pena, anche perché sono in comagnia autentici esperti del ciclismo storico. Il grande campione che vinse una medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1948 ci riceve cordialmente: ha qualche acciacco, ma è lucidissimo. Nelle foto appese al muro, Ferdinando mostra un fisico poderoso e una faccia da attore americano. In pista, faceva coppia spesso con Fausto Coppi, con cui vinse numerose gare. Pastonesi sa tutto - "perché Magni..., la Molteni..., la Seigiorni di Anversa del 1953, dài telefoniamo a Zanazzi..." - è davvero impressionante la sua memoria, ma neanche gli altri scherzano. La casa di Terruzzi è piena di ricordi e fotografo tutto come uno scolaro in gita.
 
Dopo il doveroso saluto al grande campione e un salutare bagno nel ciclismo d'altri tempi (l'unico che mi interessa), ripartiamo, coscienti che la strada è lunga a faticosa, vista l'ora, il caldo e il fatto che dobbiamo inseguire il gruppo.
Gino e io arranchiamo un po', mentre Melone e Pastonesi si mostrano allenatissimi. Non riesco a capire come facciano a continuare a parlare di media cartacei ed elettronici su salite fino al 15% con un caldo piuttosto intenso. Melone ha uno stile da stambecco, con un passo leggero che rimane costante anche nelle salite più ripide. Pastonesi ha una pedalata rotonda, d'altri tempi, un po' da mulo, testarda. Gino e io li seguiamo a fatica, ma restiamo in contatto.
Alla fine, dopo un lungo inseguimento, raggiungiamo il gruppo (non mi ricordo dove). Nel pomeriggio arriviamo a Orvieto (sono tramortito dalla stanchezza, infatti non mi ricordo bene la parte finale).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ferrara pubblica il manuale intitolato: "11 modi per non farsi investire in bicicletta"
guarda qui

che brutto titolo, peggio di "manuale di sopravvivenza ciclistica"

ha detto...

Il mio si chiama "manuale di resistenza...". Comunque il tutto denota un attggiamento succube nei confronti del traffico e dei mezzi motorizzati: è ora di finirla.