Proprio stamattina stavo leggendo le gesta di Luigi Masetti (1864-1940), nel bel libro curato da Luigi Rossi (Ediciclo, Portogruaro, 2008) intitolato L'anarchico delle due ruote.
Dopo la sua morte, la figura di Masetti è caduta nell'obìo, ma vecchi ritagli di giornale, lettere, quaderni e altri appunti manoscritti hanno permesso a Rossi di ricostruire le sue gesta ciclistiche e anche la sua discreta fama, oggi diremmo mediatica, in particolare fra gli sportsmen e i velocipedisti, cioè quelli come noi.

Masetti fu un cicloviaggiatore italiano che tra fine '800 e primi del '900 compì numerosi lunghi viaggi in bicicletto (così era chiamato il nostro amato mezzo). Il più eclatante dei suoi viaggi fu, nel 1893, un Milano-Londra-New York-Chicago-Milano, all'epoca definito il "viaggissimo"; ma si fece anche un Ceuta-Capo Nord e numerosi viaggi europei.
Una frase mi ha colpito, mentre ancora proseguo la lettura. Scrive Masetti nelle sue corrispondenze pubblicate dal Corriere della Sera:
«Il pensiero senza sforzo riunisce di un volo l'istante presente col lungo passato e il lunghissimo avvenire: e il piacere viene a soffocare un primo senso di mestizia, la quale nasce forse dal sapere che la vita nostra non dura sempre...Io sorrisi di gioia nel rimontare in sella».
1 commento:
mi ha fatto piacere leggere questo post .....e' proprio vero non si finisce mai di imparare..non conoscevo le avventure di questo cicloviaggiatore ...affascinante!
Posta un commento