Si commentavano ieri le dichiarazioni dell’assessore De Lillo, che non vuole rinnovare i giovedì a targhe alterne, e non si capisce bene come farà a ridurre l'inquinamento a Roma.
Intanto, riferisce Metro di ieri, i risultati delle politiche sulla mobilità a Londra sono stati presentati nella Caput Mundi, presso la residenza dell’ambiasciatore di Gran Bretagna. Sadismo? Desiderio dei londinesi di ospitare un po’ di ciclisti romani fuggiaschi, già esauriti da una serie di fattori, oltre che dall’inquinamento e dal traffico a motore? Non abbiamo una risposta certa, ma va sottolineato che a Londra le misure messe in atto per ridurre il traffico, e quindi l’inquinamento, funzionano.
Si sono ridotte del 16% le emissioni nocive per la salute, che ogni anno uccidono 400 mila persone (50 mila in Italia). 70 mila le auto in meno nel centro della capitale britannica.
Non paghi di possedere un sistema di metropolitana capillare, a Londra si è applicata la Congestion Charge, tassa di accesso di 8-10 sterline da pagare se si vuole entrare in centro con la propria auto. La tassa è stata introdotta nel 2003 e ha dato risultati eccellenti: incassi per 137 milioni di sterline, usate per migliorare la rete di trasporto pubblico; riduzione del traffico; riscoperta della bicicletta, il cui uso è cresciuto del 43%.
Nell’estesissima, fredda, fumosa e nebbiosa città di Londra la bici va a manetta. Come mai? Quale sarà il loro segreto? Perché a Londra ci si dedica molto a promuovere la ciclabilità, concepita come una delle risorse al miglioramento della circolazione e della qualità dell’aria, non come la fissazione di un gruppo ristretto di persone che, in definitiva, portano pochi voti, si lamentano e vogliono la luna: qui da noi, la politica di diverse associazioni non migliora le cose. E poi a Roma ci so’ i sette colli, so’ faticosissimi, poi coi sampietrini come fai a pedala’? Arrivi tutto sudato...ce vole la bici elettrica aggratis ppe’ tutti, ‘a ciclabile de gomma coi guard-rail elastici, er camion che te raccatta se te stanchi...
Cosa fa, invece, concretamente, Transport for London? Non con gli insopportabili tormentoni del Comune e delle associazioni sui Km di piste ciclabili, non con le settimane della bici, ma con il coinvolgimento diretto delle istituzioni. C’è pure una galleria di foto che fungono da incentivo per i potenziali ciclisti. Guardate il sito, spiegano pure come controllare lo stato dei freni e come vestirsi per affrontare ogni condizione atmosferica. Gli inglesi non devono guardare il blog di uno sfigato che scatta le foto sotto la pioggia sulla ciclabile (io), ma hanno a disposizione una pagina del sito intitolata “Cycle in all season”; e parliamo di Londra:
Questione di volontà individuale, ma anche politica. E che dire del progetto Bikeability, programma attivo da 5 anni, che intende favorire l’avvicinamento dei bambini alla bici come mezzo di locomozione quotidiano e insegnare loro ad andare in bici a scuola. Nel 2008 saranno 300 mila i ragazzini ad aver ricevuto il distintivo.
1 commento:
sempre più ispirato L, grande!
e grazie per questo bellissimo post che getta ancora più sconforto sul mio risiedere - ancora - in questo avvilente paese...
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