lunedì 15 settembre 2008

Civiltà



In escursione a Porto San Giorgio, dinnanzi al negozio di bici Cinti, mi imbatto in un formidabile distributore automatico di camere d'aria (al momento guasto, ma fa lo stesso una certa impressione). Se di notte buchi, passi un attimo e compri la camera d'aria. Faccio un inchino e proseguo. Porto San Giorgio è una cittadina estremamente ciclistica. Vecchie Bianchi, molte Adriatica, ovviamente, e anche qualche graziella ripristinata a dovere.



E poi, la massima a cui si può ispirare il tentativo critico di dire la nostra e divulgare qualche idea - magro proposito per opporsi a una società in via di disfacimento e a un paese ormai attestato sull'offerta turistica, neanche tanto sfruttata - pieno di stronzi e teste di minchia in suv e in scooterone, incapaci di aggiustare uno sportello o di leggere un libro di trenta pagine, abilissimi solo nello sparare cazzate, dai ministri agli sfaccendati dei bar di periferia.



In pieno regresso nelle grandi città, alcune cittadine sembrano oasi di virtuosi comportamenti. Oasi di prodotti alimentari, di raccolta differenziata capillare ed efficiente (anche qui), di mobilità non inquinante, di risparmio energetico. Lezioni di vita dai centri urbani piccoli e piccolissimi suggeriscono nuove strategie di quartiere anche nelle grandi città, dove invece non ci si conosce nemmeno e così si è più manovrabili e deboli: una massa di schiavi alla mercé dei prepotenti di turno.
"Castigat ridendo mores": ma c'è poco da ridere.

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