Piacevoli effetti di sincronicità ciclistica alla mostra su Schifano alla GNAM di Roma. Dopo aver nascosto e legato la bici, onde non rimanere in mezzo alla strada con i pantaloncini neri con il pannolone (pantaloni da ciclismo), entro. Produzione diseguale, alcune opere un po' irritanti, molte di quelle degli anni '60, il sole, poi certi stencil di palme. Altre opere invece sono molto originali, specie quelle degli anni '80, oppure le foto trattate degli anni '70. De gustibus. Come "Il parto numeroso della moglie del collezionista" (1984) o "Sussulto" (1986). Come la presa in giro al mercante d'arte "ora esatta" e, arriviamo alle bici, perché non sono un critico d'arte, lo splendido quadro "biciclette", con 2 bici da corsa e ruote varie in rotazione. Un tema che ogni tanto torna, come la foto del podio del Tour de France 1989 vinto da Lemond, inserita in un'opera.
Nella libreria della GNAM trovo un libro su Pino Pascali, il mare, e, scorrendolo, vedo una foto dell'artista in bici da corsa. Pascali si iscrisse alla UVI (Unione velocipedistica italiana) e andò ad allenarsi in velodromi provinciali con bici da pista e da corsa.
2 commenti:
Luca questa segnalazione è molto interessante. sapevo di Shifano ma non di Pascali.
Hai anche altri artisti/ciclisti da segnalarmi?
lavoro nell'ambito dell'arte visiva e da tempo vorrei realizzare un progetto tra arte e ciclismo (e quindi il rapporto tra forza fisica e mentale).
Caro Simone, mi capita continuamente di imbattermi nel binomio arte e bici, poesia e bici, ecc. È solo questione di pazienza e fortuna. Poi c'è il discorso delle bici d'arte, ovvero di forte carica estetica. Bruno Munari indicava la bici da corsa come un capolavoro di design, perché non si potrebbe aggiungere o togliere nulla, i futuristi come l'incarnazione della velocità, ecc. Tantissimi artisti usano quotidianamente la bici, altri la raffigurano, molti costruiscono telai o creano oggetti con parti di bici. È davvero una materia molto vasta. Buon lavoro e a presto.
Posta un commento