giovedì 26 maggio 2011

A Mestre

Uscendo dalla stazione di Venezia-Mestre ho creduto di essere morto e di essere finito, immeritatamente o per sbaglio, nel Nirvana ciclistico. Bambini in monopattino trainati da padri in bici, ragazzi di tutte le taglie da soli a spasso, signore eleganti su scassoni arrugginiti, belle ragazze, bici con mamma o papà e due bambini. Un sacco di bambini di origine straniera che pedalavano nel parco con gli amichetti, parlando con candenza mestrina, che è diversa da quella veneziana.
Nei parchi, davanti alle scuole è una festa di colori e di ruote. Viene da ridere, ma pure da piangere.
A Mestre, nel 2008, la mobilità ciclistica raggiungeva il 18% degli spostamenti totali. Adesso è aumentata e crescerà ancora.

Giro per un paio d'ore. È pieno di ciclabili, e le strade sono larghe abbastanza da permettere a tutti di muoversi con tranquillità.


Le rastrelliere traboccano di velocipedi. Prevale la bici da passeggio a rapporto singolo, anche perché a Mestre non ci sono salite. Fino a pochi anni, Mestre era una delle città più invivibili d'Europa, non così per dire, ma nelle classifiche stilate in base a una serie di parametri precisi. Adesso è uno dei luoghi più ciclabili d'Italia. La tradizione della bici, però, non si è mai interrotta, e gli amministratori comunali devono stare dietro alle richieste delle persone, che vogliono continuare a muoversi in bicicletta sempre meglio. Infatti i cittadini non cessano di chiedere miglioramenti. Oppure alle prossime elezioni si prendono meno voti e si rischia di andare a casa.


Basta poco per far andare meglio un ciclista: un pezzo di strada un po' più tranquillo.

È anche una questione di evoluzione. A Roma, in tema di ciclabilità, abbiamo ancora l'anello al naso. A proposito di gioielli, a Firenze e Venezia gruppi di mediatori culturali cercano di ridurre gli effetti negativi (sui commercianti) degli ambulanti (un problema secondo me sopravvalutato, giusto per fare vedere che si fa qualcosa, mentre la gente muore negli scontri stradali e tutti violano impunemente la legge), a Roma il sindaco agli ambulanti fa mettere i braccialetti, come un capotribù totalitario. È un problema di progresso. Purtroppo, così dicendo, le cose a Roma si metteranno meglio fra un centinaio d'anni.
L'idea della corsia in controsenso riservata alle bici è stata applicata anche a Mestre. Di solito qualcuno ribatte che nelle grandi città questo non si può fare. Non è vero, perché è una soluzione adottata su grande scala anche a Londra e in altre metropoli. 
 

Darwin venne in visita a Roma in bicicletta e trovò l'anello mancante.
Con me c'è ovviamente Sabrina, lo splendore fatto graziella.

Con Sabrina e le rotaie si può andare ovunque

Ho preso il treno con lei e due sacchi dell'immondizia, con cui l'ho impacchettata. L'intermodalità te la devi fare da solo, senza aspettare che questa massa di incapaci un giorno si metta all'opera. La loro specialità è la Giornata nazionale della bicicletta e un disegno di legge che replica in gran parte una legge del 1998 e che nessuno ha mai seriamente applicato, la Legge n.366/1998.

Ci sono anche diversi negozi di biciclette e mi colpisce uno piccolo, da riparatore. Si chiama "DBC in bici" (via Miranese 13/b. Entro. Conosco Enrico, che ha aperto da appena dieci giorni. Si sta organizzando e parliamo a lungo di bici e soprattutto di attrezzi. Rimarremo in contatto, se posso essere utile.

Poco lontano, le antenne captano facilmente un segnale inequivocabile. È materiale ciclistico, pure abbondante. Vado a vedere. Cinque ruote, mica male. Ma Sabrina dice che non le posso portare a Roma.
Quindi le porto a Enrico, dico che sono buone e che esiste un apposito estrattore per smontare il pacco pignoni.
Poi vado alla presentazione. Parlo parecchio (incredibile, no?). La giornalista Fiorella Girardo è molto brava e si è preparata bene. Con noi c'è anche Angelo Sentieri, un insegnante che ha avviato degli interessanti programmi sulla bici a scuola. Vi risparmio il riassunto dei contenuti. Non c'è molta gente, però la platea è molto attenta. D'altra parte, siamo a fine maggio, la giornata è bellissima e la tentazione di andare al Lido di Venezia era venuta pure a me. Cioè fare sega alla presentazione e andare a fare il bagno e a prendere il sole. Poi, il senso del dovere mi ha imposto di andare.
A sera la stanchezza scende, in un albergo che sembra un ristorante cinese. La solitudine del ciclista urbano in questi luoghi si taglia col coltello. Mi ci trovo malissimo, starei meglio nel Pantanal brasiliano al buio, con un kebab e una birra però.
Non sai come mettere il braccio, la gamba, cosa fare (manco ho da leggere).
La giornata comunque finisce. Poi ricomincia. Il sole emerge dalla laguna, fra i tralicci industriali.



A Mestre, come se non bastasse, c'è pure il bike sharing. Un'abbuffata. Al pari di uno che, dopo essersi mangiato antipasto, due primi, due secondi, chiede pure il dolce (abbondante). Ma sì, ingolfiamoci di biciclette, non saranno mai abbastanza. E Sabrina cazzeggia.


A Mestre, le bici del bike-sharing sono più che a Roma. A Parigi sono 20 mila.

Mentre passeggio ormai mi rendo conto che la febbre sta salendo a livelli pazzeschi. Non ci sono rimedi, perché è la febbre Ciemmonica. Pedalate.

martedì 24 maggio 2011

presentazione manuale di resistenza a Mestre Venezia

Biblioteca Civica di Mestre, Via Miranese, 56 - 30171 Venezia Mestre
(informazioni: 041/2392074)

mercoledì 25 maggio ore 18.00

Presentazione del Manuale di resistenza del ciclista urbano di LUCA CONTI.
Intervengono la giornalista FIORELLA GIRARDO, l’autore e ANGELO SENTIERI, presidente del’Associazione Senza freni di Mestre.

Altre informazioni sul ciclo "Racconti in sella" si trovano qua.

lunedì 23 maggio 2011

Pista ciclabile a Monte Mario e Balduina

[12-05-2011] Comunicato Stampa:

Una pista ciclabile per migliorare la vita!


La pista ciclabile tra M.Mario e Balduina è stata proposta nel 1997. Dopo 14 anni si sta realizzando un progetto che non piace ai cittadini che abitano nelle zone interessate.

L’Associazione Ex Lavanderia si batte per la realizzazione della pista ma comprende e sostiene alcune delle ragioni dei cittadini:

- Alzare di 2 metri il livello della pista è un’opera inutile, costosa che rende più insicure le abitazioni circostanti

- Prefigurare un faraonico “parco lineare” senza avere le risorse per fare manutenzione e sorveglianza è un modo di procedere sbagliato

Ancora una volta si stanno realizzando progetti senza alcun coinvolgimento dei cittadini e, soprattutto, di quelli che sono più esposti alle conseguenze degli errori di progettazione.

NON E’ VERO CHE I PROGETTI IN CORSO NON POSSONO ESSERE MODIFICATI.
SI TRATTA SOLO DELLA VOLONTA’ POLITICA DI FARLO !

l'opera fondamentale è la pista ciclabile che può e deve essere soprattutto al servizio di chi usa la bicicletta come mezzo alternativo all'automobile.

Chiediamo:

1) che si riduca l’impatto dell’opera ripartendo dal progetto del 1999
2) che i progetti siano trasparenti e concordati
3) che si realizzino solo le opere per cui vi è certezza di controllo e manutenzione
4) che si consideri la pista ciclabile come una parte di un progetto complessivo che salvaguardi su tutto il territorio i diritti dei disabili, dei pedoni e dei ciclisti.


Associazione Ex Lavanderia

info@exlavanderia.it - www.exlavanderia.it

Le associazioni dei pedoni salutano la Critical Mass Interplanetaria 2011


18  maggio  2011
Camminacittà  -  Federazione  italiana  diritti  dei  pedoni  e  salvaguardia dell’ambiente
rivolge il suo caloroso saluto alla
VIII  CRITICAL  MASS  INTERPLANETARIA  2011
a  Roma
  venerdì 27 maggio, ore 18, al Colosseo,
  sabato 28 maggio, ore 16 a Parco Schuster (San Paolo),
  domenica 29 maggio ore 12 al Parco di Traiano
 
 con l'augurio che produca un effetto positivo sugli
Amministratori  del  Comune  di  Roma,
Amministratori  della  Provincia  di  Roma,
Amministratori   della  Regione  Lazio
 inducendoli a compiere, nell'ambito della
"Decade  of  action  for  road  safety  2011 - 2020"
(indetta da Organizzazione Mondiale della Sanità e Nazioni Unite)

tutti  gli  atti  concreti  tesi  a  stroncare  la
"STRAGE  DEI  PEDONI  E  DEI  CICLISTI"
                              opzione zero per la illegalità diffusa sulla strada;
                ripristino del rispetto del diritto di tutti alla “Strada, bene comune”;
                piste ciclabili  secondo l'art. 3.39 del Codice della Strada e la legge regionale n. 13/1990;
      NO alle pericolose e discriminatorie "Piste promiscue";
     istituire vaste aree Z30 per poter realizzare lo "Spazio condiviso";
      inserire, sempre, la manutenzione dei marciapiedi nelle opere di
        manutenzione  ordinaria  e  straordinaria  delle  strade.
"Camminacittà"  auspica
che venga recepito il messaggio della incentivazione della mobilità  pedonale, ciclistica (privata e/o Bike sharing tipo Parigi, Barcellona, ecc.) e del TPL al fine di:

-attuare una efficiente ed efficace "Lotta al traffico ed agli inquinamenti";
-abbattere gli enormi ed assurdi costi sociali della "insicurezza stradale";
-instaurare a Roma la "convivenza civile" (pari a quella di altri Paesi);
-tutelare la vita e la salute delle persone.

Voglio la repubblica ciclabile

Friedrich von Archimboldi, Repubblica ciclabile (2011)
Friedrich von Archimboldi è il fratello minore del più noto scrittore Benno von Archimboldi. La sua vita è avvolta nel mistero. Se di Benno si conosce almeno la data di nascita, di lui non si sa niente. Pare che viva nei boschi con una bmx e il suo cane. Il mondo sbavante dell'arte contemporanea ha tentato più volte di contattarlo, ma inutilmente. Artefatto di rottami, chissà se piace a Rainer Ganahl.

domenica 22 maggio 2011

sabato 21 maggio 2011

Il pastore nel suo ambiente, stelle cadenti, ciclismo urbano e agricolo

Eccomi qua con Gregorio, il mio personal trainer, durante gli allenamenti sulla ciclabile. Importanti scadenze incombono. La Ciemmona è alle porte e, poi, a giugno, prenderò parte a un intenso momento di ciclismo interurbano, di cui casomai vi parlerò più avanti.
Greg è un pastore ed ex pugile (ha lasciato nel 1980), uno dei pochi avamposti contro le logiche rapaci e predominanti nella nostra città. Fare il pastore a Roma è difficile e faticoso, ancor più che in campagna. Non ci sono spazi, tutti ti vogliono mandare via. Adesso è primavera e quasi non ci si pensa, ma l'inverno è duro per i ciclisti e per i pastori. Eppure, la ciclabile di notte a gennaio è magnifica.
D'inverno, sulla ciclabile, ho visto due stelle cadenti.  
(Per favore non mi dite che il termine 'stella cadente' è improprio, che sono frammenti, ecc., lo so già).

Ma come caspita fai a vedere a Roma una stella cadente? Facile: vai sulla ciclabile di notte, ma ci devi andare spesso, quasi tutti i giorni, perché mica la stella cadente cade quando vuoi tu, mica è la televisione, che a una certa ora acccendi e vedi qualcosa. Non vedo la tv da anni ormai. Sempre noiosisssima e interminabile, mentre la stella cadente percorre in un istante un tratto preciso del cielo (che devi star guardando), con una scia magari grande. E quando è passata, tu ti interroghi se era veramente una stella cadente, oppure un ufo o un aereo - il cui pilota ha scoattato, non so, ha acceso dei razzi supplementari. E invece, alla fine, ragioni che quella era proprio una stella cadente. Ovviamente non hai espresso il desiderio, perché mica puoi girare tre mesi con il desiderio in mente, in attesa che cada la stella, sennò diventi cretino. 
Nei mesi freddi, in questa Mongolia tascabile a cui mi sono affezionato, non ci sono quelli con la mountain bike, la tutina, con la faccia da Rambo in missione, che fanno scorrere le ruote sull'asfalto, provocando un discreto sibilo per un mese all'anno (se va bene). E che non diventeranno mai ciclisti urbani, inutile che uno ci speri. Basta con questo buonismo ecumenico. A me quelli che tirano giù la bici dall'automobile per farsi una pedalata non mi stanno simpatici. (Subito mi hanno detto che sono troppo radicale).

Da poco il pastore ha tosato le pecore: un lavoro costoso, che va comunque fatto, anche se la lana non vale quasi niente, mi ha detto.
Greg è uno che, quando passano le pecore sulla ciclabile, spazza via le cacche con la scopetta e lascia tutto pulito.
Un vero ambientalista, che non spreca energia. Si sposta in bici, anzi mi ha chiesto di aiutarlo, per cui probabilmente gli verrà fornita una mtb di tipo agricolo, di cui qualche tempo fa ho realizzato un esemplare per la cooperativa agricola Co.br.ag.or., che potete vedere qui. Anche se il mio personal trainer insiste che vuole il cambio, mentre io non ce lo metterei, perché in mezzo ai campi, che cavolo devi cambiare? Ma è vero che lui ci vuole andare anche in giro per la città.
Greg è un vero ambientalista, ripeto. Mi racconta di com'era l'aria a Roma trenta-quarant'anni fa. Il cielo era azzurro, non sempre, ma in prevalenza, soprattutto nella periferia, in questa zona della via Flaminia in cui c'erano i pastori, scacciati sempre più lontano dalla speculazione edilizia.

Altro che tavole rotonde, tavoli di dialogo, agenzie interconfessionali, briefing, Al Gore che ti fa la predica, convegni - il teatrino insomma - in cui le associazioni ambientaliste si interrogano sulle prospettive future e l'economia verde, oppure gli ambientalisti vanno a parlare, invitati dai politici, e mettono a fuoco alcuni temi, poi c'è il protocollo di Kyoto, gli obiettivi del millennio, la giornata della bicicletta.
Così fan tutti, eccetto Greenpeace, che secondo me fa il lavoro giusto su questi temi, si regge ancora sull'opera di attivisti, nel vero senso della parola, e non si è mai stravaccata, per affondare dentro i comodi divani della politica, da cui non riesci più a rialzarti (a parte che per le tavole rotonde), mentre aumenta il peso corporeo, e i muscoli, soprattutto i pensieri, si atrofizzano. 
E intanto la temperatura del pianeta sale. Sta a te, a noi decidere quanto, ma salirà e fra un po' al Sud avremo i cammelli.

Il lavoro di Greg è minacciato dalla speculazione edilizia. I terreni su cui pascolano le sue pecore sono proprietà di un costruttore, anche se non sono edificabili. Io davanti a questo altruismo dei costruttori con la passione per l'agricoltura mi commuovo. Filantropismo allo stato puro. Deve essere un po' come nella abusatissima e truffaldina "responsabilità sociale d'impresa": costruisci una centrale a carbone, però poi pianti gli alberi. Anche la BP ha dei progetti di responsabilità sociale d'impresa, forse pure l'applaudita Tyssenkrupp. Ma sappiamo tutti che non è così.

La ricerca di un campo per far pascolare le pecore è molto difficile, mentre altri mettono su nella zona business molto remunerativi e ambientalmente impattanti. Vedi lo sconcio nel parco di Tor di Quinto, dove hanno costruito due ecomostri, parcheggi, e al parcheggio hanno messo la pensilina fotovoltaica, che fa sempre fico. Come dire? Vedete: regalare ai privati un parco pubblico fa bene all'ambiente. Ah, ah, ah!, buona questa.

Nella foto, è chiaro che il cane non voleva farsi la foto e non gradiva affatto la mia presenza. Ringhiava e alla fine si è fatto immortalare con la zampa sul mio piede: mi ha fatto venire fuori tipo torre di pisa.

Non so se si è capito: il blog Rotazioni sta riaprendo. Un riavvio lento. Come vedete, questo post è molto corto, lo stile è dimesso (non come prima, che era debordante), non ci sono divagazioni. Esattamente il mio stile verbale, fatto di frasi brevissime e argomenti molto mirati, tipo presentazione in power point, con il calore umano della Gelmini quando è arrabbiata. Mi piacerebbe arrivare a scrivere post su un blog chiuso, post che arrivano a un certo punto, anche se il blog ufficialmente ancora è chiuso.
Detto questo, buon ascolto. Sempre Jimi Hendrix, mica quella roba petulante che si ascolta generalmente adesso: Angel.

martedì 17 maggio 2011

venerdì 6 maggio 2011

Istituto per l'annichilimento dell'uomo. A Roma e nell'Italia intera. Filosofia spicciola dopo tre collisioni scampate nello spazio di due minuti al Gianicolo. L'animaccia vostra e della manina che chiede scusa*

Gaetano Pesce, L'Italia in croce
*Mi è stato fatto osservare che chiedere scusa è sempre una buona cosa. Ma il modo di scusarsi nel traffico, a bordo di mezzi a motore, è gestualmente a metà strada tra la scusa e il vaffanculo. Non vengono rispettati i tempi di decantazione che la fisiologia umana impone da, facciamo, 200 mila anni.  Quindi è un gioco di pupazzetti, non di esseri viventi.
Non deve sentirsi libero, deve avere paura, deve adorare il dio denaro senza averlo e aver timore del Gran Fascista senza vederlo ['Supreme Fascist', così il matematico Paul Erdös definiva dio]. Deve stare a casa, a guardare il terminale imperialista che gli darà istruzioni su cosa fare e come comportarsi.
Deve consumare il più possibile ed essere spremuto come un limone, fino alla morte. Deve muoversi in veicoli a motore, che lo impigriranno e lo renderanno più dipendente dal dio denaro. Deve diventare sempre più scemo e manovrabile senza accorgersene. Funziona benissimo, questo sistema. E lo scemo non manca di fare considerazioni sul mondo, secondo lui acute. Adora glistessi idoli degli altri, ma lo fa nella solitudine. Un ruolo importante lo hanno le scoregge di dinosauro morto (cioè il petrolio). Anche quando il petrolio sarà esaurito, verrà quotato in borsa e supplicato.
Deve vivere al chiuso, deve starci tante ore, a lavorare, per poi andare a casa, chiuso nella sua scatoletta o sullo scooterone di plastica, per essere condotto nell'ennesima cella.
E tutti respirano quest'aria fetida, soprattutto i pedoni, i ciclisti e i vigili urbani. Quest'uomo deve trascorrere tanto tempo a casa, a sfibrarsi i nervi, anche se è brutta e piccola, deve contrarre debiti e ammalarsi per pagarli. Deve affittare o comprare casa, morire di debiti e poi, quando i debiti sono finiti, contrarre altri debiti per ristrutturare. Mediamente quest'uomo si alimenta con autentiche porcherie, che anche i cani randagi mangerebbero a fatica, per poi star comunque male. Deve deprimersi, innervosirsi, scaricare la rabbia sul primo che passa. Deve morire con i rimorsi delle occasioni perdute e dei sogni svaniti.
Se qualcuno sfugge verrà preso: va annientato, perché non giunga a creare pensieri diseguali. L'irregolarità, l'idea innovativa, la dissidenza, la rivolta verranno assimilate dal sistema con idonei simulacri.
Il potere lavora incessantemente a martellare con la sua propaganda le abitudini insane, la truffa economica e le diseguaglianze.

Jimi Hendrix, Valleys Of Neptune (June 7, 1969)

[ascoltalo qui]

I feel the ocean swaying me.
washing away all my pains.
See where I was wounded,
Remember the scar?
Now you can’t see a thing
And I feel no pain.

Singing about the Valley of Sunsets
Green and blue ... Canyons too
Singing about Atlantis love songs.
The Valleys of Neptune is arising.

Mercury liquid ... Emerald’s shining
Telling me where I came from
Honey Sun ... Pourquise Bed he
lays in ... on the Burning
edge Horizon.

I’m sailing on the Bluebird’s mission
Bubble and curls and tiptoes in the foam
See the wind make love to all
the ocean ... Joy spread and
the massage got home.

Singing about the Valley of Sunsets
Purple and gold ... the Armies of the Lord
Before ancient Egypt, there were moon trips
The Valleys of Neptune is arising.

Look out East coast, but you’re
gonna have a neighbor,
A rebirth land ...
the praying Burning Sands.

We know there were worlds
so much older
And they shall rise, and
tell us much more the truth of man.

I see visions of sleeping peaks
erupting
releasing all hell that
will shake the Earth from end to end
And this ain’t bad news, good news,
or any news ... it’s just the truth,
Better save your souls while
you can.

Singing about the New Valleys
of the Sunrise ... Rainbow clean,
the world is gonna be
Singing about getting ready for the new tide
The Valleys of Neptune is arising.

Chiusura blog Rotazioni

Ringrazio i cinque lettori che mi hanno seguito fin qui stabilmente e gli altri avventori occasionali, che hanno scambiato con me messaggi e suggerimenti utili. Stasera questo blog chiude. Sono capitato con la mia bicicletta nelle Valli di Nettuno (citando Jimi Hendrix). Sogni, lotte, fatiche, sentimenti, emozioni sono confluiti per uno strano gioco del destino nello stesso luogo e nello stesso momento. 
Pignoni liquidi come mercurio si sono intersecati nella memoria con le scommesse per una città migliore.
La lotta per la Causa continuerà in altre forme. 

Il post che segue è l'ultimo, distillato filosofico di 8000 Km all'anno in bici (da otto anni a questa parte), un libro, incontri, ecc. Parlare di mobilità ciclistica vuol dire parlare delle grandi città, anzi dell'Italia intera, oggi in preda a miseria, depravazione, oscurantismo, mummificazione, imbecillità, chissà ancora per quanto tempo. 
Svegliatevi dal sonno e imparate a reagire!

Parco lineare e mobilità debole nel Municipio 19

Ieri, in un'affollato consiglio municipale aperto, alla presenza del presiente del Municipio, Alfredo Milioni, e di numerosi consiglieri, è stato presentato alla cittadinanza il progetto del parco lineare che, sopra la copertura della linea ferroviaria Fr3, permetterà i cittadini del Musinicipio 19 di arrivare fino a San Pietro. Il progetto è in fase esecutiva, dopo 12 anni di attesa. Doveva infatti essere inaugurato per il Giubileo, ipotesi azzacatissima, dato che questa pista ciclabile rappresenta il tratto finale della via Francigena, seppure diverso rispetto ai tempi antichi. Ma non è questo il problema. I cittadini che vivono sul parco lineare (150 edifici) temono cambiamenti negativi perla vivibilità delle loro case. Negli anni, molti cancelli sono stati forzati, per portare i cani e per parcheggiare l'auto; molte persone hanno subito furti. I lavori saranno effettuati da RFI (Rete Ferroviaria Italiana)., Il livello del parco, rispetto a oggi verrà innalzato dai 35 ai 175 cm. Gli abitanti temono che questo possa ulteriormente favovire i furti. Alcuni addirittura lamentano che nuovi alberi potranno arrecare problemi (ma è un caso isolato); alri, più opportunamente, chiedono che le piante scelte siano idonee. Insomma, è giusto confrontarsi in un momento di cambiamenti. Ma, guardando la situazione attuale, un pezzo di strada in preda all'incuria e al degrado, le novità non dovrebbero spaventare.
Spaventa forse di più l'ipotesi di ripartire le spese di manutenzione fra tutti gli abitanti, nel caso venissero meno le risorse economiche comunali. Questo è certamente un punto dolente.
Quando ho detto che non mi pare logico chiudere la sera i cancelli del percorso, perché da ciclista urbaano avrei piacere a viaggiare in sede protetta la notte, molti hanno cominciato a urlare. In sostanza, temono che lasciare aperto il parco porti delinquenti, degrado, ecc. Ho risposto dicendo che sulle piste ciclabili "aperte" è possibile effettuare pattugliamenti di carabinieri, polizia municipale, ecc. Aggiungo qui che il solo passaggio di ciclisti, corridori, persone con il cane (e con il sacchetto per gli escrementi), coppiette ecc. permetterebbe di controllare meglio il territorio.

 Ho anche fatto presente che se un ladro riesce ad arrampicarsi fino al erzo piano, non si fermerà certo davanti a un cancello. E anzi, avrà modo di lavorare indisturbato all'interno di uno spazio chiuso e inviolabile. Non mi pare di averli convinti. Però una volta che nel nosro quartiere nasce una pista ciclabile chiuderla la sera mi sembra un vero peccato.
Inoltre pensiamo al fatto che molte persone vanno a correre o passeggiare la sera o all'alba. Altra cosa: ci vorrà un dipendente comunale per aprire la mattina e chiudere la sera tutti gli accessi al parco lineare, che è lungo quasi 5 Km. Ho chiuso questa parentesi, perché ero venuto a parlare d'altro.
Ho spiegato brevemente qual è la mia idea per cllegare questa nuova pista alla vita di quartiere, ai mercati, scuole, giardini pubblici, parco di Santa Maria della Pietà e ospedale San Flippo Neri, tutti punti cruciali della vita del quartiere. Un percorso utile a disabili, pedoni e ciclisti, per muoversi con maggior tranquillità nelle strade secondarie e per iniziare a realizzare una forma di mobilità alterntiva. Il progetto costa poco, si fa su strade preesistenti. Si tratta di un percorso anulare in cui il limite di velocità dei veicoli non deve superare i 30 Km/h (oggi per il traffico si va in reatà a 10 all'ora). Lo avevo già presentato nel 2007 alla precedente amministrazione (PD) senza avere alcuna risposta. Allora si parlava tanto di Agenda XXI, di Biciplan, ma tutto questo sembra svanito nel nulla e oggi nel quartiere non c'è neanche una rastrelliera per le bici davanti alle stazioni ferroviarie e della metropolitana.
Nel settembre scorso, sono tornato al Municipio 19 a parlare del progetto con l'Associazione ExLavanderia alla commissione sport. Erano presenti il consigliere di Rifondazione comunista e alcuni consiglieri della maggioranza (PdL). Abbiamo sottoposto un ordine del giorno, che allo stato attuale - mi è stato detto - è al vaglio dei tecnici dei Vigili Urbani.
Ovviamente non dev'essere per forza quel percorso, ma se ne possono realizzare di diversi. Quello che importa è iniziare a creare le condizioni per una mobilità diversa all'interno del Municipio. Il traffico è il problema principale della Capitale. Tutti si lamentano del traffico dentro alla loro automobile, e sembra non esistere una soluzione a questo problema. Invece la soluzione c'è, bisogna solo cominciare a muoversi a piedi e in bici. Se le istituzioni dessero una mano, creando condizioni più favorevoli, aumenterebbero gli spostamenti a piedi e in bici. Il quartiere sarebbe più vivibile e la gente più contenta e in salute. Ma questo discorso lo conoscete tutti, bisogna cominciare a fare qualcosa

Stamattina scendo in strada e scopro il manifesto del PD. Veramente interessante in termini antropologici. Traete voi le vostre conclusioni:

Firma per la chiusura del CIE di S. Maria Capua Vetere

Firma e fai firmare la petizione per la chiusura del CIE di S. Maria Capua Vetere


promossa da Maurizio Braucci, Goffredo Fofi, Alessandro Leogrande, Roberto Saviano

http://www.firmiamo.it/liberimigranti

Capranica-Civitavecchia / quinta parte

Alla biblioteca comunale Rugantino di Torre Spaccata, l'altroieri a sentire il raccontino del viaggetto (con mia prestazione gratuita), non è venuto nessuno. Zero persone. Ma anche zero spese, perché ero in bici. Tempo perso? No. Ho parlato con Umberto Pessolano, geologo e naturalista, con cui avrei dovuto tenere l'incontro, e abbiamo commentato le foto e il percorso. Ho cercato di convincere le bibliotecarie ad assistere, ma non potevano muoversi; anche alcuni studenti che erano lì a studiare erano sotto esami. Mi sono però allenato molto bene, con uno zaino pesantissimo e la bici a scatto fisso. Concludo qui la descrizione del giretto per puro senso del dovere, perché m'ha veramente stufato parlarne.
La natura è fatta di suoni, di odori. Entrate in quest'ordine d'idee, perché vi proporrò ora alcune immagini naturalistiche. Sono disponibile, stavolta per soli 3000 euro a venire a parlare di queste tematiche.





Il percorso merita una giornata d'attenzione pedalante, e poi è facile, se fatto con una bici adatta, tipo mountain bike o, perché no?, bmx. E ora la brutta notizia. Già è stato approvato il ripristino della linea ferroviaria, per cui non so fra quanto verranno avviati i lavori; è vero che i tempi possono essere lunghi, ma anche la nostra distrazione fa passare uno o due anni, a volte. Pertanto non aspettate troppo a percorrere questo fantastico itinerario.
Se le ferrovie dimenticate rinascono, sono contento. Sono la salvezza dallo smog e dal traffico. Negli anni Venti del Novecento si considerò vitale il collegamento fra i porti di Ancora e Civitavecchia, con in mezzo l'importante polo industriale di Terni, attraverso la stazione di Orte. La ferrovia poi fu dismessa, in maniera secondo me irresponsabile, ma è anche vero che i costi di gestione superavano i vantaggi. Novant'anni dopo, l'Unione Europea ha giudicato di vitale importanza il collegamento fra i due porti, e tra il mare Adriatico e Tirreno.
L'ingegnere ferroviario deve essere un lavoro bellissimo.
Nuovo articolo di Ferrante su via Arpi,  Foggia. Strada pedonale a singhiozzo, priva di rastrellierie. Basterebbe poco per migliorare una via.

giovedì 5 maggio 2011

Sosta vietata = concorso in omicidio

Fonte: Il Giorno

Auto in divieto di sosta, prima condanna per concorso in omicidio

Il gup ha inflitto 6 mesi di reclusione a una donna che, parcheggiando in prossimità di un incrocio in via Castelbarco, ha contribuito a provocare la morte di un motociclista, investito da un'altra macchina. 
L'INCIDENTE - Secondo quanto ricostruito nel capo di imputazione, quella notte uno straniero alla guida di una Toyota Avensis, impegnando l’incrocio in via Castelbarco a una velocità di circa 25 chilometri orari, non ha rispettato la precedenza anche “perché aveva la visuale parzialmente ostruita dalla sosta irregolare” di una Bmw X3 e di una Kia Picanto, parcheggiate proprio in prossimità dell’incrocio. Lo straniero è quindi finito contro il motociclista che arrivava da destra a forte velocità, 91 chilometri orari nonostante l’ora notturna. Secondo Prisco, dunque, i due parcheggiatori selvaggi hanno concorso nell’omicidio del 29enne per non aver osservato l’articolo 158 del codice della strada sul divieto di sosta che impone a ogni automobilista l’obbligo di assicurarsi che dal luogo scelto per parcheggiare “non possa derivare pericolo per l’incolumità delle persone”. La condanna a 6 mesi di reclusione per la proprietaria della Kia parcheggiata male è stata inflitta con rito abbreviato, dunque con lo sconto di un terzo della pena. Alla donna è stata concessa la sospensione condizionale. Lo stesso vale per l’investitore, che invece ha patteggiato 9 mesi di reclusione.

Fine dell'articolo.

Aggiungo solo una postilla: l'X3 della Bmw è un suv. Le condanne di questo tipo andrebbero commisurate all'ingombro dell'auto in sosta vietata. 

Il Suv è un veicolo di merda: solo gli stronzi lo comprano. Tipico mezzo usato da narcotrafficanti, camorristi e satanisti.

Ciemmona 2011


IL PROGRAMMA:


giovedì 26 maggio

aspettando LA CIEMMONA
dalle 20:30 stampa fai-da-te delle magliette ciemmoniche presso l’associazione Ex-Lavanderia


venerdì 27 maggio

COMPLEANNO CRITICAL MASS ROMA
h. 18,00 – partenza da Piazza del Colosseo +
cena (e concerto?) post CM al Parco degli Acquedotti organizzata dal CSOA Spartaco


sabato 28 maggio

CIEMMONA 8
h. 16,00 – partenza da Parco Schuster (giardini Basilica San Paolo)
h. 21,00 – cena + concerto di Capone & Bungt Bangt presso
CSOA ex-Snia Viscosa – via Prenestina 173


domenica 29 maggio

ARRIVEDERCI ROMA!
picnic defaticante per salutare i nuovi e i vecchi amici
h. 12,00 – appuntamento al Parco di Traiano (Colle Oppio) e poi tutti a Villa Pamphili!

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Coloro i quali vogliono stare a Roma durante l’evento e hanno bisogno di ospitalità e di una bicicletta, a partire da giovedì 26 maggio sono i benvenuti presso l’area campeggio allestita all’interno del CSOA exSnia Viscosa, a cura della Ciclofficina Popolare Don Chisciotte.
Per accedere al campeggio è necessario prenotarsi tramite email all’indirizzo accomodation@ciemmona.org indicando i giorni in cui avete intenzione di stare e il numero di persone. se avete bisogno di biciclette comunicatecelo! cercheremo di procurarvene il più possibile ma non escludiamo che molti saranno costretti a trovarle in altro modo o chiederle in prestito.

IMPORTANTE: saranno accolte esclusivamente le richieste pervenute all’indirizzo accomodation@ciemmona.org


A PRESTO! DIFFONDETE L’INVITO IL PIÙ CHE POTETE

mercoledì 4 maggio 2011

Oggi pomeriggio, alle 18, sono a Roma, Biblioteca Comunale Rugantino, per raccontare il percorso ciclistico sulla ex-ferrovia Capranica-Cvitavecchia, che vi ho già abbondantemente illustrato su questo blog.
La biblioteca si trova in via Rugantino, 113, a Torre Spaccata (più o meno dalle parti dell'incrocio fra via Casilina e via Palmiro Togliatti).

martedì 3 maggio 2011

Casino totale

Una volta tanto, nella Galleria Giovanni XXIII, non sono stati morti e feriti a mandare nel caos i quartieri di Monte Mario, Primavalle, ecc., ma l'apertura di una voragine, che ha obbligato le autorità alla chiusurà del tunnel. Esco di casa a piedi ed è una giornata bellissima. La bici scivola al mio fianco. Ci salirò tra poco. La vita è molto complicata, ma almeno questa me la risparmio. Io non voglio più stare fermo nel traffico. Approfondimenti sul Messaggero.
Il traffico stamattina. Notate il raggio luminoso. È dio: l'ha detto il vicepresidente del CNR. Quindi l'intasamento sarebbe un miracolo (per me sì)

Oggi paradossalmente si parla di bicicletta nel nostro quartiere, al Parco del Pineto, Biblioteca Comunale. Interviene parecchia gente. Nel Municipio XIX non esiste una sola pista ciclabile. Da vent'anni devono iniziarne una sul percorso della linea ferroviaria Fr3, autentica fabbrica di San Pietro, che dovrebbe condurre a San Pietro. L'attuale giunta ha fatto affiggere dei manifesti in cui annuncia l'inizio dei lavori. Son passato l'altro giorno e non è cambiato nulla.

lunedì 2 maggio 2011

Capranica - Civitavecchia / quarta parte

Esco dal percorso e vado in paese, verso le 12 (ero partito intorno alle 10.30). Una sosta a Barbarano Romano mi permette di caricare panini, birra, formaggio e acqua dal celebre acquedotto Pisciarello.

Il percorso è molto bello, forse l'ho già detto, le gallerie sono una piccola sfida con la luce bassa. In particolare, a un certo punto, mentre piove, arrivo all'ingresso di un tunnel pieno di mucche (che diversi amici che hanno fatto il percorso hanno definito 'famoso'). Scusate, se state mangiando (merendine confezionate o altre porcherie), per favore smettete di farlo. Fatto?
Ok, continuo. La galleria è completamente piena di merda di bovino. Ma non si tratta di qualche cacca sparsa: è uno strato di escrementi spesso dieci centimetri, anche di più, perché anche gli strati di merda, come le montagne, hanno altimetrie variabili. Ho rinunciato a fare foto alle mucche, perché già erano un po' innervosite dalla mia presenza.

Buoi e mucche al buio stanno bene, ci passano tutto il giorno. Ogni tanto escono, e poi rientrano. Il loro mondo è fatto di idee, più che di immagini, e di tante ruminazioni eremitiche che, alla fine, inequivocabilmente, terminano con una grossa cagata. Un mondo in cui non sono ammesse distrazioni e gli intrusi sono mal tollerati, specialmente in una giornata piovosa in cui non passa nessuno. Come quando tu stai a casa tua di domenica pomeriggio, non hai voglia di uscire, fuori piove e, all'improvviso, squilla il telefono. Chi è questo rompicazzo con il carrettino a due ruote e la lucetta fioca?, si saranno dette le mucche. Non sia mai che abbiano uno scatto. Si muovono piano, ma anche bruscamente. Preferiscono spostarsi con lentezza, ma a un certo punto, se registrano qualcosa che li spaventa, si spostano a strattoni. Se si contagiano e cominciano ad agitarsi tutte sono cavoli amari, e non si vede assolutamente nulla. Io mi muovo al rallentatore. Le mucche sono bianche, ma non c'è luce. Quindi è come se fossero nere, o quasi: un po' la luce mia le illumina.
A un certo punto, urto una mucca che stava seduta per terra, e lei ha uno scatto, giustamente. Sono un po' agitato, sarebbe da bugiardi dire adesso che ero calmo, perché questi atteggiamenti revisionistici nei racconti non li posso sopportare. Provo paura, e intanto le scarpe affondano nella merda. Un'esperienza che andrebbe proposta nelle scuole a giovani debosciati col motorino incollato sotto al culo. Se cadessi per terra, sarebbe sconveniente. La mucca che s'è alzata di scatto decide di uscire, mi precede. Alla fine esco fuori anch'io, e la pioggia è un sollievo. Non mi sono accorto della puzza, forse per lo stress, forse la cacca non puzzava.


Il sentiero si allarga e si restringe. Qui sopra è stretto, sembra il sentiero di Ho Chi Min, in Vietnam. Penso che lo zio Ho si sarebbe sentito a casa, qui.

Poi arriva un'altra galleria terrificante.
Galleria del Casalone, 1300 m

Voi vedete la luce, ma la luce dopo un po' di metri non c'è più. Al centro c'è il fossato, e molte lastre di cemento si sono rotte, per cui bisogna stare attaccati a una delle pareti. Io vado a sinistra.

Nella galleria riesco però a pedalare abbastanza bene, sbattendo ogni tanto sul muro, ma è meglio che finire nel buco.

Bello il ponte, e il fiume sotto. Nonostante la strada disastrata, prevalgono le discese.
Sono le gioie del piano inclinato.
(to be continued)

Capranica - Civitavecchia / terza parte


Microsoft Word - 030 Decalogo Pedoni
LONG OLD ROAD (ascoltala qui)

Bessie Smith  (1931), registrato l'11 giugno 1931 a New York

It's a long old road, but I'm gonna find the end,
It's a long old road, but I'm gonna find the end,
And when I get there, I'm gonna shake hands with a friend.

On the side of the road, I sat underneath a tree,
On the side of the road, I sat underneath a tree,
Nobody knows a thought that came over me.

Weepin' and cryin', tears fallin'on the ground,
Weepin' and cryin', tears fallin'on the ground,
When I got to the end, I was so worried down.

Picked up my bag, baby, and I tried again,
Picked up my bag, baby, and I tried again,
I got to make it, I've got to find the end!

You can't trust nobody, you might as well be alone,
You can't trust nobody, you might as well be alone,
Found my long lost friend, and I might as well stayed at home!





Un bel percorso combina sorpresa, stanchezza, scoramento, timore, baldanza giovanile (nonostante l'età avanzata), imprevisti, incontri. Sennò che viaggio è?
I passaggi stretti rompono le palle, ma il territorio non diventa una discarica. Infatti, i mezzi a motore carichi d'immondizia, nonché le moto, s'attaccano al c.
Una tenuta straordinaria

Tratto non ciclabile per Sabrina
Approfitto per salutare i miei "sponsor": le FS per il passaggio in treno, la birra Peroni e il formaggio di Barbarano Romano per il doping e Schwalbe per i copertoni Marathon, pagati cari ma tostissimi.    

Furto di bici e come tentare di prevenirlo

Con la primavera e l'estate si intensifica l'uso della bici e, di conseguenza, aumentano anche i furti. Un recente articolo della Gazzetta di Parma delinea scenari inquietanti che riguardano il commercio di bici rubate. Esiste a Parma, come in molte città italiane in cui circola un grande numero di biciclette, un sistema di furti e rivendite a basso prezzo dei velocipedi rubati. Una specie di girandola irrefrenabile, a tutto vantaggio dei ladri, di cui gli acquirenti si fanno complici e promotori. E anche vittime. Infatti, chi acquista una bici rubata se la vede presto rubare e ne va a cercare un'altra: una specie di bike-sharing molto costoso, e illegale, in cui tutti diventano vittime e carnefici. Solo i ladri ci guadagnano, fino a quando non li beccano. Visto il prezzo basso e le "condizioni di vendita", l'acquirente quasi sempre è ben conscio che sta comprando una bici rubata. Il reato si chiama ricettazione (art. 648 del Codice Penale).

Questo "mercato" riguarda bici di ogni genere, che vengono modificate e rivendute. Un altro discorso va fatto per il furto di bici di qualità superiore. Numerose segnlazioni, con foto della "vittima", sono visibili per esempio sul sito ciclistica.it (vedi qui per un caso recente).
Il furto di bici è odioso per tante ragioni. Quella più importante è che scoraggia i ciclisti urbani, che alla fine desistono dall'uso delle due ruote, dopo aver subito due o più furti. Non è infrequente raccogliere la testimonianza di chi si è visto rubare quattro o cinque biciclette. Questo succede soprattutto nelle grandi città e laddove la densità dei ciclisti sia alta (Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto). Un'alta percentuale di furti scoraggia anche potenziali nuovi ciclisti. Insomma, rubare una bici è anche un reato ambientale!  In passato sono state scoperte organizzazioni criminali che rubavano ed esportavano bici all'estero o comunque in luoghi lontani. Nel caso di bici personalizzate, d'alta gamma, facilmente riconoscibili dagli utenti del web, è probabile che questa sia la loro destinazione ricorrente. Infatti, il costo delle modifiche (riverniciatura, ecc.) sarebbe troppo alto. Il web, in questo senso, è un ottimo deterrente, perché permette di segnalare la scomparsa del proprio cavallo d'acciaio con molta precisione. (È vero anche, però, che una bici costosa può essere trasformata con maggiore vantaggio economico per il ladro.)

Un altra cosa sono le bici "da battaglia", quelle di cui si scrive sul quotidiano di Parma. Mezzi più economici e anonimi a causa della loro grande diffusione, subiscono piccole modifiche e vengono rivendute nella stessa città o nei dintorni.

Come prevenire il furto? 
Se dovete impiegare una bici per piccoli spostamenti all'interno della città, sceglietene una poco appariscente, usata (esiste un mercato legale di compravendita fra privati), con pezzi poco costosi e non facilmente staccabili, a cominciare dalle ruote e dal sellino (quindi evitate gli scanci rapidi).

Seconda regola. Cercate di non lasciare la bici in strada di notte. Il ladro ha tutto il tempo di rubare. Infatti, a prescindere dal tipo di catena e lucchetto impiegato, il fattore tempo è determinante. Tutto può essere rotto, ma se incateno pesantemente la bici a supporti stabili, è probabile che il ladro vada da un'altra parte. In questo senso, potete far uso di un catenaccio stanziale, da lasciare nel luogo in cui abitualmente andate a parcheggiare, e di un altro trasportabile. La bici può essere collocata in salotto, su un terrazzo, nell'androne o nel cortile interno del palazzo (cosa non sempre sicurissima). Può anche essere appesa da qualche parte con vari sistemi (carrucole, pulegge, ecc.), che a me intrigano parecchio.

Cercate di parcheggiare in luoghi chiusi, anche a costo di portare la bici in uno scantinato o un sottoscala.

Valutate l'acquisto di una bici pieghevole che, sebbene mediamente più costosa, può essere trasportata nel luogo di studio o lavoro. A Barcellona e in altre città europee è la scelta prevalente: ciò è dovuto proprio ai ripetuti furti.

Ricordatevi che il ladro può arrivare a piedi, ma anche con un furgoncino, per cui regolatevi di conseguenza. Gli ancoraggi, quindi, devono essere solidi e non trasportabili.

A Pisa e Ferrara è stata adottata la marchiatura delle biciclette, altrove il microchip e altre soluzioni tecnologiche. Si stampiglia un numero di matricola che contraddistingue il velocipede e chi ne è proprietario. Può funzionare in certi contesti, ha effetti dissuasori, ma secondo me, questi sistemi possono ridurre il furto delle bici "da battaglia" di cui si diceva sopra, non quello dei mezzi di alta gamma, personalizzati, ecc.
Esistono in commercio anche allarmi sonori per bicicletta, ci sono molte possibilità. A livello logico, l'unico consiglio che si può dare è di non superare con gli antifurti...il prezzo della bici.

La cosa più importante è dare filo da torcere al ladro. Usare quindi diversi catenacci robusti (u-locks, grosse catene con lucchetti corazzati, ecc.) e parcheggiare in un luogo visibile alle persone di passaggio. Durante la sosta si possono rimuovere sella e cannotto sella, per rendere le cose ancora più complicate. Togliere la catena dalla guarnitura, smontare le ruote, allentare il manubrio, bloccare le leve freno, stringendole con un catenaccio flessibile. Ma la cosa fondamentale è ricordarsi che tutto può essere rotto e tutte le bici possono essere rubate, è solo una questione di tempo. Da qui, ribadisco, il grosso pericolo costituito dalla notte e da tutte quelle situazioni in cui c'è poca gente in giro.

Mi fermo qui, per non rivelare le mie tecniche più segrete. La fantasia per creare problemi a chi ci vuole fregare il nostro cavallo d'acciaio è infinita. Bisogna solo armarsi di pazienza e darsi un po' di tempo per rendere rapide e agevoli le nostre manovre dissuasorie, al momento di legare la bicicletta. Ognuno alla fine metterà a punto le strategie che giudica più convenienti.
Anche la Fiab ha dedicato una pagina ai ladri, che potete trovare qua.

domenica 1 maggio 2011

Capranica-Civitavecchia / seconda parte

Parto alle 9.17 dalla stazione di Monte Mario.
Il treno è puntuale. La stazione è vuota, il treno pure. Ho dormito poco, perché ieri c'era la Critical Mass. Non ho acqua, cibo, mappe, bussola. Niente. Inoltre è un giornata molto nuvolosa.
Sabrina splende, speriamo che le asperità del terreno non le siano troppo gravose.
 
So solo che l'itinerario parte dalla stazione di Capranica-Sutri e arriva a Civitavecchia. Sul web ho letto che la strada è bella e Rossella, ieri, m'ha detto che è in discesa, che l'ha fatta con la bici da corsa e che in una galleria c'erano delle cacche di mucca.
Il bello di Monte Mario è che in un minuto stai in pieno Agro Romano, nonostante le gru e le case in costruzione.
Arrivo a Capranica.

La signora del bar mi dice  dove inizia la pista, ricavata da una ferrovia dismessa, la cui storia potete leggere qua. Ci sono un paio di blocchetti di cemento. Non c'è alcuna indicazione del percorso, né quelle psicopatiche in cui ti dicono tutto, né quelle minimali di un sentiero di montagna. Nulla. Mi piace. E mi piacciono pure i blocchi di cemento e i muri che fanno da barriera al percorso e impediscono che diventi una discarica a cielo aperto. Non trovo i blocchetti di cemento. Incontro un biker in mtb, che mi indirizza per la strada giusta. Per cinque ore e mezza, non incontro anima viva sulla ex-ferrovia. Evidentemente, la giornata non è particolarmente invitante.
Il fondo è buono, all'inizio, e si va spediti. L'itinerario è prevalentemente in discesa, ma presto arriveranno tratti invalicabili per le ruote di Sabrina (20 x 1.35 pollici).

Arrivo alla prima galleria. Mi era stato detto che ce n'erano alcune sul percorso, ma non pensavo che fossero così buie e lunghe. Che faccio, torno indietro? Poi chi ci va giovedì a parlare di questo itinerario alla biblioteca comunale? Vado a Villa Pamphilij e scatto qualche foto alle siepi?
Mi avvicino all'entrata. Gocce d'acqua cadono dal soffitto, risuonando nel nulla. La lucetta a led che ho appresso non illumina niente, a malapena riesco a inquadrare la scarpa per terra, ed è pure mezza scarica. Sono veramente disorganizzato. Scendo dalla bici e mi rendo conto che mi tremano le gambe, ma parecchio. Si chiama strizza. Buio, fine, nulla, annichilimento, morte, inconscio. Entro. Comincio a canticchiare per farmi coraggio. Andando avanti si fa buio totale, cerco di camminare su un lato della galleria per seguire il muro. Chissà cosa incontrerò? Pipistrelli, vampiri, enormi bisce d'acqua. topi mutanti, una gelida mano che mi si posa sulla spalla e che mi grida: "Buon Primo Maggio".
(to be continued)

viaggetto in graziella da Capranica a Civitavecchia

Giovedì 4 maggio, alle ore 18, presso la Biblioteca comunale Rugantino di Roma, via Rugantino, 113 (zona Torre Spaccata-Cinecittà) parlerò del bellissimo itinerario in bici sulla ferrovia dismessa Capranica-Civitavecchia. Intervenite numerosi e pedalanti.
Sabrina si è comportata benissimo. Pensavo si sarebbe fracassata, invece neanche una foratura

Primo Maggio, festa del lavoratori

Ci vuole poco a perdere i tuoi diritti, non ti distrarre.

Da wikipedia (Festa del lavoro)
Il Primo Maggio ricorda le battaglie operaie volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore (r.d.l. n. 692/1923). Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1867[1] nell'Illinois (USA). La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero introdotte anche in Europa.
L'origine della festa risale ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro (Knights of Labor, associazione fondata nel 1869) a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l'evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all'Internazionale dei lavoratori - vicine ai movimenti socialisti ed anarchici - suggerirono come data della festività il primo maggio.
Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (USA) e conosciuti come rivolta di Haymarket. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio quando la polizia sparò sui manifestanti provocando numerose vittime.
L'allora presidente Grover Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un'opportunità per commemorare questo episodio. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse risultare troppo a favore del nascente socialismo, stornò l'oggetto della festività sull'antica organizzazione dei Cavalieri del lavoro.
In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo.