Metro è un quotidiano free-press che da tempo si è impegnato nella diffusione della bici in città, con molti articoli interessanti e originali. Scrive di bici meglio e più dei grandi quotidiani a pagamento.Oggi, a pag. 8, è apparsa un'intervista a Pedro Kanof. Nel 1989, Kanof ha inventato il bike sharing. Dice che l'idea gli è venuta per far risparmiare, perché nel 1989, quando ha inventato il bike sharing, le bici costavano parecchio, mentre oggi se ne può comprare una con 60-100 euro [n.d.r.: è un cesso a cui si staccano e bruciacchiano i pattini dei freni, i pedali, ecc.]. Non è che le bici del bike sharing valgano molto di più, almeno a giudicare dai componenti che montano, comunque sono bici d'uso, stanno sotto la pioggia, ecc. Quanto siano costate è un altro discorso che interessa i revisori dei conti, la magistratura, ecc. Dice Kanof che in Italia è pieno di bici, la gente ne possiede molte, ma le lascia in cantina. «La gente - continua questo uomo saggio - chiede alla mobilità comodità e sicurezza». Per quanto riguarda la comodità, Kanof ha ideato delle stazioni di ricarica per le bici, con allarmi, ecc. Questo ci interessa relativamente. Chiede allora il giornalista, Andrea Bernabeo, dimostrando di essere abbastanza al corrente della tematica, al contrario di altri suoi colleghi: «E la sicurezza? Guardi: la storia delle infrastrutture non attacca: ci vogliono 20 anni per fare 1 metro di ciclabile...». Risponde Kanof...leggete bene:
«Se ci sono è meglio. Altrimenti la massa che scenderà in strada condizionerà le auto, facendole andare più piano delle due ruote. È questa la vera rivoluzione».
3 commenti:
E il principio della critical mass, più o meno
Ma il bike sharing non è nato con le bici bianche di Amsterdam nel 1967?
Sicuramente ha preso l'idea da qualche altra parte, ma l'ha sistematizzata con le fermate a una certa distanza, le tariffe, ecc.
Oh, l'Eroica incombe!
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