La mia amica ciclista Elena, sabato scorso, a Roma, zona Ostiense, è stata presa in pieno da uno scooter. Lui si immetteva sulla strada principale guardando indietro. Si è rigirato troppo tardi. Dice di non averla vista. Poi ha anche provato a dire che era lei che si era inserita e gli si era parata davanti. Un'infermiera, mentre la caricava sull'ambulanza, le ha detto perché non vai sulla ciclabile. Lui si è fatto più male di lei, che cammina, fasciata e illividita, con qualche ferita profonda. Questi scooter purtroppo sono molto più potenti dei cervelli che li guidano.
5 commenti:
A parte la dinamica dell'incidente su cui non entro nel merito, la cosa assurda è l'infermiera che dice cose del genere.
Quelli che dicono cose del genre sono peggio delo scooterista che in teoria non ti impedisce di usare la bici.
Andare in bicicletta in città ed osservare come guidano macchine e scooter i propri simili. Ci si sente subito incredibilmente intelligenti ed accorti. Il guaio è che la sensazione è corretta.
Non mi piacciono queste etichette.
Solo ieri ho incontrato ben 3 ciclisti che invece di passare sulla pista ciclabile passavano in strada o sul marciapiedi.
Due di loro intralciavano le automobili che però li hanno pazientemente sopportati, l'altro si è lanciato in discesa sul marciapiedi parallelo a quello della ciclabile.
Insomma la fetenzia è diffusa, a prescindere dal mezzo, aumentando i numeri aumentano gli esempi negativi, ma certa gente qualsiasi mezzo guidi rimane fetente.
C'è però chi si ammacca e che s'ammazza.
chi s'ammacca e chi s'ammazza, volevo dire.
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