venerdì 4 giugno 2010

Anche se la nazionale italiana di calcio, imbottita di nutella, ha perduto contro il Messico (non me ne frega assolutamente nulla), oggi mi sento animato da spirito patriottico. Mi sono scordato di parlare del 2 giugno. La parata militare, i suoi costi, in epoca di crisi, mettono un po' in ombra il motivo per cui si celebra questa ricorrenza, facendola sembrare al pubblico televisivo più la festa delle forze armate che la festa della Repubblica Italiana. Con l'andare del tempo, poi, i ricordi si offuscano e si semplificano; gli uomini scompaiono e la storia diventa imbalsamata e fredda, mentre forze oscure da lungo operanti tentano di cambiare la Costituzione. Sto leggendo un libro molto bello che si chiama Di sana e robusta Costituzione, intervista di Carlo Alberto dalla Chiesa a Oscar Luigi Scalfaro e a Gian Carlo Caselli, add editore, Torino, 2010. Caselli ricorda quanto ha scritto Piero Calamandrei, una cosa commovente che voglio riportare. «Dietro ogni articolo di questa Costituzione, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, giovani che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta...che è un testamento, un testamento di 100.000 morti. Se voi dovete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione».

1 commento:

Bikediablo ha detto...

fa' riflettere e molto... spero. grazie.
marco