Primo incontro.Venerdì scorso, mi trovavo alla Stazione Termini, in procinto di caricare la bici da corsa sul treno per Formia con il mio solito sistema. Ero in anticipo, il treno era in ritardo e bighellonavo davanti alla bella vetrina della libreria Borri Books. Mi si avvicinano due simpatiche signore tedesche, e mi dicono in inglese che sono due cicliste. Vorrebbero sapere come funzionano le piste ciclabili a Roma, dove si può trovare una mappa e come si arriva a San Pietro con la ciclabile. Ho detto loro: «Lasciate perdere le piste ciclabili. A Roma ci sono solo spezzoni inutili. Vanno bene la domenica per fare una pedalata, ma se volete spostarvi in città andate sulla strada, tenete la destra e state attente se sentire sgasare alle vostre spalle. La ciclabile per San Pietro è a fianco del Tevere ed è lastricata di sampietrini, fa ridere i polli. Non è come in Germania». Questo, devo dire, già lo sapevano. Avevano visto però in una mappa sul web che c’era una pista che arrivava vicino a San Pietro; non sapevano che bisognasse caricarsi la bici in spalla scendere e risalire i gradini e “fare bump bump” per qualche chilometro. Mi dicono che hanno fatto da Arezzo a Roma in bici. Non erano quindi delle sprovvedute. Informo le signore dell’esistenza in Roma di alcune ciclofficine dove è possibile sistemare il proprio mezzo. Ci salutiamo e vado a vedere che ne è del treno. Ieri sera, domenica, torno a Roma dopo la partita; la città è bloccata. Ma, montata la bici, sono andato a casa come se niente fosse. Un idiota, nei prezzi di Piazza Walter Rossi, mi grida dall’auto: «Aoh, comprate la Vespa». Segue da parte mia un promemoria sulle sue spese settimanali di benzina. Poi si svolta su Via Igea ed è tutto intasato. L’auto con i fan della Vespa rimane imbottigliata. Io sogghigno sadicamente: «Ih, ih, vi sta bene. Tie’, mettite in fila».
Secondo incontro. Stamattina, appena uscito di casa, incoccio in tre ciclisti belli carichi di pacchi, li affianco parlando loro in inglese. Invece, con mia sorpresa, scopro che sono trentini, di Rovereto. In sella a tre mountain bike doate di portapacchi, materassini (senza tenda), sono partiti il 22 agosto dal Gran San Bernardo in Val d’Aosta, per percorrere la Francigena. Hanno percorso la bellezza di 950 chilometri, dormendo in ostelli, parrocchie, ecc. Li ho incontrati proprio mentre entravano a Roma. A momenti li faccio deviare su via Pineta Sacchetti; per fortuna proseguiamo insieme sulla Trionfale (che costituisce il tratto finale della Francigena). Li indirizzo per l’ultimo tratto. Bravi ragazzi. È una fortuna (e una specie di miracolo) che anche in Italia ci sia gente che non si spaventa di viaggiare in bici, in un Paese in cui le istituzioni e la media dei cittadini non hanno alcun rispetto per la bicicletta, le sue possibilità come mezzo di trasporto economico ed ecologico, oltre che come come vera e propria fonte di salute. Il ciclista urbano (ed extra-urbano) s’arrangia, ha imparato da tempo a farlo. Sarebbe bello non sentire più tutte quelle chiacchiere sulle ciclabili, il bike-sharing e altre stronzate del genere.
6 commenti:
"Sarebbe bello non sentire più tutte quelle chiacchiere sulle ciclabili, il bike-sharing e altre stronzate del genere. "
Questo è cio' che vogliono anche gli automobilisti.
Amen
bikediablo
Ciao Luca, come va la strada verso Saxa? (in tutti i sensi...)
baci
Caro Bikediablo, converrai che mandare due cicliste tedesche a spasso per Roma sulle ciclabili non è un buon biglietto da visita. Che avrei dovuto fare, dire loro andate solo sulle ciclabili, a Roma sono belle e portano dovunque; oppure usate, se potete, le ciclabili? Non hanno pari nel mondo gli spezzoni di ciclabile usati dai furgoni per scaricare le merci su via Cicerone, la ciclabile che svanisce sulle scale (senza segnalazioni) a Capoprati, oppure quella di sampietrini sul Tevere. È la prova lampante di quanto peso si dia alla ciclabilità urbana. Se poche persone decidono di fare i salti sui sampietrini, di slalomare tra i furgoni a via Cicerone, ecc., si dirà che non ci sono ciclisti a Roma. Allora sì si farà un favore agli automobilisti.
Stessa cosa sul bike-sharing; penso alla piega assurda che ha preso a Roma, divenendo di fatto noleggio bici, manco troppo economico. E se in pochi affitteranno la bici, si dirà che la bici a Roma interessa a pochi, una sparuta minoranza paragonabile ai collezionisti di tappi a corona (quindi elettoralmente inutile) e che quindi è inutile investire su ulteriori progetti. Avrai notato che quando si parla di bici a Roma, si tira fuori sempre la balla dei sette colli, la principale fesseria chiamata in causa per nascondere la totale assenza di politiche sulla ciclabilità nella Capitale.
Io per 1 anno non ho avuto la macchina per svariati motivi. E sono andato SEMPRE in bicicletta. Tranne quando dovevo caricare una ragazza mi facevo prestare la macchina dai genitori. Ora mi sono trasferito a 20 km dal mio posto di lavoro. Prima ero a 9 e non avevo problemi. Ci mettevo 5 minuti in più che in macchina. Ora non ho nemmeno più una bici, perchè la mia è arrivata distrutta dopo l'anno di utilizzo. e già era vecchia. Dopo aver letto il tuo blog ho deciso di cercare una bici da corsa (credo di far prima, anche se io sono un tipo da MTB) e provare ad andare a lavoro così. Mi manca la bici. Per fortuna con un paio di ciclabili belle lunghe mi faccio solo un paio di KM sulla via emilia (!!) per arrivare. Ah, dimenticavo. Tu devi avere una qualche influenza sulla mia mente. Dopo aver letto il tuo libro INTERRAIL MAN a febbraio ho deciso di fare un interrail da solo. E sono tornato la settimana scorsa. Quando pubblicherò il racconto sul mio blog te lo farò sapere. Ciao! Prima o poi dovrò conoscerti di persona!!
"se volete spostarvi in città andate sulla strada, tenete la destra e state attente se sentire sgasare alle vostre spalle"
raccomandazione ed esposizione bellissima, perfetta, da autentico ciclista urbano. concordo perfettamente, anzi, se non ti disturba quasi quasi la uso da qualche parte come citazione
@Corey986: trovo qualche affinità fra l'andare in giro in treno col sacco a pelo e usare la bici. Quando poi le due cose si combinano è la libertà totale; un fai-da-te che fa risparmiare tempo, soldi e aumenta il divertimento. Devi assolutamente entrare in possesso di una bici, poi vedrai che ne vorrai altre. Può andare una mtb (sceglila non ammortizzata, che è più leggera) con ruote spesse 1.40 pollici (o addirittura 1.20) con portapacchi. Oppure puoi crearti una bici da corsa con ruote da 28 mm e portapacchi. Non c'è pioggia, neve, freddo, caldo, traffico che possano fermarti. Con il tempo svilupperai una resistenza fisica che neanche ti immagini.
@Frank: cita pure, forse aggiungerei "occhio agli sportelli e al corpo diplomatico".
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