martedì 27 gennaio 2009

Le aziende automobilistiche piangono

Non ti puoi distrarre un attimo che arriva, puntuale, il pianto (lacrime di petrolio e di coccodrillo) delle aziende automobilistiche, in pratica della Fiat. Marchionne ha detto che si perderanno 60 mila posti di lavoro nella filiera automotive, se il governo non interverrà. I mezzi di trasporto su gomma hanno registrato un calo del 20%, dice. Quindi, in altre parole, un mercato ipertrofico, saturo, registra un calo e tutti a piangere. La massima ipocrisia è poi chiedere aiuti nel nome degli "ecoincentivi", quando ormai il margine di riduzione degli inquinanti è davvero minimo: costa meno fatica battere cassa che inventarsi qualcosa di nuovo. In Spagna oltre 30 mila posti di lavoro in più con le innovazioni dell'energia eolica. Da noi solo Fiat.
Situazione imbarazzante, soprattutto perché Obama ha detto di voler dare un forte impulso alle energie rinnovabili e ai mezzi non inquinanti. Ci siamo arrivati dopo trent'anni. Carter, quando venne eletto alla Casa Bianca, fece montare i pannelli solari; Reagan li fece togliere e via, grandi pacche sulle spalle con i petrolieri e le aziende di automobili.
Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita internazionale, senza ricordare che la crescita infinita non è possibile e che i danni della crescita non hanno prezzo perché riguardano in buona parte le risorse naturali e la vita delle persone.
Ma si continua a piangere per il mercato dell'auto. Quella automobilina che ci misero tra le mani da piccoli, con soldatino e il fucile dei cow boy non era un gioco, ma il destino di un'intera società. Intanto la Fiat, invece di rinnovare, organizza la cassa integrazione per mettere paura. Capitale umano immobilizzato e mandato a casa. L'idea di qualche fabbrica di pale eoliche o di pannelli per cominciare a cambiare non li sfiora nemmeno. Intanto Obama lavora: non vorremmo beatificarlo, ma negli Usa si è parla di rilancio, di parecchi investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Tornerò domani sull'argomento con una prova esilarante, che riguarda l'atteggiamento imbarazzante e ambiguo dei produttori di petrolio.
Oggi ho ripreso la bici. Le ripetute giornate di pioggia possono fiaccare la volontà del ciclista urbano. Sedici chilometri mi sono sembrati un'eternità. Lardo di colonnata e gamba fiacca. Prometto che prossimamente posterò una foto della nuova graziella ruota 24 pollici, che ha sostituito le due versioni precedenti (quella rosa e quella azzurra), mandate alla cicloasta e ora in buone mani.

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