Devi prestare la massima attenzione a quanto io ti dico, perché le cose invisibili nel velocipede sono più importanti di quelle che il tuo occhio può accogliere. La bicicletta contiene i quattro elementi, ma queste cose il volgo non intende e solo a pochi è accordata la comprensione dei misteri ciclistici più reconditi. L’aria sta nelle ruote e solleva il mezzo da terra. Senza aria il velocipede non cammina, come senza aria nei polmoni il ciclista non può inoculare la sua potenza nei pedali. Tutta la linea di trasmissione del movimento è impregnata di fuoco, che risiede sommamente nel movimento centrale e nelle corone, attorno alle quali tutto gira e, in via secondaria, si diparte dai mozzi delle ruote e si insinua fino ai raggi. Lì comincia l’azione della terra, elemento inerte ma prolifico, che risiede in special modo nel telaio, la parte che tutto sorregge e attorno alla quale tutto ruota, fino al sellino, al manubrio e alla forcella, i forcellini dove si pone in diretta comunicazione con l’elemento fuoco. E l’acqua non è soltanto l’acqua della borraccia e il corpo del ciclista, ma soprattutto quella dei liquidi lubrificanti, ovvero olio e grasso. La misteriosa commistione di acqua e fuoco nelle ruote, nel movimento centrale, lo scivolare della catena sulle corone e sui pignoni ben oliati, produce il movimento incessante della rotazione.
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