Non so se devo ringraziare la visita del colonnello Gheddafi a Roma, ma ieri pomeriggio via Camilluccia era completamente intasata: molto probabilmente ho fatto prima io in bici che tutti gli altri nelle scatolette di tonno.
I lavori nel parco pubblico di Tor di Quinto intitolato a Giovanna Reggiani proseguono a ritmi vertiginosi: non è vero che in Italia non si riescono a fare le cose.
Il parco pubblico Giovanna Reggiani, ieri
Basta l'iniziativa di una piccola società sportiva di calcio (evidentemente ricchissima) che vuole fortissimamente vuole realizzare un centro sportivo, un asilo e una palestra per il benessere collettivo, e subito il Comune di Roma gliene dà l'opportunità. Il potere della volontà supera ogni noioso ostacolo burocratico. Anche se il terreno non è stato ceduto ma è in uso per 33 anni. Non so se alla scadenza del mandato è previsto che l'associazione sportiva demolisca il tutto, rimuova le macerie e se ne vada.
Le associazioni ambientaliste sembrano un po' distratte, ma evidentemente hanno capito che si tratta di opere urgenti e necessarie al benessere dei cittadini.
Ho pisciato vicino alla nuova costruzione, anche se in realtà fa cacare.
Poco distante la bella notizia del giorno, perché questo blog non vuole tediare il lettore con cattive notizie, anzi forse sull'esempio di autorevoli media daremo sempre più spazio a notizie meteo, e alle buone, belle notizie che ci rallegrano. Quindi, ecco la buona notizia. A fianco dell'ecomostro è nata una piantina di pomodoro, accudita amorevolmente da qualcuno che l'ha anche legata per farla crescere meglio. Ecco l'immagine della pianta, virgulto che si innalza dalla terra come un segnale di speranza per tutte le pecorelle smarrite alla ricerca della verità. Segno che anche vicino al cemento può nascere la vita, che non tutto è perduto in questa splendida città, che ambisce un po' pretenziosamente alle Olimpiadi del 2020.
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