venerdì 8 giugno 2012

La crisi spiegata in un post

«Stiamo pagando le conseguenze di uno dei più gravi errori finanziari mai commessi. Per un'intera generazione il mondo, con al centro l'asse formato da Londra e New York, ha abbracciato la teoria errata che il credito e la finanza potevano crescere molto più rapidamente dell'economia reale. Tutti [n.d.r.: ???] erano ciecamente convinti che in un regime di libero mercato le banche fossero infallibili. Il libero mercato non sbaglia, dicevano, succede solo alle maldestre burocrazie statali. E invece ha sbagliato, provocando la crisi del 2008. Se i governi non avessero sostenuto le banche con migliaia di miliardi di dollari, euro e sterline, ci sarebbe stat una crisi molto peggiore. Ma anche se le banche hanno potuto continuare a svolgere le loro attività, le migliaia di miliardi di debiti che avevano accumulato non sono scomparse nel nulla. E dato che i governi hanno garantito i depositi, come in Irlanda, o hanno dovuto iniettare nuovi capitali, come ha fatto di recente la Spagna, i debiti delle banche pivate sono diventati debito pubblico».

Will Hutton, "L'austerità ha fallito", The Observer, trad. it. Internazionale, 8 giugno 2012, p. 17.

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