venerdì 29 maggio 2009

Pedali d'acciaio al Giro d'italia alternativo



Ultime tappe del Giro d'Italia alternativo della Fiom. In un momento in cui la siderurgia italiana soffre. Un gruppo arriverà da Terni, un altro è in viaggio da Pomigliano d'Arco: destinazione L'Aquila, dove i metalmeccanici arriveranno domani.

giovedì 28 maggio 2009

Critical...



Critical Muss




Critical Mess




Critical Miss




Critical Moss




Critical Mass

Ciemmona 2009: imperdibile




Venerdì 29 maggio > 7° Compleanno di Critical Mass Roma
ore 18.00, Piazza delle Masse Critiche (Piramide)
Al termine: grande asta di biciclette,
cena e concerto dei "Radici nel Cemento"
presso il L.O.A. Acrobax,
via della Vasca Navale, 6 (Ponte Marconi)

Sabato 30 maggio > Critical Mass Interplanetaria
ore 15.00 partenza da ogni ciclofficina romana
ore 16:00 Giardini della Basilica di San Paolo
Al termine: cena all'ex-scuola 8 marzo occupata
in via dell'Impruneta 51 (Magliana)
ore 24:00 Critical Mass Notturna, si torna in massa al centro

Domenica 31 maggio > Massa Critica balneare, tutti a Ostia!
ore 11:00 Rotta verso il mare
Partenza da Piazza delle Masse Critiche (Piramide)

mercoledì 27 maggio 2009

Luce anteriore da zaino

Tempo fa ho comprato un faro a led cinese e l'ho descritto qui. Rimaneva il problema del posizionamento sulla bici. La luce che emette è forte e permette di illuminare, non solo di essere visti di notte. Dopo qualche prova, l'ho lasciato lì a decantare. Alla fine si è accesa la lampadina, anzi il led. Ho fatto tre buchi con il trapano nella parte posteriore, vi ho legato un cordino e l'ho legato allo zainetto in questo modo. Sul dorso dello zaino c'è la luce rossa, davanti quella bianca. Si sale in bici e si va con le luci accese. Se la luce bianca serve per controllare il mezzo, basta togliersi lo zaino.

martedì 26 maggio 2009

Ciclisti: comportamento esemplare

Sono dati diffusi ieri dall'Aci. Interessante notare la presenza dei ciclisti in fondo alla classifica con sole 267 infrazioni. Dati su cui riflettere.



LE PRIME 40 INFRAZIONI SULLE STRADE URBANE VIOLAZIONE MULTE

1 Inosservanza di obblighi e limitazioni della circolazione nel centro abitato: 6.654.163

2 Disciplina dell’arresto, della fermata e della sosta fuori e dentro i centri abitati: 2.192.985

3 Superamento dei limiti di velocità: 227.018

4 Possesso dei documenti della circolazione: 167.299

5 Inosservanza della segnaletica orizzontale e semaforica: 118.595

6 Mancato uso di lenti o uso di radiotelefoni o cuffie: 114.904

7 Revisione dei veicoli: 51.424

8 Uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta dei bambini: 49.840

9 Obbligo di assicurazione: 29.640

10 Velocità non moderata in relazione alle caratteristiche della strada: 28.941

11 Disciplina del cambio di direzione e di corsia: 19.522

12 Obblighi di precedenza: 19.354

13 Inefficienza dei dispositivi di frenatura, illuminazione, clacson e silenziatori: 14.867

14 Pubblicità abusiva lungo le strade: 13.705

15 Posizione dei veicoli sulla carreggiata, uso delle corsie, marcia per file parallele: 11.475

16 Uso del casco: 10.281

17 Limitazione dei rumori de silenziatori e degli apparati radio: 9.435

18 Inosservanza di obblighi, divieti e limitazioni della circolazione fuori centro abitato: 9.389

19 Guida senza patente o con patente sospesa: 8.690

20 Comportamento dei conducenti verso i pedoni: 6.013

21 Disciplina del sorpasso dei veicoli: 5.835

22 Guida in stato di ebbrezza alcolica: 5.631

23 Rispetto della distanza di sicurezza: 4.556

24 Uso dei dispositivi di illuminazione nelle ore notturne e in caso di scarsa visibilità: 3.294

25 Tutela delle strade, dei manufatti e della segnaletica: 3.217

26 Trasporto di persone su motocicli e ciclomotori: 3.176

27 Comportamento dei conducenti in caso di incidente: 3.170

28 Disciplina dell’uso delle targhe per i veicoli a motore: 1.851

29 Trasporto di persone sugli autoveicoli: 1.681

30 Comportamento dei pedoni: 1.539

31 Trasporto di cose e superamento limiti di peso del veicolo: 1.409

32 Circolazione dei ciclomotori (contrassegno di identificazione, alterazione motore): 1.398

33 Età minima e requisiti per la guida: 1.330

34 Norme sulla sistemazione dei carico sui veicoli: 1.032

35 Rispetto dei tempi di guida e di riposo dei conducenti dei veicoli pesanti: 973

36 Irregolarità nella compilazione del foglio di registrazione del cronotachigrafo: 895

37 Guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti: 750

38 Installazione, alterazione, manomissione del cronotachigrafo: 334

39 Norme di comportamento dei ciclisti: 267

40 Ingombro della carreggiata, segnalazione e traino dei veicoli in avaria: 246


TOTALE PRIME 40 INFRAZIONI 9.800.124
TOTALE MULTE DELLE POLIZIE LOCALI IN CITTA’ 12.642.100

Fonte: Direzione Studi e Ricerche dell’Automobile Club d’Italia – anno 2008

venerdì 22 maggio 2009

I triciclisti

Grazie alla riproposta di Rotafixa ho letto I ciclisti, poesia monovocalica di Gianni Micheloni risalente agli anni Settanta. Mi ha stuzzicato l'appetito. È nata così I triciclisti. Eccola qua:


I triciclisti


Gli invincibili triciclisti
in giri infiniti rimiri.

Rividi gli inizi mitici,
di bici fini,
gl’iridi difficili:
ciclisti in biblici Giri,
in clivi striminziti,
sfiniti di sprint.

Vivi gli spiriti incivili,
stitici mimi, visi lividi
intrisi di princìpi cinici.
Fischi di vigili invisibili,
litigi, insipidi riti.

Ti ripigli in ripidi siti,
Brividi di indirizzi distinti.

M’incisi i ciclisti critici, vivi,
in giri lirici,
privi di limiti.

In glicini, fichi, mirti,
in lisi triclini di vitigni,
i ciclisti critici vidi sfiniti,
brilli di vini tipici.

I visi sì pinti,
pipì di spritz:
drin, drin.


(Luca Conti, 18 maggio 2009)

giovedì 21 maggio 2009

Quel che non c'è non si rompe

Ripensavo al libro di Marc Augé sulla bicicletta, che ho in qualche modo recensito nel post precedente. È meno utile di quanto pensassi all'inizio. D'accordo, potrebbe andar bene come prima lettura per coloro totalmente a digiuno dell'argomento. Un po' troppo teorico, gli argomenti scorrono via, come una visita a Firenze su un bus turistico. Recensito da molti giornali a tutta pagina, il libro esce al momento giusto poiché, nei ritmi annuali dei mezzi di comunicazione, maggio è il mese della bicicletta, anche se qualcuno, più furbo, inizia a parlarne a fine aprile. La bella stagione, il Giro d'Italia, quest'anno gli incentivi, ecc., mettiamoci pure la Critical Mass Intergalattica. Ma a giugno è tutto finito: si passa alle creme solari.
Sarebbe meglio leggere l'Elogio della bicicletta di Ivan Illich. Tutt'altro peso assume la critica della società motorizzata, il sistema fagocitante in cui si intersecano indissolubilmente industria, commercio, urbanistica, educazione. O forse me lo ricordo male? Certo, a chi ha un qualche interesse per il ciclismo urbano – interesse concreto, non ideale o, peggio ancora, strumentale a secondi fini –, farebbe bene la lettura di tutto Illich, le cui opere si ristampano poco.
Dice Illich: lo stato di necessità contraddistingue gli uomini di ogni epoca; la nostra società ha delegato alcune figure professionali al soddisfacimento di questi bisogni; la risposta ai bisogni primari viene affidata a figure specializzate che obbligano gli appartenenti alla comunità a rivolgersi a loro, sia per i beni che per i servizi. Il risultato è una sovrapproduzione sia dei beni sia dei servizi. Così, da un lato, si inquina, si distruggono le risorse naturali, riduce le nostre capacità manuali e creative; l'altra, annichilisce le nostre capacità di discernimento in innumerevoli campi, estetico, culturale e politico. E poi, diciamolo chiaramente, l’eccesso di servizi non richiesti ci assilla.
È evidente come l'uso dell'elettronica, del software, dei formati proprietari, dell'usa e getta, delle carte prepagate, ecc. abbiano intensificato questo processo di impoverimento individuale. La bici, ma anche il riuso e la riparazione, sono mezzi per indebolire la nostra dipendenza da questo sistema che, per comodità e convenienza economica, vorrebbe tutti dipendenti al 100%. Un esempio: se vuoi una copia della chiave elettronica della tua auto, devi rivolgerti all'azienda costruttrice: costa magari 200 euro e, se vuoi accendere l'auto, non puoi fare altrimenti. Anche la scheda elettronica dell'auto costa moltissimo e non puoi toglierla. È utile? Qualcuno ti spiegherà che lo è, ma l’industria su questo ha la coscienza sporca. Come diceva un saggio marinaio a proposito di barche a vela, quello che non c’è non si può rompere.
Con questi sistemi elettronici che fanno molto effetto moderno, sei dipendente a vita (la vita dell'auto) dal fabbricante. Mannaggia a me e a quando mi sono fatto convincere a mettere il cancello ad apertura automatica: spese, problemi, il braccio saldato male che si dissalda, oliare, pulire, tutto per non aprirlo a mano. In questi casi tutti a giustificare: “Come fai quando piove?” Altro esempio. Hai un file di un certo programma: lo apri solo con quel programma. Posseggo un'intera scatola di alimentatori, che ho conservato, perché funzionano tutti. Ma c'è un problema: se la presa è la stessa, perché non si può pensare di far cambiare le prese ogni volta (sarebbe antieconomico...), l'attacco dall'altra parte è sempre diverso. Ora, o possiedi le capacità tecniche per saldare nuovi attacchi o scovare degli adattatori (venduti peraltro a un discreto prezzo) o ti rassegni a comprare un nuovo alimentatore. Pensate all'inquinamento prodotto dalla mancata compatibilità degli alimentatori con gli strumenti elettrici che vi si collegano.
Poi ci sono le sirene della “modernità”: se devi rinnovare la casa, ti propongono subito i motori elettrici per gli avvolgibili, l'aria condizionata, il sistema d'allarme ultimo modello, che costa 5000 euro: i ladri, almeno a casa mia, ruberebbero meno soldi.

martedì 19 maggio 2009

Il bello della bicicletta

Stamattina leggevo il nuovo libro di Marc Augé, Il bello della bicicletta, Bollati Boringhieri, Milano, 2009, appena uscito. L'antropologo francese, noto per il concetto di “non luogo”, ha sentito l'esigenza di dedicare un pamphlet di 65 pagine alla bici. Non ci sono idee particolarmente nuove, ma viene ribadita l'importanza di questo oggetto nelle trasformazioni reali e ipotetiche del vivere quotidiano. Ma il punto di partenza è un altro. L'importanza della bici nell'esistenza di ogni individuo, il suo ruolo determinante nell'infanzia di ciascuno: «La bicicletta fa parte della storia di ognuno di noi». Si parva licet, lo stesso concetto ho cercato di chiarire nel mio articolo Di chi è la bici? Non è di nessuno perché è di tutti, un testo che ho postato a puntate su questo blog e che uscirà nel numero di giugno della rivista Lo Straniero (mi dicono). La bici regna in molte infanzie, ne costituisce un aspetto simbolico, rituale importantissimo, quasi iniziatico, basti pensare a quando abbiamo imparato ad andare senza rotelle. Non per dire che ho doti profetiche o che ho copiato, ma per sottolineare la concretezza di questo aspetto. Augé indugia sul rapporto tra uso individuale del velocipede e l'epopea dei Tour e dei Giri. La conquista della libertà, incarnata dall'imparare ad andare in bici, è un modo per rapportarsi con il mondo. Il sottoscritto notava che questo aspetto viene da tempo strumentalizzato dal mondo pubblicitario per proporre i prodotti più diversi, molto spesso automobili.
Dopo aver parlato del Velib' parigino, il bike sharing, e dopo aver notato che nella capitale francesce (e in molte altre città europee) «la rivoluzione dei pedali non è ancora avvenuta», Augé passa a trattare gli esempi di città virtuose nell'uso della bicicletta. Parla di La Rochelle in Francia e di alcune città italiane (Modena, Bologna e Parma – viene omessa invece Ferrara).
«La sfida risiede proprio nella difficoltà di conciliare le esigenze della megalopoli planetaria (il decentramento e l'estroversione di un insieme aperto al mondo, che importa ed esporta quotidianamente persone, prodotti, immagini e messaggi) e quelle della città concepita come luogo di vita, un ambiente intimo, forte dei suoi punti di riferimento e dei suoi ritmi quotidiani».
Direi che questi due aspetti convivono, e sono in lotta, in tutte le città moderne, anche le più piccole. Una realtà fatta di grandi arterie stradali, centri commerciali, luoghi pubblici e un'altra in cui si cerca di instaurare un ritmo più lento: abitazioni, parchi, scuole, mercati, luoghi di incontro. L'impulso (politico) dato all'uso urbano della bici, afferma Augé, potrebbe trasformare il volto delle città, ridefinirne gli usi e le funzioni. Un concetto chiave, segnalato da molti e disatteso dalla stragrande maggioranza degli amministratori pubblici.
Grande gioia mi procura la celebrazione del ciclista urbano parigino fatta da Augé (pp. 47-52), in particolare sulle personalizzazioni del mezzo, del vestiario e sul valore simbolico, oltre che concreto, dello stare in bici, dell'essere in qualche modo “personaggio”: non siamo una massa di folli, siamo oggetto di studi antropologici (e non zoologici) da parte di un grande accademico francese!
«Le tentazioni alla passività, che molti individui subiscono nella relazione con i vari mezzi di comunicazione, svaniscono non appena si mettono in sella». Pedalare aiuta a pensare meglio, a esercitare la critica. Ce la fai fatta ad andare a scuola o al lavoro in bici, quando persone passive, normali, refrattarie avevano detto che tutto ciò non era possibile.

lunedì 18 maggio 2009

Una Critical Mass al Giro d'Italia

Al Giro d'Italia, ieri a Milano protesta dei ciclisti in gara, dopo tre cadute. Alle 15.45 scatta l'ammutinamento. Dicono: Milano per le bici è troppo pericolosa. Parla Di Luca, attuale maglia rosa, in rappresentanza degli altri. “Troppe auto, troppe strettoie, le rotaie del tram, gli spartitraffico”. Come si fa a correre in strade del genere? Scatta quindi la protesta. A passo d'uomo. Organizzatori e manager arrabbiatissimi, pubblico perplesso. Si scatta a tre giri dalla fine. Dopo qualcuno dei ciclisti si pente.

venerdì 15 maggio 2009

Hai mica...?

Mi capita sempre più spesso. Qualcuno chiede: «Tu che hai a che fare con le bici (sottinteso: sei un psicopatico della bici, monomaniaco, autistico, guardi più le bici che le donne, lavori gratis per le bici, sei affetto da ciclofilìa acuta, arrivi al lavoro in condizioni impresentabili, ti licenzieranno e te la sarai cercata, poi non ti lamentare, e chi più ne ha ne metta), avresti mica una bici per me?».
Ogni volta rispondo: «Non lo so, a casa forse ho un telaio, puoi andare a vedere in qualche ciclofficina, però devi aggiustartela da solo».
«Eh, no, beh, sai non ho tempo, il lavoro, la famiglia, poi io non sono capace (sottinteso: io, ingegno leonardesco, impegnato in alte speculazioni filosofiche e antropologiche, come potrei mai sporcarmi le mani con il grasso e il diesel per approntare un mezzo a due ruote) sai, ci vuole troppo tempo».
«Allora potresti vedere su giornale di annunci, su ebay (ma stai attento ai prezzi)».
«Ah, guarda, ho visto una bici da corsa in acciaio, di quelle vecchie, sai quanto volevano? 80 euro. Una cosa pazzesca».
«Non lo so, vai a vedere se c’è qualche telaio che ti piace, chiedi in giro, poi ti devi cercare i pezzi».
«Sai,. Io sto cercando una bici telaio 53, meglio se 53 e mezzo, molto leggera, perché vorrei usarla a Fregene dal 10 al 20 agosto per andare in spiaggia; ne ho già una ma pesa troppo. Mi piacerebbe una di quelle fatte di quel metallo, come si chiama? Ah sì, titanio, anche se il telaio dovesse essere un po’ graffiato, va bene lo stesso, sai, credo molto nel riuso. Magari con i cerchi a profilo alto a 32 raggi, no beh a 36 pesano troppo. Guarda , non c’è problema, se serve posso abbassarmi da solo il sellino».

martedì 12 maggio 2009

Sull'articolo "Ciclisti, un morto al giorno"

Mi è stato più volte mostrato dai colleghi, simpaticamente, l'articolo uscito ieri su La Repubblica. Ho letto qua e là il forum sviluppato dai navigatori sul sito del giornale. Si badi bene, l'articolo sulla bici è apparso nella rubrica "motori". L'autore, Vincenzo Borgomeo, ricorre a un'affettuosa metafora: «Avete presente il numero dei ciclisti che partecipano al Giro d'Italia e quelli che fanno il Tour de France? Immaginate un maxi incidente in cui muoiano tutti sul colpo. È questa la tragedia che si consuma sulle strade italiane», ecc.
Propongo una versione alternativa:

Avete presente tutti i giornalisti che si occupano di automobili? Immaginate un maxi incidente, mentre provano il nuovo Hummer, esercitando il loro severissimo giudizio critico, in cui muoiano tutti sul colpo.

Non è una notizia più allettante? Da ieri, comunque, mi gratto in continuazione. Le statistiche date nell'articolo verranno pubblicate integralmente dal Centauro, organo ufficiale dell'Asaps, Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale. Il centauro, quello vero, per quanto vero possa essere, non andava a motore. A rigore, il centauro dovrebbe parlare della polizia a cavallo. Tornando a un tono serio, dico che purtroppo la polizia stradale non lavora nelle città. Il controllo della velocità dei veicoli viene controllato in città da...Da chi viene controllato? Dallo zio Peppe. Non ci sono neanche gli autovelox e tutti scorrazzano impunemente.
Comunque, passo oltre. Al di là delle nostre lamentazioni ciclistiche, pochi si interrogano su chi uccide i ciclisti nelle strade, meno che mai lo fanno i responsabili delle rubriche motori. Scrive Borgomeo: gli automobilisti bnon rispettano chi va in bici, ma i ciclisti (secondo lui) rispettano poco il codice. Quindi finisce 1-1. Tipo un concorso di colpa generale, tutti a casa e tutti zitti. (Chi aggiunge qualche altra cosa è comunista e mangia i bambini. In questo modo siamo finiti nella merda.) I benzinomani hanno forse la coscienza sporca? Ovviamente l'articolo del supplemento motori non approfondisce; sarebbe troppo imbarazzante. Meglio parlare delle auto verdi. Se gonfi le ruote e pulisci la carrozzeria inquini di meno, che bello!

lunedì 11 maggio 2009

Critical Mass: manca poco, preparate il mezzo

VI CRITICAL MASS INTERGALATTICA
29/30/31 MAGGIO 2009
RIPRENDIAMOCI LE STRADE !





PROGRAMMA

VENERDI 29 MAGGIO 2009: 7° compleanno Critical Mass Roma
ore 18.00 Critical Mass a P.le delle Masse Critiche (già P.le Ostiense)

SABATO 30 MAGGIO 2009: 6° Critical Mass Intergalattica, ovvero la Ciemmona
ore 15:00 partenza dalle varie ciclofficine
ore 16:00 appuntamento generale alla Basilica di San Paolo per la partenza

DOMENICA 31 MAGGIO 2009: Tutti al mare

L'abuso dei mezzi a motore nelle nostre città ha peggiorato la qualità dell'aria e della vita stessa. Il traffico è una condanna quotidiana a cui tutti si sottomettono, pensando di non avere un'alternativa. La diffusione di automezzi e motocicli sempre più potenti e ingombranti non fa che peggiorare questo stato di cose. Ma l'alternativa c'è ed è molto semplice. Si chiama bicicletta. Non date retta a chi vi dice che a Roma ci sono i sette colli, che in bici si suda, che bisogna essere allenati e che è impossibile usare la bici come mezzo di trasporto quotidiano. In molti già lo fanno, da gennaio a dicembre. Quasi nessuno è tornato alle vecchie e penose abitudini. Come mai? Andando in bici si sta meglio, si risparmiano tempo e soldi, il traffico e il problema dei parcheggi non esiste più.
Andare in bici al lavoro non costa quasi niente: per questo non se ne parla molto. Se si parla di bici si parla dei modelli in vendita, in una dimensione idealizzata di foto a grande formato, della bella bionda e il macho latino che in tarda primavera vanno in mezzo ai prati per tenersi in forma. Ma la bici è molto più semplice e a portata di mano.

Le grandi arterie stradali hanno diviso a fette le città e reso quasi impossibile una vita socievole. Ciascuno impreca all'interno della sua auto e l'aggressività cresce di giorno in giorno.
La Critical Mass è una festa in cui i ciclisti sorridenti riempiono le strade, creano il traffico, contro le logiche capitalistiche del consumo esasperato, in cui l'individuo viene abituato a vivere tra gli ingranaggi di una macchina sociale che ha come suo fine principale l'aumento dei consumi, il raggiro sistematico e il depotenziamento delle nostre facoltà di discernimento, tecniche e manuali.


http://www.exlavanderia.it/ciclofficina/multimedia.htm

venerdì 8 maggio 2009

Vigili in bici a Roma e problema canino

Si dice (stava su Metro di ieri, 6 maggio 2009) che forse anche a Roma avremo i vigili urbani in bicicletta. L’idea nasce da un’intesa tra Assessorato all’Ambiente e Polizia municipale. L’assessore Fabio De Lillo ha detto: «Tra breve faremo un accordo per creare delle pattuglie in bicicletta attraverso le quali monitorare il tracciato delle piste ciclabili». Te Deum laudamus. Ma è la traduzione temporale di quel “tra breve faremo un accordo per” a preoccuparmi un po’. Un mese, tre mesi? Nel tratto che percorro abitualmente c’è un gran casino: poliziotti a cavallo (che lasciano il segno), vigili in motocicletta con occhiali scuri – what’s american boy –, automobili dei vigili; un po’ di tempo fa c’era anche il blindato dell’esercito, spesso si vedono auto della polizia. Insomma manca solo la Finanza e la Forestale!
Un’ultima parola dell’assessore De Lillo è dedicata ai recenti assalti di cani ai ciclisti. Mi è capitato un paio di volte di vedermela veramente brutta e posso dire di conoscere il problema. Quello che mi stupisce è la risposta dell’assessore: «Si tratta di cani appartenenti a dei pastori, non possiamo intervenire direttamente, ma il controllo [Rotazioni: suppongono dei ciclovigili del futuro prossimo o remoto] riguarderà anche questo fenomeno». Ma i pastori godono dell’extraterritorialità? Sono cittadini vaticani? Perché non possiamo fare niente?
Dispenserò la mia esperienza ai quattro venti del web, ben sapendo che non sono solo gli appassionati di ciclismo urbano a leggere queste righe, ma anche addetti ai lavori del settore comunicazione/giornalismo, quel che ne resta almeno. I cani diventano aggressivi quando il pastore si assenta. Se c’è il pastore stanno buoni. Ogni gregge ha di solito più di un cane, anche cinque, e quando circondano il ciclista fanno a gara a chi abbaia più forte. Altri cani non danno mai fastidio al ciclista o fanno un po’ di scena e basta. Il ciclista urbano in caso di pericolo canino: 1) deve pedalare come un pazzo (per questo mi piacciono le ruote sottili e le belle corone sostanziose), lanciando opzionalmente acqua, miccette e raudi alle sue spalle; funziona molto bene un urlo fortissimo contro la faccia del cane, sempre tenendo un occhio aperto sui propri polpacci ; 2) nei casi in cui il cane o i cani anticipino sulla strada il ciclista, bloccandogli il passaggio, allora il ciclista scenderà a terra, userà la bici come schermo e camminerà imperterrito per la sua strada, lentamente e incessantemente; se ci si ferma, i cani aumentano il volume.
Pare di capire che è inutile chiamare la municipale, perché “non ci possono fare niente”.

Il miracolo di Santa Graziella Scatenata


Nei giorni scorsi, è uscita una notizia: una donna malata è guarita durante un pellegrinaggio a Lourdes. Si è gridato al miracolo, la signora è stata invitata in tv, dove ha raccontato commossa la sua storia. Insomma, una buona notizia. Non ci soffermiamo qui sulle varie interpretazioni di questo fatto, su tutti coloro che durante viaggi del genere non sono guariti (le percentuali sarebbero impietose), ecc. Invece, vorrei raccontare un caso di guarigione che mi ha riguardato. La forza miracolosa, in questo caso, è stata una bici da corsa. L'entità superiore può identificarsi, credo, in Santa Graziella Scatenata, che ci protegge tutti.
Devo spiegare come mi sono procurato il mio malanno fisico. Ho scoperto per strada una porta, completa di montante e persino della chiave nella toppa. Avevo bisogno di una porta, perché a casa avevo un passaggio dalla scala a chiocciola alla cucina, dove d'inverno l'aria calda scappava via e la bolletta del gas mi faceva incazzare molto. Siccome sono un monnezzaro patentato, ho pensato "slurp" e ho caricato la porta sulla mia inquinante, portandomela a casa. Non pensavo che la porta si sarebbe adattata al buco; infatti era più grande. Allora ho allargato il buco, prima segnando esattamente il taglio, poi incidendolo con il frullino e alla fine spaccando tutto con scalpello e mazzetta. Nubi di gesso nell'aria e alla fine le cose andavano quasi bene.
Qui mi sono fatto male. Progredivo con tecniche piuttosto sommarie; non mi mettevo a misurare i millimetri e davo qualche colpetto di scalpello di tanto in tanto per allargare il passaggio. Nei numerosi tentativi di provare le misure, spostavo la pesante porta con tutto il montante e la collocavo nella sua sede; muovevo il tutto, cercando una soluzione soddisfacente, tendendolo in equilibrio con mani e piedi. Spostavo con il piede tutto quel peso. Quando ho cominciato a fare i buchi per gli stop, già sentivo alla schiena un dolore consistente. Mi era venuta una sciatica, credo, o comunque uno strappo muscolare molto forte che mi sono portato appresso per più di un anno. Dolore sintomatico sulla natica, fisso giorno e notte. A un certo punto si è un po' attenuato, ma rimaneva intenso e fastidioso.
Continuavo a essere afflitto da questo dolore e, nel corso di una perlustrazione alla ricerca di due ruote da corsa, l'eccellente meccanico Colopardi mi proponeva una bici da corsa intera. Una Lazzaretti degli anni Ottanta, con ruote nuove a 110 euro. Un prezzo buono. Un po' piccola di telaio, ma per cominciare andava bene (adesso l'ho smantellata). Ho iniziato a muovermi nel traffico con questa nuova postura e ci ho preso veramente gusto. Così ho cominciato per la prima volta a fare i chilometri sul serio. Non la Parigi-Brest-Parigi, ma 60-80 Km di fila. Qui scatta l'azione di Santa Graziella. Nel giro di qualche mese il dolore scompare per sempre. La posizione sul manubrio da corsa e il mulinare sui pedali compiono il miracolo. Adesso la porta è al suo posto e anche la natica. Amen.
No, ricomincio. Come su certi muri di Roma, mi piace appendere qui sotto un po' di ex-voto di Santa Graziella reperiti sul web. È davvero commovente vedere di quanta fiducia goda questa entità immateriale fra i ciclisti di tutta Italia.





giovedì 7 maggio 2009

Incentivi per la bici: parte pratica

Pare che la situazione riguardante gli incentivi per l'acquisto di bici - ottenuti dall'Ancma per bici fino a 700 euro e pari al 30% del prezzo (senza rottamazione) -, nella realtà sia molto incerta e confusa, come spesso accade. Non tutti i negozianti e non tutte le aziende produttrici hanno aderito, per dirne una Carnielli [Alberto mi comunica che anche Carnielli ha aderito]. Invece alcune fabbriche straniere, come Cannondale e Specialized, hanno deciso di partecipare. Alcuni negozianti, pare che abbiano un po' timore dei rimborsi lenti e delle lungaggini burocratiche. La primavera "tira" di suo nelle vendite, nonostante la crisi. Da ciclista urbano, credo che se qualcuno compra una bici per la prima volta e comincia ad andarci è un'ottima cosa, che nel tempo ci avvicinerà alla cultura ciclistica dei Paesi sviluppati. Parlo di politica della bici per uso quotidiano; per quanto riguarda la fuizione sportiva del mezzo, seppure concentrata nel settore pensionati, cicloamatori, ecc., possiamo dire, guardando le vendite che non stiamo messi male. Ma la bici come mezzo di trasporto giornaliero è un'altra cosa.

mercoledì 6 maggio 2009

Proprio come la volevo

Ho impiegato molto tempo, specialmente a...trovare il tempo, ma alla fine ho messo la parola fine al nuovo assetto della mia Bottecchia. Pagata una settantina di euro su Portaportese qualche anno fa, ho cambiato prima movimento centrale e guarnitura; e adesso freni (v-brakes Shimano deore, nuovi, leve comprate su ebay a 8 euro). Poi ho levato quel cavolo di cambio con le manopole shimano e riesumato le vecchie levette non indicizzate Sachs-Huret, oggetti che hanno trent'anni e che non hanno mai tradito.
Urlo qui il mio godimento nel cambiare le marce con levette non indicizzate e depreco l'uso di quella paccottiglia indicizzata e piena di plastica, di rotelline: mi fa schifo e la eliminerò da tutte le bici (ne è rimasta una con quella roba addosso, ma la sto sottoponendo a un drastico remake, che ha già eliminato un'altra assurda usanza dei tempi moderni: la forcella ammortizzata).
E poi le ruote, formate da cerchi Ritchey, mozzi Shimano deore, con copertoni Ritchey da 1 pollice. Molto fini, così la bici è da corsa, ma con la frenata dei v-brake. Il mezzo va come un treno, ma è anche agile. Strumento per ciclismo urbano. Questo mi va bene particolarmente in questa stagione di piogge che ha appesantito la gamba; bisogna scioglierla con qualcosa di più leggero della corona 53. I portapacchi li ho tenuti, perché basta montare due copertoni da 1.20 o da 1.40 per caricarla un po'.

Qui vedete il bolide parcheggiato ieri sull'insulsa via Trionfale detta bis. Una strada nuova, finita di costruire l'anno scorso, ma priva di piste ciclabili. Quindi una strada illegale, che va contro le normative europee, nazionali e regionali, priva anche di marciapiedi e di fermate dell'autobus. Una strada in cui la velocità massima consentita è di 50 Km/h - limite insistentemente ribadito dalla segnaletica -e in cui tutti vanno impunemente almeno a 80, sorpassano a destra, fanno il cazzo che gli pare. Ma gli autovelox a Roma li hanno vietati?
Sullo sfondo delle foto vedete alcuni schiavi del motore a scoppio in coda sul Grande Raccordo Anulare.

Sipario:


Poi, lentamente, la prospettiva si allarga e...


martedì 5 maggio 2009

Omologarsi ed estinguersi

Il governatore della Bank of England, Mervyn King, da qualche tempo si dedica allo studio delle società animali. Ha recentemente consultato Lord Robert May, celebre zoologo docente a Oxford; adesso, per spiegare la crisi economica, ricorre ad ardite analogie. Banchi di pesce, comportamento delle api attorno a un fiore, predatori e prede servono a spiegare il tracollo finanziario e, implicitamente, anche i futuri e forse più imprevedibili tracolli. Fin quando si gioca nella stanza dei bottoni, privi di contatti con la produzione reale, appassionati alla carta straccia della finanza creativa, è probabile che tutto ciò accada sempre più spesso. Le società occidentali saranno sempre più vulnerabili, e anche pilotabili. Ma qual è, secondo voi, la chiave di volta, il distillato di saggezza che Mr. King ha estratto dalle altolocate frequentazioni zoologiche con Lord May?
Andrew Haldane, direttore della Bank of England, contagiato - più o meno spontaneamente dai parallelismi di Mr. King, ha dichiarato nel corso di un convegno svoltosi ad Amsterdam la settimana scorsa: «Nello spiegare il collasso della popolazione ittica e della finanza la mancanza di diversità sembra il denominatore comune».
La stessa sensazione è percepita il ciclista urbano quando, come molto spesso accade, qualcosa s'inceppa nel rugginoso e irrazionale sistema stradale di una grande città. Una buca, un semaforo rotto, un'auto in seconda fila e tutti si ferma, tutti suonano in coro il loro clacson: e lui passa lo stesso, sereno, imperturbabile con il suo andamento incessante, sospinto dal 46 x 11 o magari 13, come in un mare tranquillo e silenzioso. Basta pensare un attimo a scenari peggiori, in cui manchi la benzina per immaginare lo stop totale, quando un problema secondario per trascuratezza o impreparazione, causa ripercussioni ben più gravi.