Catorci o bolidi, biciclettai «in volata»
Riparazioni sempre più richieste dai bolognesi,
ciclisti per
sport e per necessità
Fonte e articolo completo: Corriere della seraBOLOGNA - Ne vedono di ogni tipo. Da una parte quelle ipertecnologiche, con cambi giapponesi o addirittura elettronici; dall’altra quelle mangiate dalla ruggine, senza un freno, senza fanalini, su copertoni resi lisci dall’usura. Mettere le mani sulle prime è un piacere, sulle seconde invece una tortura, ma il cliente va accontentato, e anche in fretta.
La necessità (o la colpa) di questa seconda scelta è da imputare ai tanti furti, dicono. «Il mercato della bici rubata è molto fiorente — sostengono da Patelli — vengono qui da me, chiedono quanto costa cambiare la camera d’aria e quando gli rispondo "8,50 euro" mi dicono "ah con 20 euro compro una bici nuova"; ma dove la trovi una bici nuova a quel prezzo? Parliamoci chiaro». E allora la soluzione diventa anche troppo semplice: «Prendono le biciclette vecchie così non gliele rubano, meno danno nell’occhio meglio è», sentenzia Loris Maldina di Cicli Zanzi. E così, se alle condizioni già pessime del mezzo aggiungiamo una scarsissima manutenzione, nel giro di poche settimane si finisce in officina più di una volta. E ci si torna pure spesso, è il rischio. «Molti tirano fuori dalle cantine bici con freni a stecca che ci vogliono 70 euro per rimetterla in sesto — continuano da Patelli — io cerco di catechizzare i clienti, basta gonfiare spesso le ruote per allungare la vita dei copertoni, un impianto luce costa solo 10 euro e soprattutto al primo rumore conviene fermarsi. Vedi quelle persone che fanno una fatica per pedalare, ma pur di non fermarsi dal meccanico disfano i movimenti e alla fine anziché spendere 4 euro per una corona ne spendono 30 per rifare tutto il movimento centrale».
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