domenica 17 aprile 2011

Fuerza de la revolución 2

Nonostante il racconto della trasferta Milano-Modena non sia ancora concluso, altri avvenimenti incalzano e, in qualche modo, modificano il ricordo di quanto accaduto. La rottura di "Fuerza", poi l'incontro con i modenesi e, infine, la festa sbragomeccanica della ciclofficina popolare ExLavanderia, con tanto di provvidenziale ritrovamento.
Il "perpetual motion food" non impedisce, a un certo punto, ieri, di accorgersi dello stazionamento in ciclofficina di una graziella con ruota da 24 pollici, con tanto di maniglia per trasporto della macchina ripiegata (quindi collocata adeguatamente rispetto al suo baricentro), ma anche struttura di rinforzo, ideata da pietosi progettisti per evitare che la graziella si rompa sul più bello. Le ruote non c'erano, una seccatura in meno.
Il "perpetual motion food", propellente per ciclisti a base di alcol, è un'idea di Alfred Jarry, che probabilmente, alla fine, lo ammazzò. A proposito di alcolici, oltre alla birra e al vino, ha abbondato nella festa un cocktail fatto con pastis di Marsiglia, orzata e acqua: una cosa un po' coloniale, da clima caldo, ma buona anche con questo tempo primaverile incerto. Succede anche questo, dato che l'ambiente è internazionale.
Così, stamattina i pezzi di Fuerza 1, portati da Milano via Modena, trovano una nuova collocazione. La ruota posteriore, per un pelo di cane non tocca l'attacco del parafango. Vengono subito rimossse la dinamo, i parafanghi e i cavi freno. Abbondante spennellata generale di gasolio per confortare il morale all'inizio del lavoro di montaggio e ridare vita al telaio. Vedere com'è in realtà, sotto lo strato di ruggine e polvere che il tempo e l'incuria hanno sedimentato.
Alla sella è stata tolta l'imbottitura, sì da creare un'autentica sella penitenziale, una sella durissima su ci è meglio non sostare troppo, tale da favorire uno stile agonistico, seppure su una graziella: una sella che l'arrivo dell'estate renderà ancora più scomoda. Poi vedremo.
Un discorso serio riguarda il manubrio. Quello montato sulla graziella ha un aspetto particolare, ha un discreto rise, rialzo, e poi le estremità scendono di nuovo, creando una bella curva: sembrano le ali di un gabbiano prima di uno slancio.
Una forma interessante, che attira anche lo sguardo di meccanici abituati a tutto, che hanno peraltro i baffi ritorti come il manubrio della graziella, ma al contrario.
La leva dei freni delle grazielle, saldata perlopiù al manubrio, non mi ha mai convinto. Quindi dovrei segare le leve, limare con attenzione il manubrio e montare le leve da mtb o passeggio che considero migliori per qualità-prezzo, le Miche, tutte di metallo e in vendita a 15-17 euro.
Il telaio pesa relativamente poco ed è certamente più robusto, e anche meno maltrattato, di quello di Fuerza 1. Piccola parentesi: la graziella vera, quella della Carnielli che porta il nome Graziella, e che ha dato ispirazione a Cinzia, Sabrina, Rossella, Livia, ecc., pesa un sacco. Non dimentichiamo però la destinazione generale delle bici tipo graziella: andarci al mare, una bici un po' femminile, ma adatta anche a un certo tipo di maschio che non si formalizza troppo sui ruoli e che è pronto anche a stendere la biancheria, almeno qualche volta. Bici da intermodalità attualisissima che, trasportate su un'utilitaria, statisticamente parlando una 500 o una 600, oppure una Nsu Prinz, venivano sbarcate per la manovra di avvicinamento alla spiaggia o al parco. Bici versatile e ricreativa, con cui si poteva andare anche in due. Il passeggero poteva stare in piedi sul portapacchi posteriore, tenendosi con le mani sulle spalle del pedalatore e conducente. Una volta, con un mio amico andai in graziella a vedere Ilona Staller a Pescara, un'esperienza indimenticabile che magari tratterò in un post specifico.
Comunque, tornando all'auto, queste utilitarie forse consumavano meno delle auto attuali, dotate di navigatore, radio e riproduttore mp3, cellulare e un sacco di altre cazzate. Solo la fantasia morbosa della speculazione economica ha permesso di pianificare e imporre agli acquirenti, che ci cascano con tutte le scarpe e poi si distraggono alla guida.
Con l'aumentare dei tempi di attesa nel traffico, è prevedibile pensare che presto le automobili saranno dotate di un sedile col buco in mezzo, che permetterà di fare la pipì e la cacca mentre si guida, come qualche sovrano aveva fatto fare al trono per non doversi alzare nelle udienze.
Il rapporto di Fuerza 1 era 42 ×14 e potrebbe essere rivisto a favore di un 46 ×14, anche perché qualche giorno fa, sulla ciclabile, con la suddetta ho perso una gara con un tipo su una bici a ruota fissa molto tecnologica. Avevo però in spalla lo zaino da viaggio con almeno 3.5 Kg di bagaglio; insomma, a perdere non ci sto. In salita con questi rapporti nuovi sarà faticoso, ma dipende molto anche dalla forma del manubrio, che permette di stare in piedi sui pedali più o meno comodamente. Si cerca di non non cominciare a sbracare sui rapporti, nonostante l'età avanzata, sennò finiamo tutti a scaricare la graziella dalla Prinz al mare.     
"Fuerza de la revolución 2" in lavorazione

1 commento:

Paolo Cremaschi ha detto...

Non tener noi modenesi sulle spine!

Milano 3 puntate secche. E Modena?

Dai, dai, ciuffi l'argomento.

Qui a Modena siamo tutti "scalpitanti" [come dice Conte [Paolo] :-)))] sui nostri sandali :-).

Dai! Dicci che ne pensi!

Dai! Dai!

:-)