lunedì 11 aprile 2011

A Milano / seconda parte



 Di buona lena, passiamo da Rossignoli, altro mitico negozio di bici a Milano. in vetrina c'è il mio libro, e anche quello di Roberto Peja, fondatore degli UBM, dedicato ai bike messenger. Manco a farlo apposta, appena ripartiamo, avvisto un messenger del gruppo, a cui grido di fermarsi perché gli voglio fare una foto. E lui si ferma, nonostante i tempi stretti di questo lavoro. Si chiama Matteo.

 Andiamo poi a visitare l'ultima chiusa superstite dei Navigli.
 C'è anche la sede dell'Anpi.

Vi ricordate la sfolgorante graziella (telaio per ruota 24, modificata a 26, scatto fisso) che ho battezzato un po' tronfiamente "Fuerza de la revolución"? Il post di presentazione si trova qui. Bene, ho deciso di portarmela a Milano. E ci sto girando con molto piacere, perché permette di guardarti intorno comodamente. A un certo punto  la bici si spacca in due davanti a una dozzina di alcolizzati che gradiscono a gran voce la prestazione. Andavo piano, in un parco. Altrimenti mi sarei fatto molto male.

 
Sembrava che si fosse distrutta una ruota, ho sentito il cedimento e ho messo i piedi in terra. Finisco di rompere il tubo, muovendo su e giù le due metà, come si fa col fil di ferro. Sono contento che si sia rotta. Cioè che si sia rotta così.
Mi carico metà telaio con ruota per ciascuna mano. Non faccio un metro che arriva subito la solidarietà dei compagni operai del cantiere attiguo (i grattacieli in costruzione a Isola). "Vai dentro, che te la saldano!". Tutti si fermano incuriositi. Un altro possessore di graziella mi chiede come sia successo. Un termometro elettronico segna 33 gradi Celsius. Il telaio all'interno sembra molto arrugginito.Preferisco aspettare a saldare, perché non so se ne vale la pena. 

E vi dirò una cosa: con una graziella rotta in mano si rimorchia da pazzi.
In queste condizioni, sfuma l'ipotesi di fare un salto a San Donato Milanese alla Stazione delle biciclette. Emanuele m'aveva pure regalato una bussola. Siamo attesi per pranzo dagli orchi. Arriveremo un po' tardi.

(to be continued)

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