Non mi è piaciuta neanche una cornice. Esco, mangio. Si fa tardi, faccio la spesa al supermercato. Ceno. Si fa buio. Decido di ripartire verso la frontiera. Ma la superstrada è davvero molto buia. Le auto sfrecciano e mi suonano. Dopo qualche chilometro decido di fermarmi. Ma dove? Non c'è niente. A lato della strada corre la linea ferroviaria. Alla fine trovo una cabina elettrica. Il tetto è buono. Uso la bici per salirci sopra. Mi organizzo. Ci dormo. Poi alle 3 paura (ma è certezza) di forte inquinamento elettromagnetico. Ci sono ronzii fortissimi dentro la scatola. Scendo. La mattina dopo pedalo.
Salite, salite, sudore, niente acqua. Macerazione. Stillicidio. Immolazione. Nonsense. Psicogeografia. Vento fortissimo. Turpiloquio. Disidratazione.
Ed è Port Bou, siamo vicini alla frontiera con la Francia. ma vuol dire soprattutto acqua, cappuccino, cornetti al cioccolato, bagno a mare.
Poi si ricomincia, stanco, elettromagneticamente carico.Salite su salite.
Poi, nonostante un vento che ti rimanderebbe in Catalogna, si approda al valico di una frontiera che non esiste più.
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