mercoledì 9 maggio 2012

La sfida: la bici ha già vinto, perché non inquina

Fonte: blog bicisnob

Domani a Roma sfida tra bici e tre auto che si spostano in città simulando tre diversi limiti di velocità. La prima viaggerà a un massimo di 30 km l’ora, la seconda rispetterà un virtuale limite di 40 all’ora e la terza non supererà i 50 orari. Otto chilometri di percorso urbano per capire se l’auto è davvero più veloce della bici e per verificare se – moderando la velocità dei mezzi a motore nei centri abitati – ci sono rilevanti differenze nei tempi di percorrenza.
La gara precede la presentazione del libro No Bici di Alberto Fiorillo (Ediciclo Editore). Appuntamento ore 16, libreria Arion Palazzo delle Esposizioni.


Come nel caso della temperatura, anche la velocità degli spostamenti urbani si divide nettamente tra quella reale e quella percepita. Chi utilizza un veicolo a motore in città, nonostante l’evidenza della perenne congestione e la lentezza con cui procede nel traffico, ha la sensazione di procedere a un’andatura maggiore di quella effettiva.
Gli automobilisti credono di andare forte perché hanno un motore in grado di farlo e perché, magari, tra un intoppo e l’altro alla circolazione, effettivamente possono pigiare sul pedale dell’acceleratore. A conti fatti, però, nelle grandi città le autovetture hanno medie orarie ridicole, viaggiano sempre sotto i 30 all’ora. A Torino gli spostamenti in auto si effettuano in media a 26 kmh, a Genova a 25, a Roma a 23, a Milano a 22, a Napoli a 21 e a Palermo addirittura a 20 (Fonte Anci, Cittalia). Nel traffico, è chiaro, si corre solo se c’è un tratto libero, magari tra un semaforo e l’altro. Ed è uno sforzo abbastanza inutile: vari test su strada confermano che la guida aggressiva in città può far risparmiare una sessantina di secondi ogni dieci chilometri. Tanto sgommare per nulla. Anzi, questo procedere a scatti, ora fermi ora al massimo della velocità, ha effetti nefasti sulla sicurezza stradale. La velocità media resta bassa, la velocità di punta uccide.
La letteratura scientifica da diversi anni offre resoconti estremamente particolareggiati sul nesso velocità-mortalità. I neurologi spiegano che sopra i 30 all’ora i nostri sensi e le nostre percezioni si alterano, perdono nitidezza. A quella stessa velocità l’impatto con un auto corrisponde per un pedone alla caduta libera da tre metri d’altezza. Investire una persona a 50, a 75 o a 100 all’ora equivale a spingerla giù dal balcone del terzo, del settimo o del tredicesimo piano di un palazzo, quaranta e rotti metri senza nessun telone dei pompieri ad attutire il colpo. Inoltre per fermare un veicolo lanciato a 50 orari servono una trentina di metri: una dozzina se ne va nella frenata vera e propria, mentre una quindicina corrono via prima che il guidatore riesca a reagire (si stima che il tempo di risposta sia pari a un secondo). In pratica se a 50 all’ora ci si accorge di un pedone quando è a meno di 15 metri dal cofano, l’urto avverrà esattamente a 50 all’ora. E’ stato anche stimato che ridurre di un solo chilometro orario la velocità media nel nostro Paese farebbe diminuire la mortalità del quattro per cento. Rinunciare a un chilometro in cambio di 160 italiani vivi in più è assurdo? E rinunciare a una ventina di chilometri orari in cambio del dimezzamento dei decessi su strada ha senso oppure no?
E’ questo il motivo che ha spinto #salvaiciclisti, Legambiente e Fiab a organizzare una singolare sfida che si terrà il 10 maggio con partenza e arrivo dalla libreria Arion del Palazzo delle Esposizioni (via Milano, ore 16): tre bici contro tre auto che si spostano normalmente in città simulando tre diversi limiti di velocità. La prima vettura viaggerà a un massimo di 30 km l’ora, la seconda rispetterà un virtuale limite di 40 all’ora e la terza non supererà, come attualmente prevede il codice della strada, i 50 orari. Otto chilometri di percorso urbano (peraltro in una zona a traffico limitato e dunque potenzialmente più scorrevole per le auto) per cercare di capire se l’automobile è davvero più veloce della bicicletta e per verificare se – moderando la velocità dei mezzi a motore nei centri abitati – ci sono rilevanti differenze nei tempi di percorrenza. Sulle tre bici ci saranno esponenti di #salvaiciclisti, Legambiente e Fiab. Mentre sulle auto – messe a disposizione da Roma Car Sharing – saliranno alcuni dei parlamentari che hanno recentemente presentato la proposta di legge sulla sicurezza di chi si sposta in bici.
L’idea, e la sfida tenterà di dimostrarlo, è che si può moderare la velocità dei veicoli a motore in ambito urbano, per la sicurezza di chi si sposta a piedi e in bici (e anche di chi si sposta coi mezzi a motore) e anche perché rendendo palese la lentezza degli autoveicoli è più semplice promuovere una tipologia di mobilità alternativa. I risultati cronometrici della gara saranno il prologo della presentazione del libro No Bici di Alberto Fiorillo, edito da Ediciclo.

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