giovedì 1 marzo 2012

Non dimenticate le ferrovie dimenticate

Quinta Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate con 82 eventi in tutta Italia

Domenica 4 marzo il ritorno del fascino del viaggio lento sui treni storici e a piedi, in bici o a cavallo lungo gli antichi binari dismessi, per merito della felice intuizione di Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce).
Comunicato stampa
Milano, 29 febbraio. Coinvolte nella Quinta Giornata dedicata ai km di ferrovie dismesse, le più importanti associazioni ambientaliste e culturali: Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) Italia Nostra, AIPAI-ICSIM, Ferrovie Turistiche Italiane, Iubilantes, Alpine Pearls, Legambiente, con il patrocinio del FAI, del WWF, di UTP/Assoutenti, del Touring Club Italiano, della Società Geografica Italiana, dell’Associazione Italiana Greenways, Associazione Europea Ferrovieri e dei patrocini Istituzionali: Regione Lombardia, Liguria, Marche, Emilia-Romagna, Puglia.
La Giornata si svolgerà attraverso l’organizzazione di eventi in tutto il Paese (attualmente sono 82 quelli già definiti e altri se ne aggiungono di momento in momento), quali passeggiate trekking o passeggiate in bicicletta lungo tratti ferroviari in abbandono, incontri, dibattiti, mostre fotografiche rievocative, sensibilizzazione verso le scuole, visite a impianti ferroviari ecc.
5 gli eventi in Piemonte, 3 in Liguria, 12 in Lombardia, 3 in veneto, 3 in Friuli venezia giulia, 4 in Emilia Romagna, 3 nelle Marche, 9 in Toscana, 6 in Umbria, 9 nel Lazio, 1 in Abruzzo, 1 in Molise, 3 in Campania, 5 in Puglia, 1 in Basilicata, 2 in Calabria, 6 in Sicilia e 6 in Sardegna.
La Quinta Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate si pone l’obiettivo di portare all’attenzione della popolazione, degli amministratori, dei media il patrimonio ferroviario ‘minore’, le piccole linee turistiche, le ferrovie in abbandono e quelle definitivamente dismesse che potrebbero essere riutilizzate come piste ciclo-pedonali.
In tutto il Paese esistono ancora piccole ferrovie che potrebbero funzionare come veicoli per un turismo meno impattante sull’ambiente, più vicino alle realtà locali, ai territori emarginati. Così come esiste tutto un patrimonio di impianti (stazioni, depositi, ponti, gallerie ecc.) e rotabili che meritano considerazione e rispetto per la ricerca ingegneristica che li ha creati.Un patrimonio, forse meno ‘nobile’ di chiese, palazzi e castelli, ma comunque parte essenziale della vita sociale e della storia dei nostri territori non debba essere perduto.

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