martedì 8 settembre 2009

Viaggio di studio

Lo scorso fine settimana ci siamo abbeverati in giro per l'Italia a qualche fonte di sapienza ciclistica, che avevamo intenzione di visitare da diverso tempo. Con Danilo e Francesco abbiamo viaggiato un po', allo scopo di arricchirci culturalmente, in senso ciclistico, è ovvio e di riportare schegge di sapienza, e qualche pezzo metallico, alla ciclofficina ExLavanderia. La prima tappa è stata un paesino romagnolo dove abita Diego Vitali. Una vita per la bici, tremila telai costruiti, meccanico della Salvarani di Gimondi dal 1968 al '73, con i suoi 85 anni portati bene Vitali è uno di noi. L'avevo intuito subito, ma ne sono stato sicuro quando ha detto che la bici è come una bella donna, ti giri a guardarla, la mente ne viene attratta, ne resta stregata. Ama la bici ancora oggi, Vitali. Ci ha fatto vedere la sua officina, gli strumenti e tutto il resto. Io mi sono un po' commosso, e penso anche i miei amici.

 Diego Vitali al banco di lavoro

Il Maestro spiega, uno solo sta attento, l'altro fa il film e un altro ancora scatta la foto

 
Uno dei banchi di Vitali, e la sella della bici del nipote Federico, che corre forte e vorrebbe diventare professionista

Vitali gira per il paese con una graziella con mozzi Campagnolo super-record; nella sua vita, ha costruito bici splendide, d'acciaio e alluminio. Ci mostrato la saldatura tig e la saldobrasatura. Il suo corpo è guizzato felinamente dalle levigatrice ai vari banchi, ha preso due tubi, li ha avvicinati: poi ha acceso il cannello, quasi con uno scatto, lo ha regolato. Francesco ha fatto le riprese: faremo un piccolo documentario a uso delle ciclofficine e degli appassionati. Siamo stati una mattinata con lui, poi siamo ripartiti. Ci siamo fermati a Ferrara, "città della bicicletta".


Una Umberto Dei a Ferrara


Eravamo diretti a Vicenza, allo scopo di incontrare Lanerossi, profondo conoscitore della materia. Non lo avevo mai visto, ci eravamo scritti: eppure, quando nella mente ruotano ingranaggi e pacchi pignoni ci vuole poco a diventare amici.

Il banco di Lanerossi

Sapiente al punto di trattenerlo fino alle 3 di notte a parlare di freni, corone, ruote, telai, raggi, personaggi, guerre mondiali, ecc., Lanerossi ha lasciato il segno. Mi ha pure regalato un paio di pezzi che mi permetteranno di affrontare l'Eroica, evitando di scendere a tutte le salite ripide. Solo su qualcuna. Grazie.
Il banco di Lanerossi (particolare)

Poi siamo ripartiti per la provincia di Venezia.

5 commenti:

Lanerossi ha detto...

Porca miseria, nella foto del mio banco si vede che sotto c'è il motore di un frigo. Mi sono dimenticato di dirvi che è il mio compressore per gonfiare le ruote, fatto con un frigo rotto dal papà di un amico :D

ha detto...

Anche noi abbiamo in ciclofficina un compressore fatto con pezzi del frigo, molto bello. E anche Vitali nella sua officina adottava lo stesso sistema!

Lanerossi ha detto...

Purtroppo non avevo giù il cavalletto per sostenere la bici finchè si lavora. Me l'ha fatto un amico, uguale a quello che ho al lavoro (e che è stato pagato 250 euro...).
Eccezionale.

ha detto...

Foto, foto! Gli attrezzi autocostruiti mi piacciono molto. Come la chiave saldata che hai tu ricordo un centraruote di un vecchio cicloriparatore, fatto con un'intelaiatura di ferro e vecchie lame di seghetto, molto robusto.

Lanerossi ha detto...

http://www.ciclistica.it/post/2009/02/25/cavalletto-professionale-fatto-casa