mercoledì 23 novembre 2011

Comunicato della Fondazione Lugi Guccione


Presentato a Roma il Sondaggio "Sicurezza stradale. La percezione dei cittadini di Roma, Napoli, Milano."
Commissionato da Fondazione Luigi Guccione Onlus ed Istituto Internazionale per il Consuno e l'Ambiente e realizzato da IPR Marketing. L'iniziativa si è tenuta nell'ambito delle celebrazioni della GIORNATA MONDIALE DEL RICORDO DELLE VITTIME DELLA STRADA. In occasione della Giornata Mondiale del Ricordo delle vittime della strada 2011 non solo  una commemorazione delle vittime ma azioni concrete per rendere loro giustizia,  per esercitare la difesa dei loro diritti negati, per proporre una nuova “visione” della sicurezza stradale e della mobilità.
In allegato l'intero progetto ed un commento elaborato da Ipr Marketing. Nel link sottostante anche rendicontazione di due iniziative di IICA ed FLG tenute ieri a Roma: la richiesta di accesso agli atti a 15 citta metropolitane ed al Ministero della Salute per chiedere rispettivamente di conoscere l'ammontare dei proventi contravvenzionali (art. 208 Codice della strada) e loro reimpiego e dei proventi del 10,50% dell'RCAuto al Ministero della Salute da destinare alle vittime della strada.
Il Comune di Trieste, per primo e Cagliari per secondo. E' vero sono atti dovuti ma aver risposto nei termini di legge è un titolo di merito di cui va dato atto.
 
 

ZTL, SICUREZZA STRADALE  E MOBILITA’.
SONDAGGIO EFFETTUATO TRA I CITTADINI DI NAPOLI, ROMA E MILANO.

Ancora oggi  il problema del traffico attanaglia le grandi città, alimentando l’insofferenza dei cittadini. La  proliferazione incontrollata dei veicoli non è vissuta semplicemente come un fattore di degrado della vivibilità dei centri urbani a livello visivo, acustico e ambientale, ma anche come una seria minaccia alla sicurezza della circolazione. Ma come intervenire? Al di là delle differenti latitudini, le richieste della cittadinanza che emergono dall’indagine IPR Marketing a Milano, Roma e Napoli evidenziano un profilo estremamente omogeneo: servono nuovi spazi pedonali, più severità verso l’indisciplina, maggiore attenzione verso i mezzi alternativi alle quattro ruote, un’efficace rete di trasporto pubblico. Insomma, solo una diversa concezione dell’”abitare” la città potrà migliorare le abitudini collettive e rendere le strade un luogo più sicuro.

Una nuova “geografia” urbana. Il desiderio dei cittadini è dunque che la città assuma una fisionomia diversa. Una prospettiva che passa prima di tutto per la ridefinizione degli spazi “a misura di pedone”. Oggi l’assoluta maggioranza degli abitanti di Milano, Roma e Napoli si dichiara favorevole all’introduzione nei propri centri di zone a traffico limitato e all’ulteriore ampliamento delle aree completamente chiuse ai veicoli: per motivi di qualità della vita innanzitutto - in termini di benefici alla salute e maggiore godibilità dello spazio urbano - ma anche di sostegno all’attività commerciale e ricreativa (di questo, in particolare, sono più convinti i residenti del centro-sud). Tali soluzioni per funzionare dovrebbero però contare su un impegno delle amministrazioni orientato alla piena valorizzazione e funzionalità dei nuovi spazi: attraverso la predisposizione di un’adeguata rete di servizi, di un sistema di incentivi che renda economicamente vantaggioso il rispetto dei provvedimenti e, soprattutto, di un efficace rete di trasporto attorno e all’interno delle aree interessate. La maggiore disponibilità all’innovazione talvolta riscontrata tra i cittadini residenti nelle zone “liberate” dal traffico suggerisce evidentemente di procedere nella direzione intrapresa, quella cioè di un ulteriore impegno a tutela della vivibilità dello spazio urbano. Nella città  di Napoli in particolare, i residenti all’interno delle zone ZTL rappresentano il segmento che, sperimentato il cambiamento, si dimostra più entusiasta a ulteriori restrizioni del traffico: sia che esse consistano in nuove pedonalizzazioni o in un incremento di corsie preferenziali e piste ciclabili.

Il tema della sicurezza. Perché con l’imperversare del traffico e dell’anarchia automobilistica, a essere messa a repentaglio non è solo la salute dei cittadini, ma anche la loro sicurezza. Gli intervistati dei tre centri presi in esame lamentano la trasformazione delle aree di libera circolazione delle loro città in luoghi ormai “off-limits”: non solo per i pedoni, ma per qualsiasi individuo decida di servirsi di mezzi di spostamento alternativi all’automobile.  Le principali minacce? Il comportamento dei guidatori, troppo spesso ignari o poco rispettosi delle regole di circolazione, il caos del traffico e  il cattivo stato di manutenzione delle strade. Non solo da Napoli, dove l’esperienza diretta di incidenti tra gli intervistati si attesta su valori sopra la media, sale la richiesta di nuovi e più drastici interventi a tutela dell’incolumità di chi viaggia o percorre le vie della città: la creazione di un ufficio pubblico per la sicurezza stradale, così come l’istituzione di scuole di formazione e agenzie di assistenza per le vittime di infortuni sono tutte ipotesi che raccolgono il consenso di circa 9 intervistati su 10. E sulla stessa soglia di apprezzamento si colloca la” proposta shock” di introdurre nel nostro codice un profilo di reato specifico denominato “omicidio stradale”: un’imputazione di cui dovrebbero rispondere non solo i responsabili di incidenti colti sotto effetto di droghe o alcool, ma anche le aziende automobilistiche produttrici di mezzi difettosi e gli enti pubblici colpevoli di una cattiva manutenzione stradale. 

Le opportunità del trasporto pubblico. Appare dunque prioritario mettere in condizione i cittadini di lasciare la propria auto a casa per servirsi di mezzi alternativi. A tale scopo, il complesso degli intervistati individua una prima, importante, soluzione nell’introduzione di maggiori incentivi: servizi di “car” e “bike sharing” capillari, piste ciclabili più protette, ma soprattutto una rete davvero efficace di trasporto pubblico. Del resto già oggi, nelle città oggetto dell’indagine (in modo particolare a Milano e Napoli, meno a Roma), questa  modalità di spostamento risulta essere la preferita. Una soluzione virtuosa, utile innanzitutto a combattere il “mal di traffico”, problema percepito come critico dalla assoluta maggioranza degli intervistati (con il primato dei cittadini della capitale), ma anche in grado di offrire un maggiore margine di sicurezza. Ciò non significa che l’utente medio goda di un’esperienza di viaggio soddisfacente, tutt’altro: la scelta, nelle strade impazzite dei grandi centri urbani,  appare piuttosto obbligata. Solo a Milano infatti l’ impiego del mezzo pubblico è considerato (da 1 cittadino su 2) davvero una valida alternativa all’auto: sia a Roma che a Napoli esso viene giudicato da 2 intervistati su 3 parzialmente o del tutto inadeguato a garantire spostamenti rapidi e puntuali. Per rendere il servizio davvero “competitivo”, sostiene la maggioranza trasversale dei residenti, è indispensabile lo stanziamento di maggiori risorse economiche: dopotutto è sulle esigenze dei fruitori dei mezzi di trasporto “alternativi” che le amministrazioni dovrebbero plasmare le loro politiche per la mobilità. I fondi andrebbero dirottati innanzitutto sul miglioramento dei collegamenti tra centro e periferia, in secondo luogo sul potenziamento del servizio negli orari serali e festivi, infine sulla creazione di maggiori corsie preferenziali.
Il quadro offerto dalla ricerca spinge insomma verso una decisa scommessa sul rinnovamento del volto e delle modalità di spostamento dei grandi centri italiani. La vita dei residenti nei comuni che hanno intrapreso questo percorso è significativamente migliorata, al di là delle possibili resistenze e perplessità iniziali. Il cittadino libero dalle auto è un cittadino più “felice”, mentre quello prigioniero delle vecchie abitudini chiede solo di essere messo nella condizione di sperimentare il valore della novità.

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