Non è un paese per biciclette "Questa giunta è disattenta"
di Tiziana Petrelli
I ciclisti si lamentano: «Piste inesistenti o pericolose»
Fano, 21 luglio 2011 - Fano non è un paese per ciclisti. Premessa la maleducazione di alcuni automobilisti (vedi foto di via Canale Albani), considerato che i vigili urbani non possono fisicamente arrivare ovunque e valutato anche che spesso e volentieri chi è in sella ad una bicicletta non rispetta il codice della strada (vedi foto di via De’Borgarucci e via Bixio)... è evidente che nella città della fortuna i percorsi ciclabili sono davvero sfortunati.
IL RAGIONIER Fantozzi avrebbe definito «una boiata pazzesca» il senso unico per biciclette e pedoni in via Francesco Palazzi, per due motivi: il verso è nella stessa direzione di marcia delle auto e molte bici che procedono in quella direzione utilizzano la carreggiata, ma soprattutto per arrivare in via Roma dall’ospedale (tanto per fare un esempio) bisogna fare il giro dell’oca. «Chi ha pensato una roba del genere — si domanda Luciana Rivelli — la bicicletta l’ha mai presa?». «Un’altra stupidaggine — aggiunge Camilla Carnaroli — è il fatto, per me davvero inconcepibile, che non esistano gli attraversamenti ciclabili come in tutti paesi civili, ma si è costretti a scendere negli attraversamenti pedonali. Cosa che tra l’altro fanno in pochi». «Pista ciclabile a senso unico? Beh, dopo le piste di tre metri che iniziano e finiscono all’improvviso — sottolinea Stefania Olivi — mi pare che stiano seguendo un progetto casuale. Ma alla fine sono pure coerenti...».
Piste ciclabili che terminano nel nulla, senza avvisare («Cose già segnalate al comune senza neppure avviso di ricevimento — si lamenta Massimiliano Piccioli—: ciclabile di via Paleotta che finisce all’improvviso a poche decine di metri da casa Cecchi») o piste ciclabili utilizzate come parcheggio da automobilisti incivili (come nella foto in via Canale Albani oppure all’incrocio tra viale Kennedy, via della Liscia, via Presciutti e via della Giustizia «divieto di sosta immancabilmente non rispettato — continua Piccioli — con autobus che venendo in su ti fa il pelo per non raschiare la macchina»). Ma anche ciclabili su cui, ogni metro, si apre un passo carrabile, un incrocio o bisogna evitare una pianta: è il caso di viale Italia. «La pista ciclabile del viale Italia è letteralmente indecente — dice Francesca Giovagnoli —: i cordoli si sono tutti alzati e provocano continue cadute di persone che la percorrono. Non se ne può più».
Elenca varie situazioni di ciclabili pericolose Andrea Marcelli: «In via della Giustizia non riparata con macchine parcheggiate dentro, in via Canale Albani è tra la strada e i parcheggi e le auto per parcheggiare devono attraversarla, via 4 Novembre riparata parzialmente nel lato sinistro e spesso disconnessa, il lato destro finisce nel nulla e non è riparato». «Non c’è assolutamente l’attenzione o la sensibilità per le piste ciclabili — fa notare Andrea Eusebi — basti guardare quante ne siano state fatte dall’insediamento di questa giunta. Ogni nuova strada che viene tracciata è sguarnita di ciclabili, che continuano ad essere scollegate e in condizioni indecenti. Molte non sono nemmeno protette, vedi via Roma, dove spesso le macchine le invadono per sorpassare. Il colmo è la nuova strada dello zuccherificio: oltre a far schifo con i tombini, non ha la pista, eppure lì di spazio ce n’era in abbondanza».
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