mercoledì 13 luglio 2011

Carovana ciclistica Milano-Roma / fine

A Orvieto qualcuno della carovana si intrattiene a parlare con due ciclisti di mezza età in abiti sportivi. Gli chiedono incuriositi: "Che cosa state facendo?". "Siamo della carovana ciclistica Milano-Roma. E voi da dove venite?". "Da Helsinki".

Albano Marcarini con il dott. Guido Basilisco, ai cui consigli mi sono attenuto per l'intera carovana 
La mattina successiva parte l'ultima tappa, Orvieto-Roma. Si spera che sia un po' più tranquilla delle altre. Invece no.

Albano Marcarini e Paolo Tagliacarne, i movimenti centrali della Carovana Milano-Roma
Civita di Bagnoregio
C'è anche tempo per una puntata a Civita di bagnoregio, una città fantasma che sta crollando. Altrove la salverebbero. In Italia no: c'è troppo patrimonio, poca voglia e pochi soldi.
Elisa e Giulia, non provate a fare a gara con loro
Il panorama da Civita
 Lo scenario è molto suggestivo, ma intanto il gruppone avanti pedala e noi stiamo perdendo tempo. La temperatura aumenta. Va bene, però per Orvieto-Roma mica ci dev'essere tanto dislivello. Volendo. Ma per andare da Orvieto a Roma non c'è mica solo una strada. Infatti Paolo Tagliacarne ha scelto una strada molto in salita. In particolare, dopo Viterbo si affrontano i monti Cimini, un 1000 Km di dislivello tutti in una volta. Lo so, è brutto dire un sacco di parolacce mentre si pedala vicino a colui che ha pensato il percorso. Però è quello che succede. Adesso, ripensandoci, credo che Paolo abbia fatto bene a farci percorrere tragitti che tagliano luoghi incantevoli, ma in quel momento ho profferito un sacco di improperi, soprattutto al momento di svoltare una curva e scoprire l'ennesima salita. Lo so, è poco in linea con lo stile Touring, ma prima di entrare a Roma, ho tolto il fazzoletto al collo e rassettato tutto, come un buon marinaio prima di entrare in porto.
Finalmente, a un certo punto le grandi salite finiscono. Ci sediamo, Albano e io, a casa della signora Assunta, che ha visto passare un sacco di Giri d'Italia, ci dice.

Finalmente un cartello con sopra scritto "Roma"
Mi chiedono tutti: "Senti aria di casa?". Insomma, mica tanto, spiego, quando si vedrà la cappa di smog forse sì, adesso è ancora un altro mondo, anche se il traffico aumenta.
Il segno della Santa Bicicletta sulla gamba della ciclista
Per entrare a Roma in bicicletta bisogna fare i salti mortali. Cavalcavia, autostrade. Insomma, potrebbe gentilmente il Comune di Roma approntare un ingresso decente per i ciclisti che da tutta Europa arrivano pieni di buone intenzioni alla Città Eterna? Pare di no. Alla fine entriamo in cittò, è fatta. L'arrivo è fissato al Quirinale, come nella Carovana del 1895. Ho già scritto che qualcuno dei milanesi si commuove, mentre a me già girano le balle, anche se sono stanco.
Ma come, è già finito il sogno pedalatorio che ci ha portati da Milano a Roma? Ma una volta facevano anche la Roma-Parigi.Poi si potrebbe fare la Atene-Copenhagen per unire l'Europa. 
L'arrivo a Melegnano nella Roma-Parigi del 1909
Insomma, sarebbe il caso di parlarne con quelli del Touring Club Italiano. Dovrebbero poi chiamare coloro che hanno già fatto la Milano-Roma, ecc. Io sono pronto, anche se nella scelta dei rapporti devo fare qualche riflessione.
Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, ha ricevuto oggi alle 12 il presidente del TCI, Franco Iseppi, e pare abbia suggerito di organizzare una doppia carovana che si incontri nella Capitale: una partirebbe da Milano, l'altra da Palermo: idea grandiosa per unire il Paese pedalando. Io mi prenoto per la Palermo-Roma già da adesso. Mi ci volete, oppure ho fatto troppo casino? Ma dove si beve? Dov'è l'aperitivo?
Il TCI ha allestito a tempo di record anche una mostra dedicata alla bicicletta. C'è pure un magnifico velocipede. Poi arriva la botta. Dice proprio così, la didascalia: "Il fatale andare del progresso". Fatale. Come dire: inevitabile. Il TCI nel 1900 cambiò nome, a causa dell'avvento dell'automobile. Abbiamo sbagliato strada e lo abbiamo fatto pure inquinando parecchio.

Non so se ce la fate a leggere, ma si parla di come le cose, e soprattutto le persone, sono mutate nel corso del Novecento.

La straordinaria somiglianza tra il carovaniere Gianni Gambaro e un carovaniere del 1895. (Le mani da mago sono di Albano Marcarini)
Dopo l'apertivo e una serie di discorsi ufficiali, è il momento di separarci. Adesso sì che son dolori. La stanchezza mi crolla addosso. La nostalgia è già in azione: chissà quando mi ricapita. I miei amici vanno alla Stazione Termini. Ad alcuni di loro ho spiegato il trucco della sacca con i sacchetti dell'immondizia.
Ora è solitudine piena. Resta il mio bagaglio e un sacco di bei ricordi. La fatica? Per quella basta una doccia e una dormita.
Colonna sonora di questo momento. Semper Dowland, semper dolens.
La bici, il bagaglio e le ruote rotte

E poi c'è lui, ovvio, er traffico de Roma: "è 'na caciara, è 'na Cambogia" (ascolta qui).

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