mercoledì 16 febbraio 2011

Riconvertire una fabbrica d'auto si può



Lo dimostra il recentissimo caso di Termini Imerese (Palermo). Se ogni volta che si toccano i diritti dei lavoratori si fa leva sui licenziamenti e la chiusura degli impianti, il caso di Termini Imerese dimostra che è possibile riconvertire questo settore industriali, creando posti di lavoro in attività meno inquinanti. E non stare sempre a sbandierare i suv come ottimo bisiness e fonte di lavoro, com'è stato fatto anche recentemente dalla Fiat. L'industria automobilistica terminerà la produzione a fine anno. Il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha dichiarato: «Integrale riassorbimento dei 1.500 lavoratori Fiat e aumento dell'occupazione a 3.300 persone».
Gli investimenti sono sostanziosi, un miliardo di euro, ma l'area è grande e le potenzialità molte. Speriamo solo che non si mangino tutto in cannoli.
L'accordo è stato siglato da Fiat, Regione Sicilia, Provincia, Comune e dall'Asi (area di sviluppo industriale, proprietaria dei terreni). Sette i progetti. Previsti investimenti pubblici per 450 milioni: 100 milioni dal ministero e 350 milioni dalla Regione Sicilia.
La Fiat cederà gli impianti a patto che ci sia la ricollocazione integrale di tutti gli attuali dipendenti dello stabilimento.
Romani ha sottolineato che «da una situazione di crisi ne abbiamo ricavato una straordinaria case history italiana di ristrutturazione aziendale e industriale che dà alla Sicilia la possibilità di raddoppiare l'occupazione».
La firma ufficiale dell'intesa, ha detto Romani, è prevista per oggi.
Che cosa si produrrà in questo polo industriale? Ancora auto, certo, ma anche altro. Lo leggiamo da La Repubblica, cronaca di Palermo, 14 febbraio:

«In linea con la tradizione automobilistica dell'area si apprestano a sbarcare a Termini Imerese la De Tomaso di Gian Mario Rossignolo (per produrre auto di lusso) ed il finanziere siciliano Simone Cimino insieme all'alleato indiano Reva con il progetto Sunny Car: produzione di auto elettriche e una rete solare per rifornirle di energia.

L'ottava offerta, rimasta fino ad ora fuori dalla lista finale dell'advisor Invitalia, è quella del costruttore molisano di auto Dr Motor Company, di Macchia d'Isernia, che punta all'intero sito per "mantenere lo stesso assetto della Fiat: lastratura, verniciatura e assemblaggio" per produrre 60mila auto l'anno in quattro modelli. Proposta "arrivata tardi" ed ora "in panchina", ha spiegato il ministro Romani.

A Termini Imerese guardano aziende impegnate nella produzione televisiva ma anche aziende di floricoltura. Ciccolella è uno dei gruppi leader in Europa nei settori della produzione e della commercializzazione di fiori recisi e piante da vaso, prima azienda florovivaistica quotata in borsa in Europa. Affianca alle serre progetti innovativi nell'energia. A Termini dovrebbe portare serre fotovoltaiche.

Il progetto med-studios pensa invece ad una Hollywood siciliana: teatri di posa per cinema e fiction tv per la Einstein Multimedia. Le altre manifestazioni di interesse selezionate sono delle Lima (protesi mediche ortopediche) New Coop (logistica e grande distribuzione) Biogen Termini (produzione energia da biomasse).

2 commenti:

snowdog ha detto...

Anche l'ex Alfa di Arese doveva essere convertita. Ci si era messa di mezzo anche la Regione Lombardia. parlavano di tante cose, fra cui anche il polo dell'auto ecologica, stabilimenti per la produzione di veicoli non inquinanti. Ma come e' andata a finire?
La cronaca recente la trovi qui e riassume tutto in poche parole: http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/14/news/ad_arese_salta_il_piano_ex_alfa_tutto_da_rifare_per_il_nuovo_quartiere-8027860/

Anonimo ha detto...

meraviglioso il nome dell'advisor : " INVITALIA ". con un nome così si è in una botte di ferro.
mad max