Alleluja. Finalmente un giornale della Capitale, La Repubblica, ha dedicato una pagina (ieri, domenica 7 febbraio, in Cronaca di Roma, p. I e III) al deprecabile stato generale delle piste ciclabili. Di solito relegati nella posta dei lettori, questi problemi raramente approdano a un esame strutturale del problema. A firmare l'articolo è Cecilia Gentile, giornalista, ma anche cicloviaggiatrice e attenta ai problemi dell'ambiente. Gentile ha fatto una cosa che raramente i suoi colleghi fanno: è andata a vedere di persona. Percorrendo a pedali circa 40 Km di ciclabile, ha potuto verificare lo stato in cui versano.
Negli ultimi due anni, da questo blog abbiamo insistito più volte, con dovizia di particolari e fotografie, sui problemi che affliggono le ciclabili romane. Il ponte interrotto sulla Ponte Milvio-Castel Giubileo, lo schifo (preservativi e carta igienica nei punti in cui quella stessa ciclabile s'interrompe), il grottesco sistema di deviazione a Capoprati, urine e bottiglie rotte a Ponte Milvio, le crepe chilometriche che attraversano la pista, per limitarmi solo ai casi riscontrati nei miei tragitti urbani.
Cecilia riassume così il suo percorso: "Istantanee di abbandono, sporcizia, pericolo, impunità, maleducazione e totale assenza di controlli".
Adesso ho capito perché stamattina, pedalando sulla ciclabile, ho avvistato dopo parecchio tempo due motociclisti della polizia municipale. Ma in bici non possono andare? E dire che ci sarebbero un sacco di giovani pizzardoni smaniosi di muoversi come i poliziotti americani: in bici si scoprono un sacco di irregolarità, che sui mezzi a motore neanche si vedono.
Comunque sia, non sono due vigili in moto non risolvono i problemi, che sono sempre gli stessi, a prescindere dalle giunte che si sono succedute negli ultimi anni. L'assessore De Lillo ha promesso un piano di manutenzione straordinaria di 500 mila euro. Non so cosa si riuscirà a fare con questi soldi, ma ci vorrebbe un po' più di slancio. A costo zero, poi.
Possibilità per i ciclisti di percorrere i marciapiedi (magari osservando il limite di velocità di 10 Km/h); strade a senso unico per le auto ma a doppio senso per le bici; zone a 30 Km/h e anche a 10 Km/h che agevolino gli spostamenti di pedoni, bici, passeggini, monopattini e anche il commercio locale.
Butto lì un'altra idea di cui faccio dono al Comune di Roma: autobus riservati ai ciclisti per superare dislivelli particolarmente pronunciati. Così, anche, si finirà di ripetere che a Roma ci sono i sette colli e per questo è difficile andare in bicicletta!
2 commenti:
Sono perfettamente d'accordo con te. Vengo da Mestre (VE) e, quando ci torno, mi sembra una meraviglia. Piste ciclabili ovunque, semafori per le biciclette...altro che sette colli, il problema a Roma sono 2 milioni di macchine (che viaggiano con una sola perona a bordo!!!) e la mancanza totale di uno spazio vitale per le biciclette!Che vergogna!
A proposito di ambiente vorrei segnalarvi http://www.d-o-c.it, una bellissima CAMPAGNA NON CONVENZIONALE che riguarda il rapporto tra Roma, i cittadini e l’ambiente. Sono stati utilizzati tutti materiali eco-sostenibili come foglie di legno appese ai lampioni e stencil disegnati non con terribili bombolette spray ma con materiale biologico (come l’argilla e l’acqua).
http://www.d-o-c.it
http://www.flickr.com/photos/giovannicarapella/4431706649/in/set-72157623493637555/
La campagna è stata promossa da Giovanni Carapella, urbanista e architetto nelle liste del Pd per le prossime regionali del Lazio.
Ciao a tutti!
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