martedì 18 dicembre 2007
giovedì 13 dicembre 2007
Grazie camionisti
Ieri sera percorrevo la ciclabile a fari spenti, in direzione Ponte Milvio. Buio quasi totale. Uno spicchio di luna in cielo lasciava trapelare chiaramente la parte in ombra. L’aria era tersa, fredda. Un cane ha attraversato velocemente la strada. Poi, in fondo i riflettori del deposito Atac e dei campi da calcio, i riflessi nelle pozzanghere lontane nei campi. Una stella cadente, lunghissima, quasi orizzontale, ha illuminato il cielo con la sua scia di tre secondi buoni. Nessun desiderio da esprimere per non perdere lo spettacolo. Più avanti c’era lo stadio Olimpico, tifosi che si spostavano velocemente a gruppetti, c’era una partita; poi affronto la salita sulla Farnesina in un traffico quasi inesistente, ma per questo più ricco di stronzi al volante (comunque l’aria è più pulita). Una calma provvisoria, per beneficio accordato dallo sciopero dei Tir, già ripartiti.
mercoledì 12 dicembre 2007
Blocco dei Tir
Grande caos nelle strade italiane, a causa del blocco dei Tir. Mai andato meglio in bicicletta a Roma. Ieri sera il traffico era scarso in alcune zone e completamente paralizzato in altre, anche a causa di alcuni incidenti: ormai tutte le strade hanno un’importanza cruciale e basta un tamponamento a rallentare fino all’inverosimile il traffico per un’ora buona. Sulle conseguenze del blocco dei Tir si sentono voci discordi: c’è chi sostiene che Roma sia sotto assedio e chi afferma di essere arrivato sul Grande Raccordo Anulare senza intoppi. Come sempre in questi casi, al problema reale si accompagna una psicosi collettiva. Il risultato è che gli scaffali dei supermercati si stanno svuotando e le pompe di benzina restano a secco. Il poco traffico induce a pensare che la maggior parte degli spostamenti che avvengono in automobile non sia strettamente necessaria. Esattamente lo stesso fenomeno che si verifica d’estate, nelle ore più calde della giornata. Certo, le chicche non mancano neanche ora. Ieri, mentre pedalavo sulla Flaminia, uno Stupid Utility Vehicle ha compiuto una manovra pericolosissima, da ritiro della patente, per guadagnare tre secondi sul suo percorso da cretino, sulla sua inutile esistenza di imbecille intermediario finanziario del cazzo. Ma, statisticamente parlando, meno traffico significa meno stupidità, se non altro perché il nervosismo indotto dalle lunghe attese in spazi angusti finisce per rendere tutti più ottusi. Godiamoci allora altri due giorni di rasserenante assedio.
lunedì 10 dicembre 2007
Cacca
Stamattina percorrevo la ciclabile in una nebbia fittissima. Fitta, ma non troppo. Non mi sono sfuggite infatti le generose quantità di cacca sparse sulla strada. Ho letto che membri delle forze armate a cavallo hanno cominciato a pattugliare la ciclabile; la settimana scorsa c’erano i vigili in moto, poi gli ausiliari in motorino. Inoltre, perdurano i giri del furgone per la manutenzione, che si sposta disinvoltamente alla ricerca di crepe. Ma, dico io, tra tutti i poliziotti, carabinieri, finanzieri, non c’è qualche cicloamatore che si possa offrire volontario nelle ore di servizio? Possibile che uno adesso, oltre ai vetri di Ponte Milvio, debba schivare pure le cacche di cavallo? E dire che c’è un pastore, bravissima persona, che quando transitano le sue pecore pulisce le cacchette con una frasca!
Karlheinz Stockhausen (1928-2007)
Sempre più melassa nella musica d'arte, sempre meno maestri in Europa e nel nostro «paese vischioso ridotto a una mucillagine» (lo dice l'ultimo rapporto Censis). Dopo Berio, Ligeti e gli altri, qualche giorno fa è scomparso Karlheinz Stochkausen. Profondo conoscitore dell'orchestrazione, del contrappunto, dell'elettronica, che scrivesse opere post-weberniane, intuitive o gli enormi cicli "cosmici" degli ultimi anni, è evidente che Stockhausen, con il suo ingente catalogo, è stato poco assimilato; ora rischia di essere rapidamente dimenticato, sostituito da facili discorsi sulla comunicabilità e il dialogo con il pubblico. Sarà forse stato megalomane, ma quando l'ultimo dei musicologi gli inviava una sua pubblicazione, gli rispondeva "grazie" e allegava due o tre partiture delle sue.
martedì 4 dicembre 2007
Meteo
un giorno in più di errori nuvolosi e toppe termometriche.
lunedì 3 dicembre 2007
Italian Express, again
venerdì 30 novembre 2007
Italian Express
© 2007 Von Rotz Trust
giovedì 29 novembre 2007
Homo Cyclicus
mercoledì 28 novembre 2007
Tu t'ammacchi, io m'ammazzo
Oggi me ne scendevo dall’Aeropago di Monte Mario per
Ciclista. “Perdona le mie escandescenze. Sai, devi comprendere che in bici possono saltare i nervi. Tu ti ammacchi, ma io m’ammazzo”.
Automobilista: “Non capivo che faceva quello davanti, così sono partito, ma ho messo la freccia”.
Ciclista: “Vero, ma non sono invisibile, mi hai visto arrivare, per me era una situazione pericolosa”.
Automobilista: “Ti chiedo scusa”.
Rinfrancato da un confronto civile, che però non intacca la boiata (classico caso di prevaricazione gratuita nei confronti del ciclista urbano: della serie io vado, lui s'arrangi), e rinfrancato solo dalla speranza che il dialogo sia servito, imbocco
martedì 27 novembre 2007
Cose buone dal '68
Qualche controcorso torinese del '68 l'avrei seguito volentieri, magari non per intero. Sono tante le frasi profetiche scritte quarant’anni fa sul numero-manifesto dei Quindici, che vale la pena di rileggere: «I professori impongono un programma e questo viene spesso preparato su modesti riassunti tirando a indovinare. Si è giunti, in alcune Facoltà, all’assurdo: 600 studenti interrogati in tre giorni da un solo professore (Magistero, ottobre ’67) […] Il sistema di cooptazione dei professori, i quali vengono scelti da altri professori sulla base di criteri insindacabili: nepotismo, identità di vedute politiche, correnti filosofiche o culturali, sottogoverno, posizione nel mondo dell’industria […] Ma lo strumento di controllo maggiore nelle mani dei professori, quello che dà valore a tutti gli altri e la vera base politica del loro potere accademico è la collaborazione degli studenti. Senza collaborazione degli studenti, un professore, se non è anche un dirigente d’azienda o un ministro (cosa non poi tanto rara) non è più nulla». Vanno notate innanzitutto due cose. La prima è che il sistema di cooptazione dei professori è oggi molto peggiorato. Lasciamo da parte la sceneggiata dei concorsi; nell’individuazione dei candidati più opportuni, sono sparite completamente le motivazioni politiche e filosofiche, ed è rimasta in piedi soltanto la logica del sottogoverno, peraltro non suffragata da una comunanza intellettuale, ma soltanto da numerose ore di lavoro illegale, offerto a titolo gratuito e la cui autorialità non è riconosciuta, violando così al contempo le leggi del lavoro e quelle sul diritto d’autore. Detto in parole più chiare: sempre più spesso, i concorsi universitari vengono vinti da persone che non hanno scritto quasi nulla ma, stando alla commissione, hanno effettuato una prova di concorso di elevatissimo livello. I verbali dei concorsi oggi si trovano sul web, ma come mai molti di coloro che hanno vinto un concorso non mettono il loro curriculum online? Si vergognano?
30 percento
lunedì 26 novembre 2007
Il '68, tutta un'altra epoca
Esattamente quarant’anni fa, con l’avvio dell’anno accademico 1967-68, cominciava la stagione delle occupazioni da parte del movimento studentesco. Il 17 novembre si iniziava dalla Cattolica a Milano e il 24 era la volta di Palazzo Campana a Torino; nelle immagini riportiamo alcuni particolari della copertina del mensile Quindici (n. 7 , 15 gennaio 1968) che annunciava l’evento torinese, offrendo controcorsi e gruppi di studio. Diretta da Alfredo Giuliani, la rivista recava articoli programmatici su quella che sarebbe dovuta essere la presa di possesso dell’università. Un articolo firmato da Furio Colombo introduce un lungo programma, che si prefigge obiettivi precisi. La contestazione al potere accademico viene condotta con un’accurata indagine del quadro legislativo, un’indagine sui progetti dell’università torinese. Persone non eccessivamente politicizzate perseguivano la ricerca del cambiamento, ben coscienti delle interconnessioni tra politica, economia e accademica.
giovedì 22 novembre 2007
Il '68, quarant'anni fa
"Contro l’autoritarismo accademico, potere agli studenti": è questo lo slogan che attornia lo strepitoso professore universitario zombie nel manifesto dell’occupazione di Palazzo Campana all’Università di Torino (novembre 1967). All’epoca, i laureati in lettere andavano a lavorare nelle case editrici, se non c’era nulla di meglio si cominciava dalla scuola e si conducevano attività collaterali più gratificanti. No, non era un’età dell’oro, ma le cose erano forse più chiare. All’epoca, i laureati in lettere scrivevano bene in italiano. A quarant’anni di distanza da quelle prime occupazioni, urge una riflessione accurata sulle stagnazioni e i cambiamenti dell’università. Ogni volta che si affronta il tema ricerca-università ci si aggrappa a un paio di luoghi comuni. I più gettonati sono: la scarsa percentuale di Pil devoluta alla ricerca e i cervelli in fuga. Ma dimentica tutto il resto.
mercoledì 21 novembre 2007
Castel e Giubileo
Lupercale
venerdì 16 novembre 2007
Spot onirico
giovedì 15 novembre 2007
Forestali a due ruote
Sciopero del trasporto pubblico in Francia
in risposta alle annunciate riforme del sistema pensionistico annunciate da Sarkozy. I ferrovieri hanno deciso per uno scipero a oltranza. Migliaia di persone si spostano a piedi o in bici.
La ciclabile oggi
mercoledì 14 novembre 2007
Riaperta la ciclabile Ponte Milvio-Castel Giubileo
martedì 13 novembre 2007
Ciclabile Ponte Milvio-Castel Giubileo chiusa
La ciclabile oggi
Indovinello
venerdì 9 novembre 2007
Immaginario e realtà
Lo speciale prosegue con un articolo di Doretta Vicini, vicepresidente della European Cyclist Federation sulle città europee, in cui la situazione generale, al contario dell'Italia, indovinate com'è? Un ultimo articolo è dedicato al Bike Film Festival in corso a Roma, al cinema Nuovo Olimpia, in via in Lucina, 16, vicino a via del Corso (il festival andrà poi a Milano): prevalgono nettamente i film sulla bici di ambientazione urbana. Distillato, succo, estratto di saggezza, la dichiarazione di Giovanni Pesce, uno degli organizzatori del Festival: «La cultura [di quel mezzo lì, che non scrivo per non attirarmi pubblicità automatica di micromezzi inquinanti che provocano il cancro, n.d.r.] si regge su un'imponente macchina da guerra comunicativa: Milioni di euro all'anno spesi in pubblicità che costringono gli editori a non parlar male delle [sempre quella cosa lì] , al massimo si può dire che inquinano, così l'industria può puntare su [quella cosa lì] "ecologica"». Il Bike Film Festival vuole lavorare ai fianchi dell'immaginario collettivo. Impresa difficile, ma non impossibile. Mi ha tirato su il morale, dopo aver visto stamattina uno seduto dentro un Succhia Umana Vita che, al Foro Italico, pascolava il cane lupo tenendo il guinzaglio dal finestrino.
giovedì 8 novembre 2007
Salone del ciclo 2007
lunedì 5 novembre 2007
Perplessità
giovedì 1 novembre 2007
Alfred Jarry
mercoledì 31 ottobre 2007
G 8
Non volere una commissione d’inchiesta sul G8 di Genova significa non considerare grave quel che è successo. Voti contrari e assenze da parte di rappresentanti dei partiti al governo hanno impedito che si formasse un organismo in grado di far luce su quanto innumerevoli testimonianze e le indagini della magistratura hanno già definito. I fatti della scuola Diaz e di Bolzaneto hanno provocato violenze del tutto gratuite su ragazzini indifesi, che hanno gettato fango sulla parte sana delle forze dell’ordine (che, continuiamo a credere, sia la maggior parte), come mai si era visto nella storia dell’Italia repubblicana. Molti funzionari responsabili al G8 sono stati promossi, non si capisce se per i disagi sopportati nelle indagini o se per gli ordini eseguiti. A qualcuno non è sembrato vero di poter giocare nella stanza dei bottoni, con le conseguenze che tutti sappiamo: gente che non ha mai imparato – né tantomeno provato a studiare – le regole della democrazia e della Costituzione della Repubblica Italiana stabilite dopo
giovedì 25 ottobre 2007
Salvi dal rotocalco
Messo sotto la lente di zelanti lettori, Cesare Salvi ha ribattuto a dovere sulle pagine del magazine del Corriere della Sera. p. 26 (che sulle bici non è sempre preciso, vedi post 18 ottobre 2007), affermando che è costata meno di 200 euro ed è stata prodotta dalla ditta Collalti (che si trova in via del Pellegrino, Roma). Non ho mai lasciato la mia bici a riparare lì, ma scambiando qualche chiacchiera con il titolare, che mi è sembrato serio. Le bici che produce hanno un grande pregio: sono esteticamente sobrie. Salvi conclude consigliando alla signora «una quotidiana biciclettata, come faccio io da anni. Oltretutto calma il sistema nervoso». Questa è saggezza.
mercoledì 24 ottobre 2007
Rivoluzione ciclistica
giovedì 18 ottobre 2007
Articolo ciclabili magazine "Corriere della Sera"
Leggo sul settimanale magazine del Corriere della Sera di oggi un servizio sulle piste ciclabili in italia, ospiti d’eccezione i neocampioni del mondo di ciclismo Paolo Bettini e Marta Bastianelli. L’Italia, come è noto, ha pochi kilometri di piste ciclabili rispetto agli altri paesi europei, in cui esiste una radicata cultura sull’uso quotidiano della bicicletta; ci sono 24 bici per 1000 abitanti, la metà della media europea. Arriviamo al nocciolo della questione. Scrive Stefano Landi, autore del servizio: «Per garantire sicurezza servono soldi». Pecoraro Scanio ha già stanziato 15 milioni di euro. Altri ne servirebbero. Ecco, per promuovere l’uso della bici nelle città italiane non servono molti soldi, non servono soltanto nuove piste ciclabili, basta creare percorsi ciclistici consigliati, abbassare il limite di velocità a 30 Km/h sulle strade interessate e reprimere duramente, multandoli in continuazione, gli automobilisti che trasgrediscono a questo divieto. Come quando finalmente si è deciso di applicare la normativa sulle cinture di sicurezza o quando è entrato in vigore nel Codice della Strada l’obbligo di accendere i fari sulle strade extraurbane. Allo stesso tempo, bisogna assumere in ogni città 4-8 vigili urbani ciclisti che sorveglino il traffico e facciano multe, tanto per cominciare.
La pista ciclabile va bene per diporto, per pattinare, ma ci porta dove vuole lei; io voglio andare in bici dove dico io. Chiaro?
La foto della Bastianelli, alle pagg. 38-39 è stata fatta sotto il cavalcavia dell’Olimpica: ci passo tutti i giorni. L’acqua, eliminata ieri o l’altroieri, non era causata dalla pioggia, come scritto nella didascalia, ma da una tubatura che perdeva da qualche settimana. Non so se ci sono altre zone in cui la ciclabile viene sommersa, ma siccome a Roma non piove praticamente da sei mesi, e
Le classifiche sui metri di ciclabile a persona per ogni città sono un’idiozia, utile a stendere altro asfalto e a far spendere soldi. Bastano i cartelli 30 Km/h, bisogna riprendersi le strade davanti alle scuole, agli ospedali, ai parchi. Bisogna divulgare una nuova cultura dello spostamento urbano. È necessario dare l’esempio, pedalare sotto l’acqua davanti alle file di auto bloccate nel traffico.
mercoledì 17 ottobre 2007
La mascherina
martedì 16 ottobre 2007
Bikes belongs in traffic!
Alla fiera della bibita
Ne fecero una versione più leggera, senza zucchero, e l'allocco si adeguò: non sapeva di niente, ma non si chiese perché ne aveva bisogno. Poi ne idearono una versione ancora più spartana: era acqua nera, ma l'allocco continuò a comprarla. Comprò anche scatole d’acqua minerale, ignorando che sempre e comunque l’acqua è minerale, senza peraltro saper leggere i valori dei sali contenuti, ignorando che faceva il giro d’Italia per arrivare al supermercato sotto casa sua, fingendo di ignorare le tonnellate di plastica delle bottiglie vuote che intasano le discariche.
lunedì 15 ottobre 2007
zerbino
giovedì 4 ottobre 2007
Più uguali degli altri
«Con la Ztl a colazione non è possibile arrivare qui in macchina, abbiamo chiesto al Comune di trovare una soluzione: dei permessi, delle card per i clienti. Ancora nulla». E menomale.
Sputnik
lunedì 1 ottobre 2007
venerdì 28 settembre 2007
mercoledì 26 settembre 2007
Percorso consigliato per bici, Municipio XIX, Roma
Ieri pomeriggio abbiamo presentato la nostra ipotesi al consiglio del Municipio XIX di Roma, in una riunione nell'ambito di Agenda 21. Si invita la cittadinanza a suggerire ulteriori spunti per iniziative analoghe.
1. Introduzione
La proposta riguarda un percorso consigliato per ciclisti, con minimi dislivelli, percorribile anche da coloro che svolgono scarsa attività fisica e che intendono utilizzare la bicicletta per piccoli spostamenti o per raggiungere stazioni ferroviarie evitando le file e senza perdere tempo a cercare parcheggio. Il percorso si svolge in sede stradale (condivisa con le automobili e gli altri mezzi), con limitazione della velocità a 30 Km/h, un limite che, del resto, è in molti casi imposto dalle stesse condizioni del traffico. Questo itinerario può favorire la mobilità ciclistica all’interno del quartiere e incentivare l’uso della bici in persone che ne fanno uso solo occasionalmente, magari d’estate. È utile per fare la spesa, prendere libri in prestito, recarsi presso gli uffici del Municipio e
Il percorso è il risultato di vari tentativi effettuati utilizzando unicamente la bicicletta.
2. Il percorso
2.1. Andata
Partenza: Da via Pasquale II, angolo via Boccea
via Pasquale II
Piazza Clemente XI
via S. Igino Papa
via Stefano Borgia
via Fanny Tacchinardi (unico breve tratto contromano, da adeguare; la strada è molto stretta, si potrebbere rendere a doppio senso solo per i ciclisti).
Via Tommaso Zigliara (gira a sin.)
[tra via Diano Marina e Via Simone Mosca c’è un passaggio stretto con tornello, che richiede un minimo di adeguamento].
Via Taggia
Via dell’Acquedotto Paolo [da qui a via Torrevecchia si potrebbe passare sul marciapiede, adeguandolo]
Via Torrrevecchia
Via Eugenio Tanzi [c’è da adeguare un passaggio, troppo stretto per alcuni tipi di bici]
Arrivo: stazione Treno Monte Mario
N.B.: lungo il percorso si incontrano almeno 6 scuole, tra asili nido (La casetta, v. Tacchinardi e Tondogiro, v. S. Igino), elementari (Alberto Sordi, ecc.) e l’ITIS Einstein, un mercato, una comunità terapeutica, l’Istituto missionarie della carità, il parco giochi pubblico (frequentato da moltissimi bambini) di v. S. Igino Papa;
2.2. Ritorno
In direzione opposta, il percorso risulta più problematico, soprattutto perché è necessario passare per via di Torrevecchia. Ho provato varie strade parallele, ma l’itinerario è piuttosto contorto e richiederebbe diversi aggiustamenti di sensi di marcia. In attesa di soluzioni migliori, ho pensato che il percorso potrebbe essere:
Partenza: Stazione Monte Mario
Via Eugenio Tanzi
Via di Torrevecchia
Via Aloisi Masella
Via Bembo (si può rendere tutta a 30 Km/h)
Via Gasparri
V. Ascalesi (è già a 30Km/h, l’ultimo tratto è senso vietato, ma breve, si potrebbe rendere a doppio
Senso soltanto per i ciclisti).
P.za San Zaccaria Papa
Via F. Borromeo
Piazza Clemente XI
Arrivo: Via Pasquale II, angolo via Boccea.
venerdì 21 settembre 2007
Cani e miccette
Sono già due volte che sulla ciclabile, verso Castel Giubileo, un pastore abruzzese senza pecore né pastore accenna un inseguimento ringhiando. Oggi ho sfilato il casco e gliel’ho roteato: se ne è andato quasi subito, ma qualche timore per il polpaccio c'è stato. Mi sono ricordato allora di un conoscente di mio padre, abruzzese, che al paese affronta in bici le strade di campagna con in tasca un pacchetto delle mitiche miccette e un accendino. Certo, i tempi di reazione non sono rapidissimi, ma un bel botto può risolvere il problema, senza doversi portare appresso dei bastoni. Non riesco però a trovare più le mitiche file di miccette; ne ho comprata una scatola e sono sciolte. State attenti, hot dogs!
giovedì 20 settembre 2007
Vigili ciclisti
Bici e autobus
martedì 18 settembre 2007
Impressioni ed espressioni di settembre
Ieri riflettevo, mentre me ne andavo da Castel Giubileo a via Arenula e poi, passando per Trastevere, ormai al buio, raggiungevo Monte Mario. Da Ponte Amedeo d’Aosta a Ponte Garibaldi sono passato sulla strada insieme alle auto, anche per evitare la ciclabile di sampietrini destinata al freeride (o almeno così sembra), situata sugli argini del Tevere. Riflettevo, guardando le auto, gli scooteroni uscire a 80 Km/h dal sottopassaggio nei pressi di Piazza Cavour, per poi fermarsi dopo venti metri; affannarsi per arrivare al semaforo giallo e poi rosso; scattare al verde per incolonnarsi di nuovo dopo due metri; spostarsi a destra e a sinistra per fare ancora mezzo metro; scattare e rifermarsi; scattare, fare dieci metri e rifermarsi. Motori a scoppio in mano a coscienze medievali, dimentiche del carro d’Apollo a pedali dell’infanzia.
lunedì 17 settembre 2007
nuovo scooterone 800 cc
venerdì 14 settembre 2007
scipero benzinai 2
sciopero benzinai
giovedì 13 settembre 2007
mal di schiena
mercoledì 12 settembre 2007
posteggiatori
Sull’ultimo Vanity Fair, 13 settembre 2007, p. 14, Enrico Mentana parla a ruota libera di immigrati, premettendo che crede alla legalità e paga le tasse: decide in realtà di occuparsi soltanto degli stranieri che si dedicano alle attività più precarie e anche illegali, come se nessuno di loro in Italia lavorasse in fabbrica, nei cantieri, nelle cucine e negli ospedali. Poi annota: «I lavavetri ci tampinano, ma i vu cumprà sui marciapiedi non hanno un grado ben maggiore di illegalità? [...] Più simpatico però, a parità di illegalità, il posteggiatore abusivo che ti fa parcheggiare in tripla fila, e poi ci pensa lui. Ci sono illegalità intollerabili, perché non ne traiamo un vantaggio, e illegalità funzionali, perché ci guadagniamo anche noi, in tempo, o fatica o soldi». Per i ciclisti, le seconde e terze file sono un vero incubo: mettici pure l’apertura di una portiera...È la strapotere dell’auto sul pedone e il ciclista.
martedì 11 settembre 2007
clero-equipaggiamento
Su La Repubblica di ieri, a pag. 23, si recensiva il libro di memorie del teologo Hans Küng, che lamentava alcuni doppi giochi da parte di un suo illustre collega sacerdote, Joseph Ratzinger. Come il futuro papa, Küng insegnava a Tubinga, anzi fu proprio lui a farlo chiamare da Münster. Per tre anni i due andarono apparentemente d’accordo. Cito testualmente dall’articolo di Andrea Tarquini: «Küng all’epoca amava le Alfa Romeo, Ratzinger andava in bici. Spesso, col maltempo, Küng dava un passaggio a Ratzinger caricando la sua bicicletta nel vano bagagli della sportiva italiana». In certe condizioni climatiche va benissimo farsi dare un passaggio, ma Ratzinger non aveva la mantellina catarifrangente?
venerdì 7 settembre 2007
Il Panorama pende su Calasso
vi ricordo che Iosif Brodskij è morto nel 1996. E che Boby Bazlen, è meno affettuosamente conosciuto con il nome di Roberto Bazlen, co-fondatore di Aldelphi.
Gare sulla ciclabile
lunedì 3 settembre 2007
La città si riempie
mercoledì 29 agosto 2007
Principii della vera dottrina esoterica riguardante il ciclo
Devi prestare la massima attenzione a quanto io ti dico, perché le cose invisibili nel velocipede sono più importanti di quelle che il tuo occhio può accogliere. La bicicletta contiene i quattro elementi, ma queste cose il volgo non intende e solo a pochi è accordata la comprensione dei misteri ciclistici più reconditi. L’aria sta nelle ruote e solleva il mezzo da terra. Senza aria il velocipede non cammina, come senza aria nei polmoni il ciclista non può inoculare la sua potenza nei pedali. Tutta la linea di trasmissione del movimento è impregnata di fuoco, che risiede sommamente nel movimento centrale e nelle corone, attorno alle quali tutto gira e, in via secondaria, si diparte dai mozzi delle ruote e si insinua fino ai raggi. Lì comincia l’azione della terra, elemento inerte ma prolifico, che risiede in special modo nel telaio, la parte che tutto sorregge e attorno alla quale tutto ruota, fino al sellino, al manubrio e alla forcella, i forcellini dove si pone in diretta comunicazione con l’elemento fuoco. E l’acqua non è soltanto l’acqua della borraccia e il corpo del ciclista, ma soprattutto quella dei liquidi lubrificanti, ovvero olio e grasso. La misteriosa commistione di acqua e fuoco nelle ruote, nel movimento centrale, lo scivolare della catena sulle corone e sui pignoni ben oliati, produce il movimento incessante della rotazione.
martedì 28 agosto 2007
Due giri extraurbani
Il 19 agosto (16.30-20.00) ho fatto una bella scarpinata abruzzese sulla rotta Tagliacozzo-Villa San Sebastiano-Capistello-Canistro superiore e inferiore-Capistrello-Petrella Liri-Verrecchie-Tagliacozzo. Totale 56,50 Km, con la mia vecchissima mtb "Fetusa" (con corone di ferro grigio) e la salita Canistro-Petrella che non finiva mai. Risultato migliore: scorpacciata di more e di acqua minerale.
Poi, il 23 e 24 agosto, assieme a Massimo (su una mtb Bottecchia) ci siamo imbarcati in una Scauri-Conca della Campania-Scauri (circa 80 Km). Stavolta avevo la mia Giant Cadex, con ruote da 1", leggerissima, ma con zaino in spalla.
Siamo partiti alle 15 sotto il solleone, dopo un lauto pranzo preparatoci dalla signora Roberta. A Suio abbiamo aggredito un'interminabile salita che si è conclusa praticamente all'arrivo. Nessuna foratura, ma la compagnia irritante dei tafani mi ha costretto per lunghi tratti a frustarmi con un asciugamano, dinanzi allo sguardo perplesso dei rari passanti. Ma siamo stati ricompensati da una cena luculliana presso i nostri gentilissimi ospiti. Il giorno dopo, il viaggio di ritorno si è svolto quasi senza pedalare, una lunga discesa, con visita finale alle foci del Garigliano. Risultato migliore: recapitare una guantiera di sfogliatelle pressoché intatta.
Adesso si torna in città, si torna al lavoro. La Lazzaretti da corsa avrebbe bisogno di una riverniciata: ma chi ha il coraggio di metterci mano?
martedì 7 agosto 2007
Altri Luca Conti
Vorrei ricordare i diversi Luca Conti visibili sul web:
1) Blogger, ambientalista, esperto di new media: www.lucaconti.it www.pandemia.info
2) Esperto di jazz e traduttore di romanzi noir: jazzthetic.splinder.com
3) Assessore alla Comunicazione Provincia di Perugia: www.provincia.perugia.it
Se sei anche tu un Luca Conti e non sei incluso nella seguente lista, puoi scrivermi.
mercoledì 1 agosto 2007
sgonfia e cadente settimana di ciclismo
Non sarò breve. Devo giustificare la lunga assenza di aggiornamenti, a scopo didattico per i ciclisti urbani o aspiranti tali. Diario di una grigia e molto sgonfia, cadente, settimana di ciclismo urbano. Evento unico e irripetibile.
Lunedì 2 luglio: mentre vado al lavoro in bici , a 200 metri da casa, cado per l’uscita della catena, mentre ero in piedi sui pedali. Per fortuna non è sopraggiunta nessuna macchina. In ultimo la colpa era del deragliatore anteriore, mal regolato, che mi ripromettevo di mettere a punto, ma non lo avevo ancora fatto. Bravo pirla. Risultato: paura, escoriazione e gonfiore pronunciato al ginocchio per la caduta e soprattutto buco al ginocchio medesimo per penetrazione del fottuto pedale di alluminio zigzagante che ho immediatamente tolto (ve ne farò vedere la foto, non del fiotto di sangue, ma del fottuto pedale); inoltre una costola dolorante, incrinata, boh. E un paio di ematomi minori. Tornato a casa, lascio la mtb e prendo una di quelle da corsa. In nome del concetto che se non risali subito in bici non ci rivai più, o cose del genere. Una buca sulla via Cortina d’Ampezzo mi fa forare. Cambio la camera e riparto. Un lieve rigonfiamento della ruota mi fa alla fine fermare sulla Flaminia per dare una sistemata. E la camera cede, bucata. Proseguo a piedi (3 Km ca.) fino al posto di lavoro. Al ritorno chiedo un passaggio a un collega. Chiaro che il problema è del cerchione. Controllo nipples e raggi (ma, mi dirà il cicloriparatore di fiducia, Colopardi, che non può dipendere da quelli, piuttosto da un flap danneggiato o, aggiungo io, anche da abrasioni laterali del cerchio d’alluminio che con le alte pressioni di gonfiaggio, possono bucare la camera). Rimonto la ruota, sembra tutto a posto.
Martedì 3 luglio: dopo due Km, a Monte Mario, ribuco. Torno a casa in autobus. Cambio la bici, prendo la mtb Atala “Mortilla” non ancora a puntino. Infatti il cambio cede, anzi è mezzo rotto, e mi faccio la ciclabile a 3 Km/h, superato anche da novantenni obesi su bici medievali. Al ritorno faccio tappa ai riparatori di Ponte Milvio, sulla ciclabile, che consiglio vivamente se avete problemi meccanici seri da quelle parti (spero di essere stato abbastanza chiaro, e comunque ci sono riparatori di bici che non consiglio neanche se le ruote vi sono diventate triangolari). Lascio la bici e mi viene consegnata una mtb di circa 30 Kg. Tipo auto di servizio. Compro il sushi da Daruma, come forma di consolazione esistenziale, e affronto la via Camilluccia. Indovinate che succede? La ruota posteriore comincia a sgonfiarsi. Ma lentamente. La rigonfio con la pompa e arrivo a casa.
Mercoledì 4 luglio (giornata della mia dipendenza dalla bici): la mattina dopo la trovo a terra: cambio la camera e vado al lavoro. Il mezzo, ora che ci ho fatto un minimo di amicizia, sembra pesare 28 Kg. Al ritorno, recupero la bici, pago dieci euro di troppo, ma non dico niente e riparto. Il cambio non è che funzioni bene, anzi, mi è è stato detto che il deragliatore anteriore non è compatibile, ecc. Arrivo a casa, non dico risollevato.
Giovedì 5 luglio: ho risistemato la bici della cadutadi lunedì e la giornata, ciclisticamente parlando, fila liscia. Lo stesso il giorno dopo.
Le mie vicissitudini mi portano a un cambiamento (che vivo periodicamente, smontando e rimontado pezzi). Torno a una concezione cicloturistica del mio girovagare per Roma. Ruote larghe, andatura lenta, borse dietro, piene di ogni bendidio, tipo magliette, asciugamani, acqua, cibo, libri, attrezzi per riparare qualsiasi cosa. Due camere d’aria. Ipotesi di parafanghi per l’inverno e portapacchi anteriore. L’altro estremo è bici da corsa+zaino, ma per ora può aspettare, nonostante tre puledre d'acciaio fremano nella stalla.
Il post
A volte ci si sveglia di mattina presto perché si sente una spinta irrefrenabile a fare un post.
Altre volte capita che la mattina non si faccia il post, ma se ne senta il bisogno più tardi, magari mentre si è in fila alla post, e non si è wireless ma neanche cablati, quindi il post non si può fare e bisogna pazientare.
Può anche passare qualche giorno senza che si faccia un post. A quel punto la nostra memoria di massa sembra soffrirne perché, insomma, va detto, ogni giorno bisognerebbe scrivere un post.
In certi casi il post viene corto, talvolta è più esteso, a volte è morbido, a volte è più consistente. Di vari colori, il post. Senza scadenza, il post. Insomma, meglio non tenerlo sul davanzale per troppo tempo.