mercoledì 31 ottobre 2007

G 8

Non volere una commissione d’inchiesta sul G8 di Genova significa non considerare grave quel che è successo. Voti contrari e assenze da parte di rappresentanti dei partiti al governo hanno impedito che si formasse un organismo in grado di far luce su quanto innumerevoli testimonianze e le indagini della magistratura hanno già definito. I fatti della scuola Diaz e di Bolzaneto hanno provocato violenze del tutto gratuite su ragazzini indifesi, che hanno gettato fango sulla parte sana delle forze dell’ordine (che, continuiamo a credere, sia la maggior parte), come mai si era visto nella storia dell’Italia repubblicana. Molti funzionari responsabili al G8 sono stati promossi, non si capisce se per i disagi sopportati nelle indagini o se per gli ordini eseguiti. A qualcuno non è sembrato vero di poter giocare nella stanza dei bottoni, con le conseguenze che tutti sappiamo: gente che non ha mai imparato – né tantomeno provato a studiare – le regole della democrazia e della Costituzione della Repubblica Italiana stabilite dopo la Seconda Guerra Mondiale, conflitto voluto da S. E. cav. Benito Mussolini, forse è meglio ricordarlo, perché manca solo che qualcuno affermi che è stato Stalin a dichiarare guerra agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia a nome dell’Italia. Ma se volessimo fare la conta degli errori compiuti a Genova si dovrebbe partire dalla scelta, davvero geniale, della città italiana meno adatta ad accogliere un gran numero di manifestanti...

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