giovedì 8 maggio 2008

Confessioni di maggio

1) È singolare la teoria di Michael Ross, politologo della Ucla, secondo il quale i paesi produttori di petrolio svilupperebbero una cultura più maschilista. L'emarginazione delle donne, più che alla religione, sarebbe da attribuire a ragioni economiche. Queste società ricche possono garantirsi manodopera dall'estero e possono evitare che le donne svolgano una professione. Per fare un esempio, in Arabia Saudita lavora solo il 3% delle donne. Un altro motivo per consumare meno petrolio e andare in bicicletta.
2) Stamattina avrei dovuto fare il bollino blu all'auto. Ormai mi muovo in auto più a causa dell'auto che per altri motivi: benzina al distributore dove costa meno, revisione, bollino blu, officina. È paradossale. Lunghe code di autobus e auto sotto casa mi ha fatto cambiare idea: ho lasciato perdere e ho preso la bici anche oggi. Questa settimana, finora, ho fatto 160 i Km in santa pace, a parte i soliti vaffa ad alcuni automobilisti pericolosi, distratti e prepotenti. Prendo il sole, i mozzi girano da soli, vado e torno, tutto gratis. Parcheggio dove mi pare, non trovo mai traffico. La solita vitaccia da privilegiati, PM 10 a parte.
3) Sarà una coincidenza, ma negli ultimi giorni ho parlato con tre persone che vorrebbero recarsi al lavoro in bici, ma devono presentarsi in giacca e cravatta, e quindi continuano a soffrire per un'ora e mezza nei loro abitacoli. A parte che si vedono molte persone in bici e vestite in modo formale. A parte che ognuno ha i suoi gusti (io non rinuncerei mai ai pantaloncini da ciclista d’estate, anche a costo di sobbarcarmi uno zaino un po’ sostanzioso). A parte tutto questo, la cravatta è un simbolo repressivo, che proviene credo dagli schiavi, fa respirare male, è pericolosa (perché ti ci puoi strozzare), inutile e ridicola. La dialettica abito-cravatta ha rotto le scatole. L’estetica della cravatta come capo d’abbigliamento azzardato in un contesto neutro o classico, tipo mi metto l’abito grigio con la cravatta rosa, le cravatte di marinella, i colori vivaci, ti ravviva il viso. È tutta paccotiglia novecentesca, è ora di finirla. L’obbligo della cravatta, portare rispetto per qualcuno mettendosi la cravatta, lo standard occidentale che la prevede anche per andare al bar, ecc. Sapete come si aggira l’ostacolo? Con gli abiti tradizionali. Nessuno può questionare se uno scozzese si presenta in kilt. Magari in bici si sta un po’ leggerini...Quindi avanti con le tradizioni popolari. Abbasso la cravatta, viva la bicicletta!

Nessun commento: