mercoledì 28 gennaio 2009

Fino all'ultima goccia di petrolio

Qualche giorno fa, ho visto su una rivista la pubblicità dell’Eni (www.eni.it). La campagna pubblicitaria si chiama “30percento. Consumare meglio, guadagnarci tutti”. Fin qui siamo tutti d’accordo. È vero, non c’è niente da fare, magari si potrebbe ipotizzare un -40%, ma sono i miei eccessi da ambientalista e rompipalle. Sullo sfondo, un’automobilina da bambino, di quelle a pedali…Nulla di nuovo, neanche qui, l’abuso di mezzi a pedali nella pubblicità delle automobili è ormai un classico, non a caso. In primo piano, c’è un cartello con scritto sopra: “Viaggiare in autostrada a 110 Km all’ora anziché a 130 è un bel segno di civiltà”. Ora io mi domando: e non viaggiarci per niente? (Metterebbe in crisi le industrie del petrolio); Viaggiare con l’auto elettrica? Viaggiare in treno? Vendere l’automobile? Nella pubblicità si sottolinea la convenienza ad andare più piano, si parla di risparmiare 1600 euro a famiglia all’anno. E quanto spendo ogni anno per la mia auto? Qual è il costo ambientale di queste pratiche inquinanti? Dopo lo shock petrolifero e ormai additati da parecchie organizzazioni come i più grandi inquinatori del pianeta, le cose non devono essere facili per questi signori, che sui prezzi del carburante vanno molto d’accordo tra loro, infatti non scende, pur essendo sceso da tempo il barile. Meglio l’auto a pedali della fotografia. Ma la pubblicità vende sogni.
L’industria del petrolio è in buona compagnia, indovinate di chi? Sì, risposta esatta, è in compagnia dell’industria dell’automobile, ovviamente. Ho letto, sul Magazine del Corriere della sera del 15 gennaio 2009, che la filiale italiana della Mercedes ha lanciato un’iniziativa che ha raccolto 10.249 voti. Si doveva decidere tra sei soluzioni, un progetto di “mobilità sostenibile” da realizzare entro il 2009. Hanno votato molto al Motor Show e anche in alcune piazze italiane. Riporto testualmente il progetto vincitore perché è esilarante e viene voglia di andare via non dall’Italia, ma dal pianeta Terra. I tedeschi non avrebbero bevuto delle cazzate di questo tipo, ma noi siamo tot milioni di teste di cazzo, secondo l’ineguagliata espressione dell’ex-presidente della Rai Ettore Bernabei, che infatti di tv si occupava e adesso noi siamo governati...lo hanno votato, sto divagando. Ecco il testo che appare a pagina 38. Ha vinto il progetto “Greendrive: viaggiare sostenibili, ideato, si fa per dire, da Stefano Corti, direttore di LifeGate (http://www.lifegate.it, per favore date un’occhiata e allenatevi a queste strane commistioni). Ecco il testo: «Si può guidare rispettando l’ambiente e le sue risorse. Parlo di una tecnica che consente di risparmiare fino al 10 percento di carburante. Essere un eco-automobilista non significa fare la lumaca, ma saper sfruttare il flusso di traffico e saper adottare certi accorgimenti. Per esempio, usare le marce in un certo modo». C’è da restare allibiti. Poi, nell’articolo segue il commento del presidente di Mercedes Benz Italia, Vittorio Braguglia: «Un’avventura esaltante. Ci impegniamo a dare subito il via al progetto vincitore, arricchito con i suggerimenti degli elettori. È una questione di responsabilità sociale. La realizzazione dei “corsi di guida sostenibile” contribuirà alla nostra strategia globale, che abbiamo chiamato True Blue Solution e che ha l’obiettivo di arrivare a una mobilità a zero emissioni entro il 2012».
Per favore, notate che stiamo parlando del Corriere della Sera. Ho molte cose da dire su questo argomento e su altri consimili. Vi pregherei, però, di leggere attentamente il testo e di fare circolare queste notizie anche fra coloro che non hanno letto la rivista, perché si tratta di un sintomo molto chiaro delle intenzioni dichiarate e di quelle vere nei futuri sviluppi dell’industria automobilistica. Cioè cambiare il meno possibile. Va sottolineato il perenne rinvio a un futuro né troppo vicino né troppo lontano, il 2012, che caratterizza da decenni l’industria dell’automobile, che colpevolmente frena qualunque tentativo di innovazione e presenta prototipi elettrici e a idrogeno nei saloni dell’auto per farsi bella, ma non gliene frega niente.
Il sito di LifeGate è una passerella di proposte all’acquisto e réclame sostenibili. Alla fine c’è la suggestiva e molto antica frase del Dao De Jing (volgarmente noto come Tao-Te-Ching), nostro testo di riferimento, se solo ci capissimo qualcosa: «Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce». Ma a cadere ormai sono intere foreste e non cresce più nulla.

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