giovedì 31 gennaio 2008
Memorie. II parte
mercoledì 30 gennaio 2008
Memorie. I parte
Mentre saggiavo il cigolante velocipede, pensavo che quell’attrezzo poteva scatenare parecchie novità: fottere il traffico, non perdere tempo, fare attività fisica, risparmiare, non inquinare. Quest’ultimo punto non lo considero secondario: faccio il compost sul terrazzo, lotto contro lo stand-by, ecc. Inutile nascondere, però, che la velocità e il risparmio sono state le molle più importanti: grazie a questi vantaggi ero invogliato a stringere i denti sulle salite, anche quando non sapevo più quale rapporto inserire, visto che stavo andando con un 22 x 28, o giù di lì. Ricordo ancora il primo giro in bici, una volta presa la decisione di portare a Roma la mtb: un percorso, credo di 2 Km, in un parco pubblico della città. Ricordo anche i primi itinerari, in cui perdevo la strada, o impiegavo tempi biblici per arrivare a destinazione. A un certo punto divenne necessario ricorrere a un riparatore. I miei ricordi, peraltro un po’ arruginiti, si fermavano al cambio della camera d’aria. Cominciai a frequentare un paio di negozianti. Nessuna concessione al nuovo. Ripara, ripara, su, fai uno sforzo... Rimetti a posto, ecc. Anche perché il negoziante cerca subito di proporti nuovi modelli. Nessun interesse per pezzi di ricambio costosi. Semmai una bella bici da 50 euro all’Ipercoop da fare a pezzi, tipo maiale. A questo va aggiunto il ritrovamento fortuito di alcuni telai, con pezzi vari attaccati, in cattivo stato. Fin qui aveva prevalso solo una logica: il risparmio totale e il recupero. Parallelamente a questa concezione, si è sviluppato uno spiccato interesse per il fai-da-te ciclistico, favorito da una discreta manualità, che ho darwinianamente sviluppato negli ultimi anni. Poi, seconda fase: dopo aver segato, limato, svitato, approfondito la natura dei metalli e la storia della brugola e perfino di Egidio Brugola, delle viti canadesi a foro quadro, ecc. e dopo essere rimasto a piedi in due occasioni (e dopo essere caduto), si è instaurato in me un maggiore apprezzamento per la componentistica di buon livello, preferibilmente vintage (ma questo è un altro discorso). In un altro post memorialistico parlerò di un terzo passaggio, che considero decisivo per le mie possibilità ciclistiche e che ha per oggetto le salite di Monte Mario.
martedì 29 gennaio 2008
Jovanotti lo sa
lunedì 28 gennaio 2008
Tre errori sistematici su parole in castigliano
1) Al contrario di quanto accade per il francese, è la sistematica abolizione degli accenti
in tutte le parole. Per esempio, Chavez, invece di Chávez.
2) Il secondo è l'uso di una parola inventata: "ecuadoregno" o, ancora più ridicolo, ecuadoreño", per indicare gli abitanti dell'Ecuador. Questa parola nel castigliano di Spagna, e anche in quello di Ecuador, NON ESISTE. In spagnolo si dice 'ecuatoriano' e in italiano 'ecuadoriano'. Se volete fare i Gianni Brera e usare parole spagnole, prima studiate.
3) Sistematico (trovato almeno cinque volte): chiamare Città del Messico, ossia Ciudad de México, con il termine inglese, 'Mexico City'. Questo è veramente troppo. Qui non è neanche questione di ignoranza, si tratta di aver copiato malamente da notizie diffuse in lingua inglese; nessuno pretende che Los Angeles sia scritto alla spagnola, Los Ángeles. Qui siamo alle basi.
¿Entendido?
venerdì 25 gennaio 2008
Giornata della memoria
mercoledì 23 gennaio 2008
Un uomo d'oro sul velodromo
martedì 22 gennaio 2008
La guerra di mio nonno in bici 2
lunedì 21 gennaio 2008
La guerra di mio nonno in bici 1
mercoledì 16 gennaio 2008
Andare a scuola/al lavoro in bici. Capitolo II
Per i climi caldi. Addosso: maglietta a maniche corte e calzoncini da ciclista, eventualmente gilet da ciclista; nello zaino: pantaloni lunghi e seconda maglietta (o camicia).
Per climi freddi. Addosso: giacca a vento traspirante, maglia ciclista, maglietta traspirante o sintetica; nello zaino: pantaloni lunghi, maglione, maglietta di ricambio (o camicia). Se potete, lasciate al lavoro o a scuola una felpa o un maglione e una giacca a vento di riserva. Avrete compreso che il nostro look quotidiano è molto sobrio, ma in uno zaino non troppo pesante si può trasportare anche una giacca, basta ingegnarsi un po’.
martedì 15 gennaio 2008
Andare a scuola/al lavoro in bici. Capitolo I
Spesso mi capita di rispondere alle domande incuriosite di persone che desiderano sapere come faccio a presentarmi al lavoro dopo 20 Km in bici per le strade di Roma, percorso che comprende strade di campagna, pozzanghere, cani da pastore e stronzaggine al volante. Tralascio qui i noiosi ma importanti dettagli tecnici del cambio, salite, freni, manubrio, copertoni, ecc. per parlare del modo di trasportare i vestiti e, diciamo, gestire il look. La procedura fondamentale di trasporto è quello che ho denominato “cannolo”: pantaloni, maglione, maglietta, camicia vanno arrotolati come un sacco a pelo (avete presente, spero: piegato in due per lungo e arrotolato). Il tutto va messo nello zaino o nelle borse. D’estate si possono mettere i pantaloncini da ciclista imbottiti e, giunti alla meta, indossare sopra i pantaloni; ci si dà un’asciugata e poi, in un bagno, ci si cambia. Oppure, d’inverno si indossa un paio di pantaloni “dedicati”, un po’ tecnici, per poi indossare quelli arrotolati. Siete spettinati? Qualcuno vi guarda male? Beh, pensassero ad attrezzare una zona cambio per chi non inquina. Un collega ha qualche osservazione da fare? La risposta standard sarà: è il prezzo dell’ecologia. Il deodorante e un piccolo asciugamano possono corredare il nostro equipaggiamento. Seguiranno consigli di umile esperienza su cosa mettere addosso quando ci si reca in bici da qualche parte.
lunedì 14 gennaio 2008
Meno traffico
L’Assopetroli segnala una forte flessione nella vendita di benzina a Roma: si parla di un -10%.
Anche i vigili urbani indicano una diminuzione del traffico rispetto allo stesso periodo del 2007. Giovedì scorso, primo giorno a targhe alterne, il traffico era scarso.
giovedì 10 gennaio 2008
Felicità Interna Lorda
Lo stemma del Bhutan
Per affrontare la questione basilare del traffico e degli spostamenti nelle grandi città bisognerebbe ripartire dal benessere dei singoli e dall’impatto dei comportamenti individuali sulla collettività. In una cultura in cui questo parametro è desunto dal Pil individuale, ci vuole poco a capire che la perfezione corrisponderebbe grosso modo a quello che vediamo ogni giorno nelle strade cittadine. Ciascuno va dove vuole, come vuole, prevale la forma sulla sostanza, ecc.
In Bhutan, nel 1972, il re Jigme Singye Wangchuck introdusse il concetto della Felicità Interna Lorda (Gross National Happiness) come principio guida dello sviluppo del paese. Non parliamo di una potenza industriale: proprio per questo una concezione del genere ha potuto attecchire su scala nazionale e per volere dell’autorità statale. La crescita economica non dà la felicità. Certo, il miglioramento delle condizioni materiali può rendere felici, ma non ci si può limitare a un rapporto di causa-effetto. Mandata in soffita l’auspicabile aumento delle tasse per i Suv, sarebbe tempo di mettere mano seriamente alla limitazione del traffico automobilistico a Roma. Per esempio tfacendo pagare in base ai chilometri percorsi, quindi aumentando il prezzo della benzina con accise regionali e impiegando i guadagni nel miglioramento del traffico urbano; al contempo, sarebbe giusto rendere più economica la tassa di circolazione e le assicurazioni per le auto usate poco. L’auto è spesso indispensabile, a nostro avviso, ma solo in casi limitati. In concomitanza con il primo giovedì a targhe alterne a Roma, è bene ricordare la poca incisività di questi rimedi, la scarsità di controlli seri sugli autoveicoli inquinanti. Un modo per aumentare la felicità interna, lorda o netta che sia.
mercoledì 9 gennaio 2008
Il giro di Roma
martedì 8 gennaio 2008
Mezzi alternativi
lunedì 7 gennaio 2008
Minoranze da meditare
«Qual è la galassia radicale?
La galassia di Nessuno tocchi Caino. Non raggiungeranno mai l'1,5% dei voti, ma ci sono. Poi, più importante, c'è la galassia religiosa. Non è
Ora, mi chiedo, e vi giro la domanda: è possibile che una minoranza ben motivata come quella dei ciclisti urbani, con il contorno dei ciclisti occasionali, di quelli "sportivi", boy-scouts, centri sociali, genitori di figli piccoli, ecc., non riesca a ottenere in ciascun municipio di Roma una serie di percorsi ciclistici consigliati a 30 Km/h, che abbiano una ricaduta positiva anche sulla circolazione dei pedoni, sul rumore e sull'inquinamento, una soluzione intermedia tra una zona pedonale e una a circolazione normale?
Austerità
«L'austerità non è un mezzo per ripristinare vecchi rneccanismi, bensì l’unica via per superare un sistema di sprechi, di dissennato consumismo e di privilegi. L'austerità non è una concessione alla classe dominante ma un obbligo morale delle classi lavoratrici. L’austerità è rigore, efficienza, serietà, giustizia».
Enrico Berlinguer