giovedì 23 dicembre 2010

«Era il 1951. Avevo ventun'anni. Studiavo l'arte. Logico quindi che volessi venire in Italia. Ho fatto un viaggio in bicicletta: avevo pochi marchi in tasca. L'Italia era un altro mondo, non solo rispetto alla mia "Germania anno zero". [...] L'Italia è diventata il contrario di quella che ho girato in bici mezzo secolo fa. È un Paese ricco, sorretto da una sostanza etica molto fragile. Non saprei cosa un giovane tedesco possa imparare girando in bici per l'Italia di oggi».


"Wagenbach l'italiano", L'Espresso, 29 dicembre 2010, p. 91, [colloquio con Kurt Wagenbach di Stefano Vastano].

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