giovedì 19 marzo 2009

Di chi è la bici? / 2

Di chi è la bici? Non è di nessuno, perché è di tutti

Numeri
Prima di scandagliare ulteriormente le diverse motivazioni dei ciclisti e tutto quello che vi può ruotare intorno – commercio, salute, mobilità, psicologia, ecc. –, anche allo scopo di quantificare il fenomeno, è bene riportare qualche numero. In Italia ci sono 54 auto ogni 100 abitanti: in questo modo, è il paese europeo con la maggiore densità e uno dei primi del mondo. I costi per comprare e far camminare un auto equivalgono al 17% del reddito pro capite. La metà degli spostamenti in auto copre distanze inferiori ai 5 Km; il 95% del tempo un’auto è parcheggiata; la velocità media degli spostamenti sulle uattro ruote è 17 Km/h, una velocità che chiunque in bicicletta può raggiungere facilmente. Passiamo ai numeri relativi all’acquisto di biciclette. Cito dati dell’Ancma. nel 2007 sono state prodotte in Italia 2.520.000 biciclette. Molte di queste bici vengono esportate; viceversa, molte delle bici vendute in Italia sono di origine straniera. In tutto, si sono vendute quasi due milioni di bici di produzione nazionale e d’importazione.
Sul numero di persone che in Italia usano la bici mancano stime attendibili. Per quanto riguarda i ciclisti sportivi, si può partire dal numero dei tesserati delle varie federazioni sportive: 170 mila. Incorciando i dati con le vendite di bici da corsa e mountain bike di fascia medio-alta, si può ipotizzare che il ciclismo sportivo sia praticato con assiduità da circa 340 mila persone. I dati sono ancora più ipotetici per quanto riguarda i ciclisti urbani, benché si segnali da più parti (associazioni, comuni, ecc.) un amento lento e costante del loro numero.
L’ultimo dato, il più importante per il discorso che ci interessa, riguarda il numero delle bici presenti in Italia, in particolare in cantine e soffitte. La stima è di circa 30 milioni di esemplari. In una logica strettamente economica, per moltissime di queste bici, la spesa per risistemarle, in termini di manodopera retribuita, sarebbe notevole, per cui conviene gettarle; nella logica del riuso e del riciclaggio, invece, è opportuno ripararle e rimetterle in circolazione. Si può scegliere di imparare a riparare una bici, oppure regalarla a qualcuno che possa farlo, fuori dalle logiche di mercato: questa possibilità è data dalla scelta individuale di ciascuno o dalle ciclofficine.


Parentesi. La bici nella memoria collettiva
Sviluppatasi inizialmente come mezzo di trasporto elitario, all’inizio del Novecento la bici si diffuse come veicolo preferenziale di uso quotidiano. Nell’immaginario collettivo, la bici si è imposta sia come mezzo d’uso quotidiano sia per le vicende sportive delle grandi corse, in particolare il Tour de France e il Giro d’Italia, e dei campioni del passato. Tutti noi possiamo raccontare aneddoti di familiari e conoscenti, riguardanti la bici e il suo uso nelle più disparate condizioni, ma anche come abituale mezzo di trasporto. Nonostante le differenze generazionali, è soprattutto nella memoria individuale che la bicicletta occupa un posto importante, legato all’infanzia, all’esperienza di libertà, oltre che alle emozioni legate alla velocità, al confronto con il rischio. Qui ci toccherà parlare di questo nobile aspetto a proposito della pubblicità, non perché non manchino esempi più edificanti, anche se il rischio è quello di scadere nell’autobiografico. Come vedremo, la pubblicità, facendo leva sugli aspetti emotivi per vendere, ha trovato nelle bici dei nostri ricordi un possibile cavallo di Troia. Ma prima di tutto parliamo della bici come mezzo di trasporto quotidiano. (to be continued...)

2 commenti:

frank ha detto...

Il tuo discorso s'approfondisce e si fa sempre più interessante.
bici e pubblicità: c'è stato di tutto. classicamente i bambini. recentemente si vede qualche bella tipa pedalare mentre canta. però si sono visti anche un'altra bella tipa arrancare in salita per essere poi rimorchiata da automobilista con gancio per bici o anche il ciclista sportivo intabarrato che ad ogni semaforo si appoggia a un'auto, finchè un carognone non gli fa mancare l'appoggio.

ha detto...

Bravo, continua a leggere. Proprio ieri su un sito statunitense ho visto una pubblicità di un suv che inizia con due mtb sfreccianti.