lunedì 30 giugno 2008
Ciclismo e morte
mercoledì 25 giugno 2008
Elettrodomestici
martedì 24 giugno 2008
Paesi civili
Ieri e oggi
Stamattina la "panoramica" era completamente bloccata, a causa di una smart semidistrutta, che aveva fatto testacoda contro il guard-rail: sicuramente sarà andata a 30 Km/h... Goduria massima nel sorpassare l'intasamento di auto e moto, anche se a momenti mi prendevo una sportellata in faccia da un camion. Cazziate veementi a veicoli che invertivano la marcia. Poi, sulla ciclabile, tre cicloturisti con bandiera non di Viterbo, non di Grosseto, ma olandese, e due italiani avanzavano verso il centro di Roma: saluti a profusione, beati loro. Pecore ansimanti nei terreni demaniali della Mongolia tascabile che attornia la ciclabile. Bisce d'acqua, profumo di fiori, traffico di corridori e ciclisti. Al traguardo acqua e albicocche.
lunedì 23 giugno 2008
Vada piano!
Qualche giorno fa, un tipo distinto e abbronzato in suv, cellulare in una mano, se ne andava a 45-50 (non ho l'autovelox incorporato) in una strada di San Felice Circeo. Il "vada piano!" gli è sibilato nel finestrino aperto e in una vita piena di impegni. Il tizio ha rallentato e ha aspettato che lo raggiungessi. Nessuna provocazione, il tono in questi casi dev'essere rigorosamente civile: «Il mio è un invito ad andare piano, su una strada stretta, come vede, frequentata da bambini e da madri con passeggino». E lui, che ci tiene alla figura: «Ma io vado piano, non si preoccupi». Beh, allora una stuzzicadentata, sempre garbata, ci vuole: «Sa, perché l'ho vista arrivare non piano, con il cellulare in una mano, insomma non mi sembrava il ritratto della prudenza». Rapida coda effervescente, ma civile, e saluti finali. Vi invito tutti a praticare il "vada piano!" in città e nei luoghi di villeggiatura. Tranquilli, sorridenti, implacabili.
venerdì 20 giugno 2008
Bianchi Randonneur con ruote da 27"
Dopo la solita trafila umiliante e istruttiva (tentativo di montare copertoni da 28" larghi 28 mm, esattamente dei Vittoria Randonneur) scopro che le ruote sono da 27" ossia da 630 mm o, per essere ancora più puntigliosi, ISO/E.T.R.T.O. 630 mm. Sono ruote poco più grandi di quelle da corsa tradizionali e richiedono copertoni specifici. In uso soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone fino all'inizio degli anni Ottanta, sono state gradualmente rimpiazzate da quelle a 622 mm, ovvero le 700c. Alcune case continuano a produrre copertoni di questo tipo. Ne ho trovati due della Schwalbe. Per fortuna, si possono usare le camere d'aria da corsa 700 × 28-35 [mm]. Ecco il dettaglio delle misure del copertone: 27 × 1 ¼ (32 - 630):
Informazioni sulle ruote da 27" si trovano in vari siti statunitensi, quello della Harris Ciclery del compianto Sheldon Brown, o quest'altro.
mercoledì 18 giugno 2008
Semafori, curve, regole
L’ottimismo degli automobilisti romani è sconfinato: pensano che sorpassando il ciclista troveranno tutti i semafori verdi e lui non li raggiungerà più. L’ho verificato varie volte e anche stamattina, quando un tipo mi ha superato in curva. La strada in cui si svolge il tutto è via Prati della Farnesina, una strada già resa insidiosa da due fattori: 1) mamme belle, ricche e molto ansiose che accompagnano i figli alla scuola di suore, parcheggiano i suv sul marciapiedi e ripartono senza mettere la freccia, attraversano la strada di corsa, ecc. 2) auto del CD, corpo diplomatico, con autisti che sembrano provenire da zone desertiche, steppe o altopiani completamente privi di strade, ostacoli e vegetazione. L’ottimismo degli automobilisti è sconfinato (la benzina scenderà, il traffico nel prossimo week-end non ci sarà, ecc.), ma i semafori di Roma sono impietosi. Quindi, con un respiro profondo, promettendomi di evitare accuratamente qualsiasi frase ingiuriosa, anche solo sconveniente, mi accingo al sermone sul divieto di sorpassare in curva, il fatto che la bici è un veicolo a tutti gli effetti, che lui s’ammacca, io m’ammazzo. «Scusi tanto», dice l’automobilista. Vai e non peccare più, ego te absolvo, ecc. So’ soddisfazioni, a Roma, nel 2008.
E veniamo all’idea di usare l’esercito per la sicurezza delle città, idea nel frattempo ridimensionata perché si è detto di mandare soprattutto carabinieri, che già fanno parte delle forze dell’ordine. Quando si dice ‘sicurezza’ non si pensa a quel suv che ho visto stamattina andare a 90 Km/h su via Camilluccia, no: sono lo scippo, la cosiddetta microcriminalità a essere sbandierati come questioni di emergenza nazionale, più di qualsiasi altro problema. I pali di Roma sono pieni di fiori lasciati in ricordo di persone morte scippate e aggredite: è uno scandalo, ministro, tuteliamoli. Il bilancio dei morti è da guerra: solo ieri a Roma sono morte due persone (il ciclista investito dalla Panda e una signora a via dei Durantini) e una ragazza investita in viale Marco Polo da uno scooter è ricoverata in gravi condizioni.
Viene qui allora una modesta proposta: affidare la gestione del traffico di Roma a Hezbollah, il gruppo libanese. Un appalto che non potrà non favorire il dialogo mediterraneo. Siccome un suv in sosta vietata non si può rimuovere, perché pesa troppo e la multa non ha alcun effetto deterrente, loro forse troveranno dei sistemi per gestire questo tipo di problemi. Tutto a norma Iso.
A costo di tediare il lettore, abituato alle brevi e pregnanti frasi dei blog, aggiungo qualche considerazione sulla legalità nelle strade. Vi ricordate quanto fu rapido il cambiamento che portò all’uso generalizzato delle cinture di sicurezza? Dopo molti anni, si decise di applicare la normativa già esistente sull’obbligo delle cinture, e si cominciarono a fare le multe. Ne presi una il 6 agosto, mentre andavo in biblioteca: i vigili incrollabili non accettarono scuse. E tutti misero la cintura di sicurezza. E poi, il giorno in cui entrò in vigore l’obbligatorietà dei fari nelle strade extraurbane, era pieno di pattuglie che non stavano a spiegare il come e il perché, ma facevano le multe. Raramente, mi capita di vedere fari spenti fuori città. Adesso io mi domando, per quale motivo dentro Roma non si fanno le multe per eccesso di velocità? Con i soldi delle multe si possono comprare tanti autovelox, pagare altri stipendi a giovani vigili urbani, perché no? Perché lasciare che bombe dotate di ruote girino impunemente per le nostre strade? C’è qualche inviolabile immunità concessa a chi guida veicoli a motore?
venerdì 13 giugno 2008
Sinistra criptica
Lo scureggione
Una fiction non molto improbabile, dedicata a colui che ieri, vicino a Ponte Milvio, mi ha tagliato la strada con lo scooterone tenendo il cellulare in una mano e il manubrio con l’altra. Sperando anche che abbia ascoltato le mie benedizioni. E che gli si sia fuso il motore.
Il barile arriva a 180 dollari. Scarta, piega, taglia la strada, sorpassa auto che stanno sorpassando, quest’uomo crede di possedere un’abilità di guida straordinaria. Ma il guerriero Piergiorgio Maria, lo avrete intuito, è soltanto uno stronzo. Lo scureggione è comodo, il traffico è impossibile. Quando Piergiorgio Maria deve spostarsi per la Capitale nel tentativo di vendere pollai ammuffiti come “rustici” o seminterrati triangolari dove i cani pisciano sulle finestre, il mezzo preferito è lo scureggione.
Il petrolio è a 200 dollari. Pesante, largo, costoso e inquinante, lo scureggione è il mezzo che ci vuole per spostarti negli appuntamenti della tua vita dinamica. Piergiorgio Maria si fa quattro conti. Di tagliare le sedute di lampada abbronzante non se ne parla; l’aperitivo a 10 euro è un modo di socializzare; al cinema già ci va poco; la benzina per lo scooter è sacra; i week-end con Federica si possono ridimensionare. È deciso: si taglia la palestra. «Casomai andrò a correre», finge di promettere a sé stesso mentre scongela al volo un “quattro stronzate nel piatto”.
Il barile di petrolio oggi ha toccato i 250 dollari e Piergiorgio Maria fa fatica a vendere il suo scooterone; nessuno lo vuole, i prezzi dell’usato si sono drasticamente ridotti. Finisce per svenderlo. Per la prima volta in vita sua, Piergiorgio Maria mette piede su un autobus dell’Atac. Qualche inconveniente inziale e poi via, con l’acquisto di una tessera intera rete.
Al mare ci andrà, forse, ma niente acqua-scooter. Sono stati vietati per legge: ma questo è un altro sogno.
giovedì 12 giugno 2008
Il parcheggio al Pincio: polemiche sterili
Pioggia, citrulli, zucche
mercoledì 11 giugno 2008
L'acqua
Vai barile vai barile, eh, eh
lunedì 9 giugno 2008
Questione di numeri e di abitudini
lunedì 2 giugno 2008
Ciemmona goduriosa
Venerdì 30 maggio 2008
vedo doppio!
vedo ancora doppio!
no, è una bici vera, ci si può andare con una mano sola...
triciclo cargo
una pieghevole sfreccia velocissima...
E poi il cavallo, applauditissimo, e perfino il professore:
motori perplessi, qualcuno un po' aggressivo, ma si cerca di spiegare le ragioni dei ciclisti. Il cavallo di battaglia è: quando c'è un ingorgo di automobili ti metti a strillare in questo modo?
Uno dei tanti ciclisti spagnoli presenti
Sabato 31 maggio 2008
La mattina di sabato comincia alla ciclofficina exlavanderia con un'azione di giardinaggio urbano. Tre ore a scavare buche: forse non ci crederete, ma in questa aiuola, situata in un parco pubblico, venivano parcheggiate le automobili. Da qui l'idea di qualche pianta aggiuntiva, carina e lieve, tale da suscitare emozioni distensive e ripristinare nelle persone il sano desiderio di fare una passeggiata di duecento metri, invece che lasciare l'auto in sosta sotto al luogo di lavoro.
Poi si parte da Monte Mario e arriviamo a San Giovanni.
si aspettano gli altri
una sigarettina alla partenza...
mezzi di tutti i tipi scalpitano nella piazza
All'inizio si indugia sulla direzione, oppure si stanno scaldando le ruote?
finalmente si parte!
Ci sono diversi ciclisti francesi.
Si abborda la Tangenziale...
...ci si passa sotto...
...e poi ci si va sopra...
...lasciando un souvenir.
Poi giù a manetta:
Da Firenze e dalle altre città italiane sono arrivati in tanti
Un uomo assorto in profonda meditazione sulla Tangenziale
Il vessillo della ciclofficina exlavanderia
Una delle migliori soluzioni alla vivibilità e alla ciclabilità dei nostri quartieri: le zone 30 Km/h
altra pausa e poi via!
Gira che ti rigira si arriva a Piazza Indipendenza. Un uomo decide di battezzare nella fontana il movimento centrale e i mozzi
Poi si passa un attimo a Piazza di Spagna a fare lo struscio
e infine Piazza del Popolo, prima di guadagnare il Pincio, dove si svolgerà il ciclopicnic finale
A Sora è pieno di ciclisti: ne sono venuti parecchi anche a Roma
Finalmente si mangia!
Il prodigioso cargo trasporta enormi quantità di cibo.
È notte fonda: ciao, ciao, si riparte per andare a casa.
Domenica 1° giugno 2008
Appuntamento a Piramide per andare al mare.
Si unisce al gruppo anche un ciclista Maori.
L'odore di crema protettiva circonda il gruppo
Si parte!
Una considerazione a caldo: un grazie ai Vigili Urbani di Roma, che hanno gestito il traffico con grande professionalità: siamo andati a stringere la mano a uno di loro sulla Cristoforo Colombo.